Parlamentari, 1.500 € di pensione dopo 5 anni. Ma ai cittadini ne servono 43

Perché quando è il momento di riconoscere l'attività di una persona che ha lavorato per oltre 40 anni si mettono paletti e ostacoli vari?

di Ezio Pozzati
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Pensioni d'oro ai parlamentari dopo 5 anni di mandato

In questo periodo i nostri parlamentari dibattono sulla pensione di chi ha lavorato per oltre 40 anni. Tutti ricordiamo le “lacrime” della Fornero che chiedeva “sacrifici” agli italiani (ancora?) e mandava tutti in pensione a 66/67 anni lasciando fuori circa 350.000 esodati (ossia senza stipendio e senza pensione), una vergogna! Ora dato che i nostri legislatori vogliono occuparsi nuovamente della pensione di chi ha lavorato sarà anche il caso che noi, come cittadini, ci occupassimo un po' della loro?

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Il trattamento economico dei parlamentari è da sempre un argomento molto spinoso, soprattutto per quanto riguarda le pensioni. Dopo la riforma del 2012, deputati e senatori non ricevono più un assegno vitalizio ma un trattamento previdenziale basato sul sistema contributivo, come previsto per la generalità dei lavoratori. Le cifre, tuttavia, sono ben più alte di quelle percepite da un impiegato qualunque.

In media un parlamentare che sia stato in carica per almeno 5 anni di mandato, percepisce una pensione di circa 1.500 euro al mese. Tale cifra aumenta in base al numero di anni di mandato: si può arrivare fino a sopra i 4mila euro al mese con 15 anni o più alle camere. Ovviamente per tredici mensilità. Ecco la tabella degli “stipendi dei nostri parlamentari:

fonte: Camera dei Deputati

Ora 1.500 euro al mese li percepisce una persona che ha lavorato 42 anni e 10 mesi e da questa considerazione parte la domanda molto semplice: cosa hanno fatto di straordinario i nostri Parlamentari per avere questo privilegio? Una cosa da non dimenticare è che ai nostri Parlamentari, non rieletti, spetta anche una liquidazione.

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Domanda scontata: tutte le persone che lavorano dovrebbero avere lo stesso trattamento pensionistico? E non mi si venga a dire che la “cassa” dei parlamentari è diversa da un'altra; giusto per fare un esempio un agente di commercio che ha contributi versati sia dalla propria attività sia dalla azienda/e per cui lavora deve avere almeno 20 anni di contributi un'età di 65 anni per le donne o 67 per gli uomini per percepire una pensione che varia dai 400 ai 750 euro lordi mensili per 13 mensilità (con diversi distinguo, vedi sito Enasarco).

Ora le disparità dei trattamenti pensionistici pare sia ad appannaggio dei soli Parlamentari e noi? Perché quando è il momento di riconoscere l'attività di una persona che ha lavorato per oltre 40 anni si mettono paletti e ostacoli vari? Sembra che il privilegio dei pochi non sia cessato con la rivoluzione francese ed anche se i nobili non esistono quasi più ci rimane sempre sul groppone una casta guarda caso eletta da noi. In questo caso mi sento un po' stupido.