Milano
Inchiesta Curva Nord, le minacce di Boiocchi a Mauro Russo: "Ammazzo te e tutta la tua famiglia"
Vittorio Boiocchi, storico capo della curva dell'Inter ucciso nel 2022, minacciava Mauro Russo, ex socio di Maldini e Vieri chiedendogli 200mila euro per mettere mani sui parcheggi di San Siro

Inchiesta Curva Nord, le minacce di Boiocchi a Mauro Russo: "Ammazzo te e tutta la tua famiglia"
“Ammazzo te e tutta la tua famiglia”. Così Vittorio Boiocchi, storico capo della Curva Nord interista ucciso nel 2022, avrebbe minacciato Mauro Russo, ex volto noto della curva, imprenditore, ed ex socio di Paolo Maldini e Bobo Vieri (entrambi estranei all’inchiesta). La richiesta: una cifra tra i 100 e i 200mila euro, per mettere le mani sul redditizio affare dei parcheggi attorno allo stadio di San Siro. È quanto emerge dagli atti del nuovo filone dell’indagine milanese sulla galassia ultrà, che ieri ha portato Russo ai domiciliari con le accuse di estorsione, usura e false fatture.
Le rivelazioni dell’uomo legato alla 'ndrangheta
A rivelare l’episodio è un’intercettazione del febbraio 2023, in cui Giuseppe Caminiti – uomo ritenuto vicino alla 'ndrangheta, già arrestato nel maxi blitz contro la curva a settembre – parla con Andrea Beretta, l’attuale collaboratore di giustizia considerato il mandante dell’omicidio Boiocchi, e con Marco Ferdico, altro leader della curva ora in carcere. Caminiti racconta che Boiocchi, ancora in vita, gli chiese di accompagnarlo da Russo, al quale avrebbe intimato di versare 200mila euro, pena la morte sua e dei suoi familiari. Sempre secondo Caminiti, Russo avrebbe ceduto e pagato.
Il sistema del pizzo mensile a San Siro
Mauro Russo è ritenuto dagli inquirenti un tassello chiave nel sistema di controllo criminale attorno allo stadio, in particolare nella gestione dei parcheggi. Secondo la Procura, tra il 2018 e il 2020, avrebbe fatto da intermediario – insieme a Caminiti – in un’estorsione ai danni dell’imprenditore Gherardo Zaccagni. Quest’ultimo, per poter gestire in pace il comparto “parking”, sarebbe stato costretto a versare 4mila euro al mese alla rete riconducibile ai vertici della curva, in particolare a Boiocchi e Beretta.
La soffiata a Russo sulle indagini in corso
Dagli atti emerge anche un altro dettaglio significativo: nel febbraio 2024, Russo avrebbe ricevuto da Zaccagni una soffiata su un’indagine in corso. L’imprenditore gli avrebbe riferito che la Procura di Milano stava verificando i movimenti bancari dei soggetti coinvolti, informazione che – secondo quanto ricostruito – sarebbe arrivata da un direttore di banca.