Alluvione Romagna, l’83% delle imprese non ha ricevuto fondi di nessuno tipo

Le imprese colpite dall’alluvione senza aiuti pubblici. Governo e Regione si rimpallano le responsabilità. 15 novembre prevista la piattaforma per le richieste

di Antonio Amorosi
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Politica

Imprese Romagna senza fondi. Solo il 17% ha ottenuto delle risorse economiche ma da privati

 

Sono passati i mesi e le imprese colpite dall’alluvione di maggio non hanno visto fondi. E’ il responso di una ricerca di Confindustria Romagna. Il Centro studi dell'associazione ha interpellato una cinquantina di attività rappresentative del settore manifattura e di quello dei servizi, pari a circa il 40% di quelle colpite dagli eventi metereologici nelle province di Ravenna e di Forlì-Cesena, ed ha ottenuto questo risultato: l'83% delle imprese intervistate non hanno ancora ricevuto nessun tipo di fondo. Solo il 17% ha ottenuto delle risorse economiche, ma attenzione, facendo ricorso ad assicurazioni e tramite gli enti camerali, quindi si è arrangiata con i propri mezzi se ne aveva o usufruendo di fondi privati.

I fondi pubblici non si sono ancora visti. La devastante alluvione di maggio che ha colpito l’Emilia Romagna ha ancora strascichi e ne avrà per lungo tempo su imprese, famiglie e lavoratori.

Chiamiamo il governo e la Regione Emilia Romagna per capire il perché. E si scopre che i fondi arriveranno dal 15 di novembre prossimo. Ma non si poteva fare prima? 

Dal governo ci fanno sapere che la legge prevede che devono essere le Regioni a predisporre il portale dentro il quale si possano caricare le perizie finalizzare all’erogazione dei fondi e dei sostegni adeguati. L’ordinanza del commissario Figliuolo in merito è già uscita, delineando di fatto tutto ciò che sarebbe risarcibile. Ora la Regione deve rilasciare l’applicativo che si è impegnata col governo a far "uscire" entro il 15 di novembre prossimo.

Ma a distanza di 5 mesi, chiediamo? Non si poteva fare prima, per evitare ulteriori effetti dannosi che l’alluvione ha già portato? 

Dal governo spiegano che la Regione ha indicato quella data per adattare l’applicativo del terremoto all’alluvione. Quindi la responsabilità sarebbe della Regione Emilia Romagna.

Chiamiamo la Regione guidata da Stefano Bonaccini e la versione dei fatti che ci viene raccontata è diametralmente opposta. Nell'incontro del 31 agosto in Regione con il commissario Figliuolo, insieme a tutte le parti sociali coinvolte, è stata accolta la richiesta dell’Emilia Romagna di utilizzare, per l’erogazione dei fondi, la piattaforma usata per il sisma. A quel punto Figliuolo annuncia che avrebbe fatto un’ordinanza per indicare la Regione quale soggetto attuatore. Ordinanza nella quale avrebbe indicato la data concordata del 15 novembre, necessaria ad adeguare la piattaforma dal punto di vista tecnico. 

Ma non si poteva predisporre prima?

Dall’ente di viale Aldo Moro in Bologna dicono che se questa serie di incontri si fossero fatti immediatamente, e non 4, 5 mesi dopo l’alluvione, tutto si sarebbe chiuso con tempi celeri e con il ristoro a breve delle imprese.

Fra le aziende che non sono ancora ritornate a pieno regime, racconta Confindustria Romagna nel suo report, il 14% di loro ipotizza di poterlo fare entro un mese, il 14% in due mesi, il 29% in tre mesi e il 14% in sei mesi. Il 58% è riuscito a mantenere intatta la catena di fornitura mentre il 42% è dovuto ricorrere a nuovi fornitori. Il 92% delle aziende interpellate ha mantenuto gli stessi livelli occupazionali e solo l'11% prevede nei prossimi mesi di accedere alla cassa integrazione. Una tappa, quest’ultima, dolorosa frutto anche della mancata predisposizione della macchina istituzionale.

 

 

 

 

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