San Siro, i dieci anni di estorsioni sui parcheggi nel nuovo filone dell'inchiesta Doppia Curva
Mauro Russo, ex socio in affari di Maldini e Vieri, coinvolto nella gestione illecita. Legami con il mondo Milan e Snai. La Dda: "Attività imprenditoriale basata su estorsioni e corruzione"
San Siro
San Siro, i dieci anni di estorsioni sui parcheggi nel nuovo filone dell'inchiesta Doppia Curva
La gestione dei parcheggi dello stadio di San Siro sarebbe stata al centro di un sistema estorsivo durato oltre dieci anni. È quanto emerge dalla nuova tranche dell’inchiesta "Doppia curva", che ha portato a sette arresti, disposti dal gip Domenico Santoro su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti.
Secondo gli inquirenti, tra i protagonisti del sistema ci sarebbe Mauro Russo, ex esponente della curva Nord interista ed ex socio di Paolo Maldini e Bobo Vieri – entrambi completamente estranei all’indagine.
Estorsioni sistematiche e contatti con la criminalità organizzata a San Siro
La Procura parla di un "lungo lasso di tempo di gestione illecita" dei parcheggi dell'area di San Siro, con metodi estorsivi e legami con la criminalità organizzata. Mauro Russo risulta anche indagato in un’altra inchiesta, recentemente chiusa, per corruzione tra privati. "Fa ritenere che eserciti attività imprenditoriale attraverso episodi estorsivi e corruttivi", scrivono i magistrati.
Gli agganci con il mondo Milan e Snai grazie al fratello di Mauro Russo
Nell’ordinanza si legge che il fratello di Mauro Russo, Aldo – non indagato – avrebbe favorito l’ingresso nel business del parking dell’imprenditore Gherardo Zaccagni, grazie ai suoi contatti nel mondo Snai e nel Milan, anche in virtù della parentela con Paolo Maldini, di cui è cognato.
Scarfone, la 'ndrangheta e le minacce post-omicidio
Tra gli arrestati figura anche Davide Scarfone, considerato vicino ad Antonio Bellocco, rampollo dell’omonima cosca calabrese, ucciso lo scorso settembre dal capo ultrà Andrea Beretta. Proprio Beretta – ora collaboratore di giustizia – avrebbe fornito elementi fondamentali per l’inchiesta, che prosegue anche in queste settimane.
Nonostante gli arresti, sottolineano i pm, alcuni uomini legati al clan Bellocco avrebbero continuato a esercitare pressioni e minacce per riscuotere un prestito con tassi usurari da un imprenditore, anche dopo la morte di Antonio Bellocco.
Domiciliari per Mauro Russo, carcere negato per Berto Bellocco
Mauro Russo è attualmente agli arresti domiciliari e sarà interrogato venerdì. Oggi sono in programma gli interrogatori degli indagati in carcere. La Procura aveva richiesto la custodia in carcere anche per Berto Bellocco, fratello di Antonio, ma il giudice ha rigettato la richiesta.