San Siro: l'asse Tajani-Moratti-Sorte e le parole di Barbara Berlusconi: così è nata la strategia di Forza Italia

L'uscita di tre consiglieri di Forza Italia dall'aula e l'approvazione della delibera sulla vendita di San Siro: una partita a scacchi giocata da Antonio Tajani, Letizia Moratti, Alessandro Sorte. E, sullo sfondo, la posizione dei Berlusconi...

di Nicolò Rubeis

Letizia Moratti e Antonio Tajani

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San Siro: l'asse Tajani-Moratti-Sorte e le parole di Barbara Berlusconi: così è nata la strategia di Forza Italia

Una partita a scacchi, con l'asse tra il segretario azzurro Antonio Tajani, l'europarlamentare Letizia Moratti e il coordinatore lombardo Alessandro Sorte e l'impegno anche della famiglia Berlusconi, intuibile dalle dichiarazioni della terzogenita Barbara. L'uscita dall'Aula di tre dei quattro consiglieri di Forza Italia ha permesso l'approvazione della delibera sulla vendita di San Siro a Milan e Inter. Ha contribuito a spaccare la sinistra, ma anche a mettere in luce le contraddizioni della Lega, contraria a Palazzo Marino dopo anni di attacchi alla giunta per il tempo perso sul Meazza. 

Per capire la genesi della strategia di Forza Italia occorre fare qualche passo indietro. Inizialmente il sindaco Beppe Sala aveva legato il suo futuro a Palazzo Marino alla questione dello stadio, con gli azzurri che quindi si erano posizionati sul 'no' alla delibera per evitare di partecipare a un referendum sul primo cittadino. Sala ha poi chiarito che non avrebbe comunque fatto un passo indietro, anche in caso di esito negativo in Consiglio comunale. 

A quel punto Forza Italia ha provato a fare la sua controproposta, parlando di un "patto" per la città che prevedeva il voto favorevole in Aula degli azzurri in cambio di un appoggio a Roma sul Salva Milano. Opzione rigettata al mittente dalla sinistra: "Una mela avvelenata". 

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Le mosse dei big di Forza Italia e le parole di Barbara Berlusconi

A quel punto si sono mossi i 'big' del partito, a partire dall'ex sindaca Moratti, ovviamente con la benedizione di Tajani e in asse con Sorte. E non è nemmeno complicato immaginare quale fosse la posizione della famiglia Berlusconi, facilmente intuibile dalle parole di Barbara Berlusconi, in passato ad del Milan, che prima della votazione a Palazzo Marino aveva sottolineato che Milano "ha sempre sacrificato una parte della propria storia e conformazione urbanistica in nome del progresso e della modernità" e che "il confronto con gli stadi degli altri Paesi europei è impietoso", parlando di San Siro come di una "struttura fatiscente, priva di servizi". 

A cinque giorni dal momento decisivo a Palazzo Marino, Forza Italia ha criticato fortemente la delibera per cercare di far uscire allo scoperto il centrosinistra, facendo salire la tensione di chi temeva di non avere i numeri in Aula. L'obiettivo era quello di risultare in qualche modo decisivi. Se si esce dall'Aula, era il ragionamento, lo si fa solo per essere l'ago della bilancia. 

Forza Italia: una mossa che evidenzia le crepe nel centrosinistra. Ma mette pressione anche al centrodestra

Si è arrivati così alla giornata di ieri. Il rischio che la delibera non passasse era ancora alto e quindi Forza Italia ha scelto la strada della "responsabilità" con la nota di Moratti, convinta che la pattuglia azzurra avrebbe trovato il modo per far approvare la delibera, anche tenendo conto della contrarietà del consigliere Alessandro De Chirico, ritenuta legittima anche nel partito viste le sue battaglie nei quartieri coinvolti e il suo impegno sempre riconosciuto nella partita dello stadio. Gli azzurri hanno anche fatto sapere informalmente a FdI e Lega che la loro posizione sarebbe stata a prescindere quella di uscire dall'aula. Così facendo Forza Italia sapeva di mettere ancora più in luce le crepe all'interno del centrosinistra, distinguendosi e mettendo però pressione anche agli alleati di centrodestra che alla fine hanno votato ‘no’ alla delibera.

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