Addio a Napolitano, ecco la doppiezza di "Re Giorgio" con Craxi e Silvio

Giorgio Napolitano è stato sicuramente il "protagonista assoluto", e discusso, nel 1900 e dei primi 15 anni del 2000: la strategia politica

Di Pietro Mancini
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Politica

Addio a Napolitano, la “doppiezza” di “Re Giorgio” con Craxi e Berlusconi. Commento 

Giorgio Napolitano, campione del riformismo socialdemocratico, quando arrivò al Quirinale, e ci tornò nel 2013, sembrava che non avesse fatto altro nella vita. Ma, dietro di lui, con la sua eleganza british, la sua pignoleria, la sua dimensione europea, c'è sempre stato un altro imprevedibile, e in qualche misura camaleontico (non per opportunismo), Napolitano. Sta agli storici decidere se collocare “Re Giorgio” (per la somiglianza con Umberto di Savoia) tra gli statisti. E’ stato, certo, un protagonista assoluto del 1900 e dei primi 15 anni del 2000.

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Solo nel 2006, egli riconobbe che sulla repressione della rivolta di Budapest, nel 1956, aveva ragione Nenni e non il PCI, che approvo’ l’intervento di Mosca. Doppiezza che manifestò anche nei rapporti con Craxi e Berlusconi. Prima, come leader dei miglioristi, fu l’unico dirigente del PCi, poi PDS, a mantenere un buon rapporto con Bettino. Ma non sostenne il segretario del Psi nella bufera di Tangentopoli, non difendendo le prerogative della Camera, che presiedeva, dall’invasione di campo di Di Pietro e c.

Come Capo dello Stato, il leader partenopeo attuò una difficile coesistenza con il Cav. allora premier (analoga a quella tra Mitterrand e Chirac). Ma nel 2011, sotto la tempesta monetaria e gli imbarazzanti sorrisi in tv di Merkel e Sarkozy, sostituì Silvio con Mario Monti.

Prima con l’incarico a Letta e le grandi intese con Berlusconi, poi con l’ascesa di Renzi, Napolitano traghettò lo Stato fuori da un’altra crisi di sistema, ponendo le basi per le sue dimissioni dal Quirinale e il ritiro dalla politica attiva.

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