Urbanistica Milano, nessuna interdittiva per Tancredi e Catella non va arrestato: la Cassazione stronca la linea della Procura - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 11:28

Urbanistica Milano, nessuna interdittiva per Tancredi e Catella non va arrestato: la Cassazione stronca la linea della Procura

Rigettato il ricorso della Procura di Milano: restano valide le decisioni del Riesame che avevano revocato misure cautelari per assenza di gravi indizi. Mentre sono accolte le richieste della difesa di Tancredi e Marinoni

Di Giorgio d'Enrico

Urbanistica Milano, Catella non va arrestato: la conferma dalla Cassazione contro il ricorso della Procura

La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato le tre ordinanze del Tribunale del Riesame di Milano che avevano revocato, per assenza di gravi indizi, gli arresti domiciliari per Manfredi Catella, Ceo di Coima, la misura per Alessandro Scandurra, componente della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, e quella per Andrea Bezziccheri, fondatore di Bluestone, l’unico finito in carcere a fine luglio nell’ambito della maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica.

Il gip Mattia Fiorentini aveva disposto le misure cautelari ipotizzando corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso in relazione alle consulenze e parcelle commissionate da Coima (28 mila euro) e Bluestone (quasi 400 mila euro) a Scandurra tra il 2018 e il 2024, periodo in cui l’architetto sedeva nella Commissione Paesaggio chiamata a esprimersi su progetti presentati dalle due società, tra cui l’ex Pirellino e lo Scalo Romana, dove sono stati realizzati gli interventi per il Villaggio Olimpico di Milano-Cortina 2026.

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La Cassazione accoglie la linea degli avvocati difensori: "Manca gravità indiziaria"

La Cassazione ha accolto la linea difensiva degli avvocati Adriano Raffaelli e Francesco Mucciarelli per Catella, dell’avvocato Andrea Soliani per Bezziccheri e del legale Giacomo Lunghini per Scandurra. Anche la Procura generale, con la sostituta pg Cristina Marzagalli, aveva chiesto di rigettare il ricorso, sostenendo che il Riesame non abbia ignorato “alcun elemento di prova” né parcellizzato le evidenze portate dall’accusa, comprese le chat tra gli indagati, ma ne abbia fornito una “lettura razionale”.

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Secondo la Cassazione, il ricorso della Procura di Milano proponeva solo una “lettura alternativa” di fatti già esaminati dai giudici cautelari. Gli stessi giudici del Riesame, pur riconoscendo un’eccessiva vicinanza tra parte pubblica e privata e contatti definiti “impropri”, non hanno ravvisato la “gravità indiziaria” necessaria a sostenere l’esistenza di un accordo corruttivo.

Catella: "Riconosciuta la nostra integrità"

"La Corte Suprema, organo collegiale di cinque giudici che si esprime in ultima istanza, ha definitivamente rigettato il ricorso della Procura confermando l'infondatezza dell'impianto accusatorio". E' il commento di Manfredi Catella, ceo di Coima. "Dal 16 luglio, data di notifica delle accuse, al 12 novembre, data di udienza della Corte Suprema, in 120 giorni, undici giudici, oltre alla stessa Procura Generale di Stato, hanno radicato progressivamente fino al livello massimo della magistratura la nostra estraneita' a quanto contestatoci", sottolinea Catella. "Questa dinamica, a seguito di uno degli stress test piu' profondi che potessimo immaginare, equivale a un riconoscimento virtuoso dell'integrita', del rigore, della professionalita' e della capacita' di reazione della nostra organizzazione e di tutte le persone di Coima". 

Accolti i ricorsi della difesa di Tancredi, Marinoni e Pella: no a misure interdittive

La Cassazione ha inoltre accolto i ricorsi delle difese contro i provvedimenti con cui lo scorso agosto il Riesame aveva invece accolto le richieste di misure interdittive nei confronti dell'ex assessore del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, l'ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, e il manager Federico Pella. Azzerata dunque dalla Suprema Corte qualsiasi misura anche relativamente a loro tre. 

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