Lorenzo Flaherty: "Io, Roma, il teatro e il film di un caso giudiziario"

Nel film "Stato di grazia" recita la parte di un Pm in un'inchiesta che sarà un caso giudiziario. Ora le prove a teatro e il racconto della sua Roma

di Franco Pasqualetti
Roma

Lorenzo Flaherty si racconta. E lo fa con la genuinità e la schiettezza di sempre: da Roma, la sua città, al teatro dove sta provando il suo spettacolo fino all'ultimo film che lo ha visto protagonista nel raccontare un caso giudiziario. Quello di Ambrogio Crespi. 

Tante sfaccettature un grande professionista. Lorenzo Flaherty è questo: un attore che non smette mai di studiare, che si mette alla prova con nuove sfide e progetti ambiziosi. L'ultima fatica è un docufilm su Ambrogio Crespi, l'imprenditore della comunicazione finito in carcere per una chiamata di un pentito risultata poi falsa. Un caso giudiziario clamoroso. In "Stato di grazia" - questo il titolo del film presentato a Venezia - Lorenzo Flaherty recita la parte dell'accusa: il Pm che ha curato le indagini.

Ruolo impegnativo

"E' stato un ruolo impegnativo - racconta l'attore - un film in cui il copione erano gli atti giudiziari e le battute erano le registrazioni dei processi. Calarsi in una realtà così complessa è stata una bella sfida e credo che il risultato finale sia davvero ottimo. Luca Telese ha curato il progetto e ha dato la forza a una storia pazzesca che ricorda tanto il caso Tortora". Il protagonista del film è proprio Ambrogio Crespi: "Iniziamente non voleva recitare - dice Flaherty - ma poi si è convinto e la forza in più è stata proprio quella, recitare su un qualcosa che si è vissuto dà maggior realismo ai fatti".

Le difficoltà

"Un attore deve sapersi calare nel personaggio e viverlo fino in fondo - continua l'attore - e trovarsi nei panni del protagonistsa dell'accusa è ancora più difficoltoso. Riportare gli sguardi, i toni, le prese di posizione di un Pm e farlo in un modo credibile e realistico è stato entusiasmante ma difficile. Non è la prima volta che mi capita di fare un ruolo di giudice ma questa volta è stata davvero molto più intensa e vissuta.

Ora a teatro

"In questi giorni stiamo provando un nuovo spettacolo teatrale che debutterà il 26 febbraio ad Alessandria e sarà in tournee per tutta l'Italia - continua Flaherty - si chiama Solo una vita, di Monica Massone. Parla dei sogni e delle speranze di un uomo che si infrangono con la guerra mondiale. Ambientanto a metà '900 racconta la storia di un personaggio che amava lo studio, che sognva di fare l'insegnante e combatteva per riuscire a coronare questo desiderio. Tutto però si infrange con la chiamata alle armi dove i spengono i riflettori su un vita che sarebbe dovuta esser diversa"

Il rapporto con Roma

"Senza Roma non potrei mai vivere - afferma l'attore - fa parte di me, quando sono lontano sento il suo richiamo. Però è una città ferma, che si bea delle glorie del passato senza inventarsi nel futuro. Mancano i servizi, c'è lassismo. A scuola si diceva è bravo ma non si applica, ecco Roma è questo: potenziale pauroso ma poca voglia di sfruttarlo. Prendiamo ad esempio la nuova Ztl della fascia verde. Io sono un amante della natura e adoro camminare e per la mia mentalità togliere gran parte delle auto è un sogno. Però prima di fare questo la città deve dotarsi di strumenti, di servizi, di mezzi di trasporto all'altezza. Perché io posso anche lasciare l'auto ma voglio un trasporto puntuale che mi permette di raggiungere la mia destinazione senza problemi. Nonostante ciò amo Roma follemente". 

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