Roma, via di San Basilio spostata in periferia: la figuraccia del Comune

Sulla Tiburtina appena inaugurata in pompa magna fa bella mostra di sé un cartello che indica la svolta per via di San Basilio, distante da lì 11 chilometri

Cartello sbaglia via di San Basilio sulla Tiburtina
Roma

Si legge via di San Basilio ma per favore è via del Casale di San Basilio. Al Comune di Roma prendono lucciole per lanterne e su un cartello che grida vendetta sulla Tiburtina sbattono il sindaco Roberto Gualtieri e l'assessore Ornella Segnalini: invece di via del Casale di San Basilio, è spuntata la svolta a destra in via di San Basilio, solo che la via indicata non è sulla Tiburtina ma nel cuore di Roma e unisce via Bissolati con Piazza Barberini.

Quasi 11 chilometri separano le due vie, una tra Ponte Mammolo e il quartiere di San Basilio; l'altra a cavallo tra i Rioni Trevi e Ludovisi, in un luogo dove basta aprire gli occhi per capire che non si è in periferia.

In pompa magna inaugurata la Tiburtina e nessuno si accorge dell'errore

Cartello sbagliato via di San Basilio sulla Tiburtina
 

Ricapitoliamo: qualche giorno fa Gualtieri inaugura la nuova via Tiburtina sino al Gra, un cantiere lungo 23 anni, partito con Veltroni e che ha attraversato sindaci e commissari per poi giubilarsi con la Ryder Cup, come “arteria strategica” per i giocatori che preferiscono di gran lunga l'elicottero. Si tagliano i nastri e il cartello rimane lì, forse per intrappolare i golfisti e convincerli che Ponte Mammolo è il cuore di Roma (tanto sono americani e inglesi per la maggior parte) e quindi con un colpo di sciatteria unica, il Comune modifica la toponomastica e la storia e sposta vie come fossero sanpietrini.

Il simbolo della superficialità

Nessuno se n'è accorto per giorni e giorni, sino a quando un esperto di trasporti pubblici in visita al cantiere Tiburtina-Ryder è rimasto di sasso. E ora quel cartello stradale fa bella mostra di sé e si erge a simbolo della città dove la superficialità e l'approssimazione sono figli degeneri della voglia di tagliare nastri e chiudere cantieri. Costi quel che costi. Peccato veniale?

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