Piccoli appunti per ridimensionare gli ultimatum dei Verdi

Viene da chiedersi dove sono stati i Verdi milanesi negli ultimi anni. E ricordare loro quali sono gli equilibri di forza tra loro e il Pd (al momento silente rispetto ai loro ultimatum)

Carlo Monguzzi

Milano

Piccoli appunti per ridimensionare gli ultimatum dei Verdi

Vorrei dare in queste ore di trattative tra i Verdi e il sindaco Beppe Sala per la permanenza appunto dei Verdi in maggioranza il mio personalissimo parere. Personale e soprattutto pacato. Pacatissimo. I Verdi chiedono un cambio di passo e discontinuità sull'Urbanistica. Viene da chiedersi, così come hanno fatto già altri - e da sinistra!, dove fossero mentre sostenevano il sindaco Sala al rinnovo del mandato, dove fossero mentre venivano approvati gli scali, mentre veniva presentato e propagandato il programma elettorale e soprattutto dove fossero almeno nell'ultimo lustro mentre tutti i progetti venivano approvati nel modo in cui si sono sempre approvati e la città cambiava sotto i loro occhi nel modo che era stato annunciato e voluto. 

Forse, se ne andavano in giro bendati. Forse. Talmente bendati che non vedevano neanche il loro assessore in Giunta, che pure ha sempre saputo tutto e detto tutto chiaramente, perché è persona assai più onesta intellettualmente di loro. Ma andiamo oltre. I Verdi attaccano anche frontalmente Anna Scavuzzo, che - se la memoria mi assiste - è uno degli esponenti principali del Pd. E qui, nel merito, hanno le loro opinioni, come tutti: la mia è che si sia presa una patata bollente e l'abbia gestita bene. Per loro no, ma - appunto - sul merito sono opinioni e ognuno ha la sua. Nel metodo, invece, diciamo che si può usare un po' più di oggettività. Anna Scavuzzo, come detto, è del Pd. Il Pd alle elezioni amministrative, ha preso il 33,86 per cento con 20 eletti. Europa Verde il 5,11 con 3 eletti e - soprattutto - con il supporto del sindaco Sala che si era dichiarato facente parte dei verdi europei. Insomma, diciamo che il sostegno non è mancato. 



MILANO, L'ULTIMATUM DEI VERDI: "DISCONTINUITA' SULL'URBANISTICA"

Da allora, mentre il verde Carlo Monguzzi (perché le casacche contano sempre, non solo quando conviene) scatenava una guerra senza quartiere contro la maggioranza e il sindaco che aveva contribuito a far eleggere (o viceversa, chissà), alle regionali  del 2023, ovvero le ultime consultazioni in chiave locale (alle Europee il voto è di opinione e con la Salis lo è stato ancor di più), non solo i Verdi, ma tutta l'Alleanza Verdi Sinistra a Milano ha preso il 5,63. Il Pd il 27,11 per cento. Ora, se nel merito, come si diceva, ognuno può fare quel che vuole, nel metodo i voti dicono che forse la "cartellina plastificata" con le richieste che sembrano ultimatum al sindaco (e pure al Pd, anche se è silente) potrebbe contenere un po' più di cortesia e un po' meno di arroganza (e smemoratezza rispetto alle proprie responsabilità). 

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