Quirinale, Conte boccia Casellati. Giorgetti apre (svolta) a Casini

Quirinale, importanti dichiarazioni del capo politico del M5S e del numero 2 leghista

Di Alberto Maggi
Politica
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Quirinale, Conte si allinea al Pd e dice no a Casellati


Anche Giuseppe Conte, che era lo spiraglio del Centrodestra all'interno del Movimento 5 Stelle, boccia la soluzione di tentare di eleggere Maria Elisabetta Alberti Casellati al quarto scrutinio. "Mettere in gioco una carica istituzionale, in un quadro di contrapposizione senza una soluzione condivisa, sarebbe un grande errore per il Centrodestra, un grande sgarbo istituzionale nei confronti della presidenza del Senato", ha detto il leader del M5S a chi gli chiedeva dell'ipotesi della presidente del Senato Elisabetta Casellati, alla presidenza della Repubblica.

"Invitiamo il Centrodestra a trovare un metodo e a lavorare in modo condiviso senza nessuna iniziativa che metta a rischio le istituzioni", ha aggiunto. Ma Conte stoppa nuovamente anche Mario Draghi al Quirinale, nonostante il premier sia sostenuto da pezzi importanti del Movimento come quelli che fanno riferimento a Luigi Di Maio e a Roberto Fico. "Il Movimento dice sì a Draghi, lo ha detto un anno fa e lo rafforza ora perché l'Italia è ancora in ginocchio e ora è il momento più duro. Diciamo si a Draghi e alla visione di cui lo abbiamo investito e siamo disponibili a rilanciare e supportare azioni di governo per un patto con i cittadini sottoscritto tutti insieme". Quindi sì a Draghi premier, non presidente della Repubblica.

Intanto, mentre il Centrodestra ragione sull'eventuale blitz domani alla quarta votazione con Casellati, arrivano le parole come sempre sibilline del numero due della Lega Giancarlo Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico, apparentemente ai margini nella partita per il Colle, frena Draghi Presidente e apre a Pierferdinando Casini, ipotesi finora esclusa dai leghisti.  "Dicono che nessuno lo vota, se nessuno lo vuole votare allora mi pare difficile che diventi Presidente", ha affermato Giorgetti, ai microfoni di Fanpage e del Fatto Quotidiano, non nascondendo il suo scetticismo sulla possibile elezione di Draghi al Colle. E Casini? "Quando c'è casino....".

Quest'ultima battuta, in particolare, per chi conosce bene il linguaggio giorgettiano tutto particolare fatto di ironia, detto e non detto, va tradotta così: quando la situazione è confusa e non si trova una soluzione, laddove venisse bocciata Casellati o ritirata la sua candidatura, ed escluso Draghi (vista anche la posizione di Conte), non resta che il candidato renziano, ovvero Casini, l'ex presidente della Camera per il quale nessuno impazzisce ma che risolverebbe rapidamente l'impasse permettendo al governo di andare avanti con un pareggio sostanziale, senza vincitori o vinti (tranne Renzi, nella partita del Quirinale.

 


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