Guerra, "Rai? Tanti errori. Ad esempio Costamagna su Rai 3 con Agorà..."

Guerra & tv, parla con Affaritaliani.it Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza della Rai

Di Alberto Maggi
Luisella Costamagna Agorà Raitre
Politica
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"Basta verificare come Agorà su Rai3 ha voluto raccontare la situazione: 3 ospiti contro la Nato, come De Magistris, Tricarico e Campi, sostenuti anche dalla conduttrice Costamagna..."


"Mi auguro che con la guerra in Ucraina non si ripeta il nefasto meccanismo che abbiamo già visto con il Covid e i vaccini, l’ingiustificabile par condicio tra scienza e no-vax di tante trasmissioni che ha contribuito a far arrivare la pesantissima quarta ondata a Natale", afferma ad Affaritaliani.it Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della Commissione di Vigilanza della Rai. "Se non avessimo avuto quel diluvio di talk così sensibili alle fake news dei no-vax, forse avremmo avuto qualche vaccinato in più e meno ricoveri. Ecco, ora non succeda lo stesso con l’invasione russa: un conto è dare un’informazione equilibrata e attenta a tutte le posizioni, altro è far partire il circo della par condicio tra aggressore russo e aggredito ucraino, tra le posizioni di Putin e quelle degli Usa e della Nato. Quando si assiste ad una devastazione come quella provocata dall’esercito russo, non può esserci alcuna par condicio".

"Purtroppo di cattivi esempi già ne vediamo molti. Per limitarsi a oggi, basta verificare come Agorà su Rai3 ha voluto raccontare la situazione: 3 ospiti contro la Nato, come De Magistris, Tricarico e Campi, sostenuti anche dalla conduttrice Costamagna, contro il solo sottosegretario Scalfarotto lasciato a difendere la posizione espressa, peraltro quasi all’unanimità, dal Parlamento. È chiaro che garantire un racconto corretto è un preciso obbligo del servizio pubblico, se si invitano ospiti tutti schierati da una parte si finisce con il dare un quadro fortemente sbilanciato", sottolinea Anzaldi. "Finora, purtroppo, la Rai si è caratterizzata per i tanti errori, le immagini dei videogiochi nei tg, il presenzialismo in video dei direttori, la moltiplicazione degli inviati dei singoli tg senza una strategia comune, almeno nei primi giorni dell’invasione. Sarebbe opportuno che ora non si allineasse al peggio di alcune trasmissioni della tv commerciale, con il contraddittorio tra aggressori e aggrediti", conclude.

 

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