Manovra filo-Ue, malumori nel Cdx. Quello che a microfono acceso nessuno dice

Cisl "tradita", "norma Lotito", dietrofront Pos, pensioni...

Di Alberto Maggi
Politica

Manovra, fiducia sicura sia alla Camera che al Senato


Era inevitabile. Come Affaritaliani.it ha scritto circa un mese fa, alla fine la Legge di Bilancio verrà approvata, sia alla Camera prima di Natale sia al Senato prima di Capodanno, con la fiducia. Niente da fare, impossibile rispettare i tempi ed evitare l'esercizio provvisorio senza la blindatura del provvedimento. D'altronde, si sa, sulla manovra finisce sempre così. Tutto bene, dunque, e tutti contenti nella maggioranza? Mica tanto. Tra i corridoi di Montecitorio e la Buvette, passando per il cortiletto della Camera dove i deputati si fiondano a fumare appena possono, fioriscono i conciliaboli tra i parlamentari di Centrodestra e il sentiment che si percepisce non è proprio di totale soddisfazione.

Certo, Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti hanno ottenuto il non scontato via libera dell'Unione europea, ma a che prezzo? "Sui Pos abbiamo ceduto completamente, siamo tornati indietro non appena a Bruxelles ci ha ricordato gli impegni presi soprattutto per avere i soldi del Pnrr", osserva un giovane leghista. E nonostante ora si cerchi un modo per far pagare le commissioni alle banche e non agli esercenti, l'abbandono della soglia dei 60 euro per tornare a 30 è una sconfitta, visto che quando la manovra è uscita dal Cdm sembrava un punto fermo.

C'è poi il tema pensioni. Soddisfatta Forza Italia per aver ottenuto l'innalzamento a 600 euro al mese dell'assegno per gli over 75, ma sono diversi i deputati di Cdx (FdI e Lega) che sottolineano che alla fine il governo ha "tradito" la Cisl, sindacato che non ha aderito allo sciopero contro l'esecutivo di Cgil e Uil. La Cisl aveva chiesto la rivalutazione delle pensioni fino a cinque volte la minima, la premier si era impegnata in tal senso - dicono - e invece niente. I soldi vanno sulle minime come voleva Silvio Berlusconi (e nemmeno per tutti).

Altri punti che deludono il corpaccione della maggioranza a Montecitorio sono il tentatvo (poi saltato in extremis) di scudo penale per gli evasori e soprattutto la norma "salva Serie A", ribattezzata "norma Lotito" e che ha fatto infuriare soprattutto Matteo Renzi (sulla carta l'esponente di opposizione più vicino al governo insieme a Carlo Calenda). Raccontano poi che durante l'ultima riunione tra la presidente del Consiglio e i capigruppo del Centrodestra sulla Legge di Bilancio Meloni si fosse impegnata, oltre che sui temi già toccati, anche sull'aggiustamento di Opzione Donna. E invece niente, come sempre - specie sulle pensioni - non si può far arrabbiare l'Europa. E quindi il risultato portato a casa è il minimo possibile per evitare il ritorno alla Legge Fornero.

Infatti, come sottolinea un deputato leghista di lungo corso, "Quota 103 non è affatto Quota 41". Insomma, la manovra verrà approvata con la fiducia e non ci sarà l'esercizio provvisorio. Ma qualcuno, non pochi, nella maggioranza (non Forza Italia e centristi), lontano dai microfoni, comincia a parlare sottovoce di "sovranisti di carta". Se l'Europa minaccia, subito retromarcia...

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