Pd, Bonaccini: "Porte aperte a Bersani e D'Alema. E poi il M5s ci seguirà"

Il candidato alla segreteria del partito non chiude ai vecchi fuoriusciti. "Se diventiamo forti gli altri ci seguiranno. No ad alleanze a tavolino"

Politica

Bonaccini apre al ritorno di Bersani e D'Alema nel Pd

“Le alleanze fatte a tavolino non servono a niente. Tre anni fa ero sotto di dieci punti nei sondaggi. Non alleandomi con il M5S mi davano tutti per sconfitto, ma ho vinto con dieci punti di vantaggio. Non escludo però nulla e quindi anche il Movimento 5 Stelle qui può essere un alleato”. Così Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna e candidato alla segreteria nazionale del Partito democratico, sabato sera a Cagliari, a proposito di una possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle per le elezioni regionali previste in Sardegna nel 2024.

“L’importante - ha aggiunto Bonaccini - è che le alleanze si facciano sui programmi e sui progetti condivisi. Bisogna avere prima un’idea della Sardegna, poi se si riesce a fare un’alleanza omogenea per quanto larga, è più facile battere la destra che governa qui oggi”.

In un colloquio con la Stampa fornisce maggiori dettagli. "Bersani e D’Alema? Porte aperte a tutti, a chiunque voglia rientrare". E ancora: "Dobbiamo riscoprire la vocazione maggioritaria che è il contrario dell’autosufficienza: le alleanze sono indispensabili, ma o le fai da una posizione di forza oppure viene a mancare la ragione stessa della nostra esistenza: perché noi siamo nati per essere un grande partito, non un partito irrilevante".

“Il Pd deve ripartire dai territori, dove le persone lavorano, vivono, studiano, si curano e si divertono. Deve ritornare a essere una forza percepita come più popolare”, ha detto poi Bonaccini. “Sono stato  a Lula, un piccolissimo comune del nuorese ha detto Bonaccini - dove c’è un progetto di livello internazionale su cui lavorare assieme al governo. Ci sono stato anche per incontrare delle persone a cui non va mai il pensiero di chi a Roma a volte rimane troppo chiuso negli uffici. Il Partito democratico riparte dai territori e vuole coinvolgere di più gli amministratori locali che sono quelli che spesso vincono anche dove a livello nazionale si perde”.

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