Urbanistica a Milano, le Famiglie Sospese: "Continuiamo ad essere gli unici a pagare. La politica? Solo pacche sulle spalle"
Filippo Borsellino, portavoce del Comitato Famiglie Sospese, dopo la decisione della Cassazione: "Ci siamo fidati della giustizia e della politica, restiamo gli unici a pagare. E andrà sempre peggio..." L'intervista
Filippo Borsellino, portavoce del Comitato Famiglie Sospese
Urbanistica a Milano, le Famiglie Sospese: "Continuiamo ad essere gli unici a pagare. La politica? Solo pacche sulle spalle. E il commissario..."
Per Filippo Borsellino, portavoce del Comitato Famiglie Sospese, la scelta della Cassazione che ha respinto il ricorso della Procura e mantenuto la revoca delle misure cautelari per Manfredi Catella, Alessandro Scandurra e Andrea Bezziccheri non chiude affatto la vicenda dell’urbanistica milanese. Anzi, la riapre. Perché, dice, “le uniche a pagare davvero sono le famiglie”, mentre la politica “si limita ad aspettare”, il Comune “invoca una legge nazionale” e il Parlamento discute di un commissario straordinario che “rischia di bloccare tutto come oggi”.
Nel mirino di Borsellino ci sono dieci anni di gestione urbanistica, “controlli mancati”, una disinformazione che “continua a illudere”, e un’emergenza che non riguarda più solo Milano: “Cinquantamila case costruite con le stesse criticità, e il rischio che domani esploda un’altra volta”. L’intervista di Affaritaliani.it Milano.
Borsellino, partiamo da qui: la Cassazione ha confermato la revoca delle misure cautelari per Catella, Scandurra e Bezziccheri, respingendo il ricorso della Procura e riconoscendo l’assenza di gravi indizi di corruzione e falso nell’inchiesta sull’urbanistica milanese. Quindi non ci sono colpevoli? Chi pagherà? Di chi è la responsabilità?
Rispondo con una provocazione: la responsabilità è nostra. La responsabilità è nostra perché ci siamo fidati. Ci siamo fidati delle istituzioni, ci siamo fidati di una giustizia che pensavamo giusta e che al momento è tutto fuorché corretta nei nostri confronti. Ci siamo fidati di una politica che non sta facendo politica ma sta in attesa, sperando da una parte e dall’altra di poter fare campagna elettorale sulla nostra pelle. Gli unici che pagano siamo ancora una volta noi cittadini, le famiglie. Famiglie che, e questo mi preme sottolinearlo, da 480 giorni continuano a combattere, a sperare, a credere in un sistema che per ora ci sta voltando le spalle. E lo stiamo facendo con enorme dignità.
Ma ripartiamo da capo, è passato più di un anno da quando si è scoperchiato il vaso di pandora dell’urbanistica milanese. In precedenza ha parlato di ansia, mutui che continuano nonostante i sequestri e di famiglie preoccupate. Come stanno oggi le Famiglie sospese? La situazione è migliorata?
No. la situazione non solo non è migliorata, ma continua a peggiorare. Nei mesi scorsi abbiamo lanciato un allarme dicendo: “Guardate che questa crisi rischia di inghiottire sempre più persone”. Ma, evidentemente, non abbiamo l’autorevolezza necessaria per farci ascoltare dalle istituzioni come dovremmo… e non ne capisco il perché. Da quando abbiamo lanciato l’allarme sono stati indagati altri progetti in costruzione, un esempio su tutti quello di un edificio già finito e abitato da 67 famiglie che è finito sotto inchiesta. E poi, ancora, ieri un altro progetto, quello di viale Papiniano, è stato messo sotto sequestro.
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Il vostro allarme, quindi, è rimasto inascoltato dalle istituzioni cittadine?
Si, la situazione continua a esplodere: uno dopo l’altro, i casi aumentano. Un rappresentante di categoria del settore immobiliare ha dichiarato che dal 2013 sono stati costruiti 50mila appartamenti con le stesse problematiche. Cinquantamila. E quelle case sono già abitate. Questo significa che decine di migliaia di famiglie rischiano di svegliarsi una mattina e scoprire che la loro casa è sotto inchiesta, e nel frattempo continuano a pagare il mutuo senza la certezza del loro futuro. Noi abbiamo pubblicato una lista parziale di questi palazzi, non per creare panico ma per dire: “La situazione è enorme, non venite a dirci domani che non lo sapevate”. Milano è profondamente malata, non solo dal punto di vista abitativo ma anche nella rappresentanza: c’è una maggioranza silenziosa che non riesce a farsi ascoltare.
In Commissione al Senato è approvato un ddl che propone un commissario straordinario per l’urbanistica milanese. Zanettin di Forza Italia ha detto: “È l’unica soluzione”. È d’accordo?
Siamo molto grati a Forza Italia: è stata la prima forza politica a prendersi una responsabilità vera e a muoversi per cercare una soluzione. Però, allo stesso tempo, c’è preoccupazione. Perché la domanda è: come farebbe un commissario a decidere quando un progetto è abusivo e quando non lo è? È la stessa discussione che va avanti da due o tre anni sull’interpretazione dell’articolo 42, che regola il piano attuativo oltre i 25 metri di altezza. Faccio un esempio concreto: se il commissario individua un abuso e il costruttore non è d’accordo, cosa succede? Si va al Tar. È esattamente ciò che sta accadendo oggi. Quindi tutto si blocca e ricomincia da capo. C’è poi il tema delle sanzioni: si parla di un 10% del valore dell’opera. A chi spetterà pagarlo? Laddove non esiste più la società costruttrice, ai condomini? Detto questo, apprezziamo il fatto che almeno ci sia una proposta concreta. Speriamo che tutte le forze politiche ci lavorino insieme.
Il sindaco Sala, di contro, chiede una legge nazionale. Dal vostro punto di vista, qual è la strada giusta?
La legge nazionale è sicuramente una strada percorribile, viste le proporzioni del problema. Ma non può diventare un alibi per scaricare le responsabilità. L’amministrazione ha una responsabilità enorme per quello che è accaduto e che sta ancora accadendo. Non può limitarsi a dire “serve una legge nazionale” e basta: deve collaborare, deve partecipare a trovare la soluzione. Aggiungo che questo non è solo un problema milanese: a Bologna c’è un caso simile, a Firenze ce n’è un altro, a Roma un altro ancora. Sono tutte città amministrate dal centrosinistra: serve una presa di posizione forte anche da quella parte politica. Benissimo la legge nazionale, ma non come modo per dire: “Non è compito nostro”. Perché il governo non ha creato questo problema. Il problema nasce da dieci anni di gestione urbanistica fatta in questo modo.
Tornando al centrodestra, lei ha ringraziato Forza Italia, non posso che chiederle: sono gli unici a seguirvi con continuità? E di Fratelli d’Italia, più freddo sul commissario e sul Salva Milano, cosa pensa?
Il paradosso è enorme. Il “Salva Milano” era una legge pensata proprio per salvare le famiglie da quest’incubo. Era stata proposta da Fratelli d’Italia, condivisa dal PD, approvata da tutti alla Camera… e poi bloccata al Senato. C’è qualcosa che non torna. Com’è possibile che tutti votino una cosa e poi la blocchino? Dopo il nostro sciopero della fame tanti parlamentari sono venuti da noi, ci hanno appoggiato, ci hanno detto che avevamo ragione. Poi, passata la foto e la dichiarazione, tutto è tornato come prima. È frustrante: è come essere in una stanza vuota. Ogni tanto entra qualcuno, ci dà una pacca sulla spalla, ci dice “siete nel giusto”, e poi se ne va. E nel frattempo la disinformazione continua: alcuni quotidiani dicono che “basta riscuotere le fideiussioni”. È falso. La maggior parte di noi non ci riesce.
Perché?
Le fideiussioni non possono essere riscosse finché la società costruttrice non fallisce. E queste società non falliscono. È successo anche nel caso del “Giardino Segreto”: non è fallita nessuna società. Bisogna dirlo chiaramente, sulla nostra situazione c’è molta disinformazione.
A proposito del “Giardino Segreto”: si sono chiuse le indagini. È un segnale positivo? Cosa conta di più per voi, la giustizia “penale” o la restituzione effettiva delle case?
Noi non seguiamo logiche punitive e siamo totalmente indifferenti alle logiche penalistiche, soprattutto in un'inchiesta su interpretazioni urbanistiche molto controvertibili, come anche le recenti pronunce della Cassazione confermano. Noi chiediamo solo, anzi pretendiamo, che la politica e la giustizia trovino una soluzione per il grave problema delle famiglie alle quali non può essere rubato il presente e il futuro! Le istituzioni sono state create per tutelare il cittadino e la comunità, e non per offenderlo o ignorarlo. E poi bisogna dirlo: questo modo di costruire va avanti dal 2013. Non stiamo parlando di cantine abusive fatte di notte. Parliamo di palazzi interi, alti, pubblicizzati ovunque: online, offline, sui cartelloni. Com’è possibile che per dieci anni nessuno si sia accorto di nulla? Qui c’è un problema gigantesco di controlli. E il fatto che l’emergenza esploda adesso non cancella dieci anni di mancata vigilanza.
Un’ultima cosa: dicevamo prima, la Procura è intervenuta su un nuovo caso, quello di viale Papiniano, dove secondo gli inquirenti sarebbe stata presentata una ristrutturazione che in realtà è demolizione e ricostruzione. Sbaglio, o quello in questione era uno dei progetti che voi avevate segnalato come a rischio?
Il problema è sistemico. Quel progetto noi lo avevamo segnalato: tutto è pubblicato sul nostro sito. Da quando l’associazione di categoria ASPESI ha detto che 50mila alloggi potrebbero avere le stesse criticità, abbiamo iniziato a lavorare su dati pubblici: andiamo sul sito del Comune, cerchiamo le nuove costruzioni, verifichiamo i titoli edilizi, controlliamo l’altezza degli edifici.
In che modo?
La regola è semplice: oltre i 25 metri serve il piano attuativo. Abbiamo quindi approntato una lista (che è ancora parziale) per evidenziare in anticipo quali edifici presentano potenziali criticità, prima che scoppino nuovi scandali. E il motivo è importante: impedire che domani la politica dica “non lo sapevamo”. Perché lo sanno eccome.