Catella, contenzioso da 69 milioni con il Comune di Milano sul Pirellino: "Troppa edilizia sociale"

L’immobiliarista Manfredi Catella ha depositato una memoria al gip: la richiesta danni è legata alla quota del 40% di edilizia sociale imposta nel progetto del Pirellino: "Regole cambiate in corsa"

di Giorgio d'Enrico
Manfredi Catella, presidente di Coima Res
Milano

Manfredi Catella, CEO di Coima, ha presentato una richiesta di risarcimento da 69 milioni di euro al Comune di Milano per la variante urbanistica sul progetto di riqualificazione del Pirellino. La società, coinvolta nell’inchiesta milanese sull’urbanistica, contesta l’imposizione del 40% di edilizia residenziale sociale e il cambio delle regole dopo l’acquisto. La richiesta è stata depositata il 15 novembre 2024 ed è oggi oggetto di una causa civile ancora pendente.

Da Coima una richiesta di risarcimento da 69 milioni per il progetto del Pirellino

Manfredi Catella e la sua società Coima hanno formalmente presentato, il 15 novembre 2024, una richiesta di risarcimento danni da 69 milioni di euro al Comune di Milano. La vicenda ruota attorno al progetto di riqualificazione del cosiddetto "Pirellino" (P39), mai partito, su cui si concentra anche una parte delle indagini per corruzione e induzione indebita che coinvolgono Catella, il sindaco Beppe Sala e altre 72 persone.


Secondo la memoria difensiva depositata dai legali di Catella, gli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, l'imposizione del 40% di Edilizia residenziale sociale (Ers) nel progetto ha reso insostenibile l’operazione immobiliare. La società ha denunciato un cambio di regole successivo all'acquisto del bene pubblico, avvenuto con rogito il 25 novembre 2019.

Regole cambiate dopo l'acquisto: la ricostruzione di Coima

Il Consiglio comunale aveva approvato la nuova versione del Piano di governo del territorio (Pgt) il 14 ottobre 2019, ma la sua pubblicazione ufficiale sul Bollettino della Regione Lombardia è arrivata solo il 5 febbraio 2020. Coima sostiene che, al momento dell'acquisto, la normativa in vigore consentiva edilizia libera e non prevedeva la quota di housing sociale imposta in seguito. Un cambiamento che, secondo la società, ha compromesso il valore dell'investimento, stimato in 193 milioni di euro in asta pubblica.

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Coima: due ricorsi, una sentenza ribaltata e una ancora aperta

La battaglia legale è passata per due gradi della giustizia amministrativa. In un primo ricorso, il Tar aveva dato ragione al Comune. Ma il 18 dicembre 2023 il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione, obbligando Palazzo Marino a motivare “in modo estremamente puntuale” la modifica urbanistica. Una seconda causa si è chiusa il 17 luglio 2025, all’indomani delle richieste d’arresto avanzate dalla Procura: il Consiglio di Stato ha chiesto al Comune di “riponderare la scelta pianificatoria” motivando con “congruità”, ma lasciando piena discrezionalità all’amministrazione.

La richiesta di danni civili da 69 milioni di euro rappresenta la terza azione legale intentata da Coima contro il Comune di Milano. È tuttora pendente e confermata anche da fonti di Palazzo Marino. Sullo sfondo resta il contesto più ampio dell’inchiesta giudiziaria sull’urbanistica, che punta a far luce su presunti meccanismi di favore legati ai grandi progetti immobiliari milanesi.

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