San Siro, il consiglio comunale vota "sì" alla vendita dopo dodici ore di discussione - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 11:13

San Siro, il consiglio comunale vota "sì" alla vendita dopo dodici ore di discussione

Maratona notturna per il voto sulla vendita di San Siro. I 239 emendamenti, la scelta di Forza Italia di non affossare la delibera

Di Giorgio d'Enrico

San Siro, il consiglio comunale vota "sì" alla vendita dopo dodici ore di discussione

Sì alla vendita di San Siro: alle 3 di notte dopo una riunione fiume di oltre 12 ore il consiglio comunale ha approvato la delibera con  24 voti a favore, venti contrari e nessun astenuto. Semaforo verde al progetto che prevede la cessione dello stadio e dell’area limitrofa a Milan e Inter per 197 milioni di euro e il via libera al progetto dei club, che intendono realizzare un nuovo impianto al posto del Parco dei Capitani e del parcheggio, con la demolizione parziale e la rifunzionalizzazione del Meazza. In aula la seduta è iniziata alle 16.30 ed è proseguita ad oltranza nella notte. Sono ben 239 gli emendamenti che sono stati presentati, ma la discussione è terminata al 25esimo. 

La svolta con la scelta di Forza Italia di uscire dall'aula al momento del voto, tranne un consigliere dissidente dalla linea del partito, Alessandro De Chirico, che ha votato no. Dei 20 contrari sette sono della maggioranza, gli altri di Lega, Fratelli d'Italia e Noi Moderati e di un consigliere di Forza Italia. Non ha partecipato al voto il capogruppo della Lista Beppe Sala Sindaco, Marco Fumagalli, che ha dichiarato la sua intenzione di dimettersi. Oltre a lui non ha partecipato al voto Manfedi Palmeri del centrodestra. Sulla delibera pesavano 239 emendamenti: ne sono stati discussi 25. La svolta, riferisce Ansa, è arrivata alle 3 di notte quando è stato approvato, tra molte polemiche anche della maggioranza e soprattutto dei Verdi, un sub emendamento cosiddetto tagliola che ha fatto decadere tutti gli emendamenti presentati. 

Scavuzzo: "Poste le basi per scrivere una pagina nuova"

La vicesindaca Anna Scavuzzo ha commentato: "C'e' una soddisfazione rispetto alla prospettiva di poter trasformare l'area di San Siro, su cui c'era una preoccupazione, per un futuro incerto di San Siro e quindi abbiamo provato a scrivere una pagina nuova e abbiamo solo iniziato. Abbiamo messo le basi". Quanto alla solidita' della maggioranza, che come previsto si e' spaccata, "Non penso che ci sia un messaggio negativo, la dialettica funziona cosi' quando ci sono posizioni diverse che si confrontano. Ho lasciato lo spazio per esprimersi e per assumere una decisione". E comunque, ha concluso, "spero che la maggioranza non perda pezzi anche se il passaggio e' stato di forte frizione e non sara' ne' il primo ne' l'ultimo. Ognuno prendera' le sue decisioni. Adesso parte una pratica amministrativa non banale e tocca alle squadre fare una parte che fino ad ora hanno fatto troppo poco".

Il percorso che ha portato all'approvazione della delibera

La delibera aveva già ottenuto il parere favorevole della Giunta lo scorso 17 settembre, in quanto la proposta di acquisto era stata ritenuta coerente con le finalità strategiche dell’Amministrazione di valorizzare l’ambito della GFU San Siro, anche alla luce degli indirizzi formulati dal Consiglio comunale in diversi ordini del giorno, tra i quali il n. 324 del 22 dicembre 2022 e il n. 7 dell’11 novembre 2024, che tra l'altro invitano a destinare parte delle risorse derivanti dall’operazione a interventi di interesse pubblico. 

Il soggetto acquirente sarà un veicolo societario controllato dalle Società, che comunque sottoscriveranno il contratto.  Il prezzo di vendita è pari a 197.075.590 euro; 73 milioni saranno versati al Comune di Milano contestualmente alla sottoscrizione del contratto, la restante parte sarà rateizzata e garantita da apposite fideiussioni bancarie o assicurative. Sono inoltre previste fideiussioni a garanzia della realizzazione del nuovo tunnel Patroclo, del verde e della parziale demolizione e consolidamento del Meazza. 

Il voto del Consiglio comunale arriva a valle di un percorso fitto di interlocuzioni e ampi dibattiti in Commissioni consiliari e Consigli municipali (Municipi 7 e 8), che ha caratterizzato l’attività dell’Amministrazione in questi ultimi mesi.  

Gli emendamenti alla delibera votati in aula

Approvati dall’Aula anche alcuni emendamenti alla delibera. Innanzitutto quello, votato all’unanimità, con cui si prevede - ferma restando l'applicazione della disciplina prevista dal d.lgs. 36/2023 relativamente ai requisiti di onorabilità - che l'esecuzione di opere, la prestazione di servizi o forniture oggetto del complessivo progetto di intervento, comprese le opere di demolizione e smaltimento rifiuti, potranno essere effettuate unicamente da operatori economici che abbiano adottato modelli organizzativi ex d.lgs. 231/01 nei quali sia prevista una mappatura delle aree di rischio infiltrazione mafiosa (art. 24 ter d.lgs. 231/01) e, quale misura preventiva, l'iscrizione degli operatori stessi e dei propri partner contrattuali nelle ‘white list’ della Prefettura o, in alternativa, l'effettuazione dei controlli antimafia e antiriciclaggio previsti dalla normativa vigente. 

Con un altro emendamento, l’Aula ha stabilito che sarà una delibera di Consiglio a decidere la destinazione delle risorse derivate dall’operazione, con ‘particolare attenzione a interventi nel quartiere interessato’.  Altri emendamenti, infine, riguardano: il vincolo a progetti di sostenibilità ambientale di 14 milioni di euro, già a partire dalla prossima programmazione di Bilancio, in aggiunta agli obiettivi di neutralità carbonica da raggiungere in città; la garanzia da parte dell’acquirente sull’adozione di misure per l’accessibilità e l’inclusione e contro ogni forma di discriminazione; il limite di un massimo di 5 milioni di euro del contributo dell’Amministrazione nel caso di eventuali attività di bonifica nel Parco dei Capitani. 

Sorte (Forza Italia): "Non voteremo sì ma non affosseremo la delibera"

Il racconto della lunga giornata di lunedì 29 settembre. Poco prima dell'inizio della seduta nel pomeriggio,il era giunta notizia che il gruppo di Forza Italia in Consiglio comunale non avrebbe affossato la delibera'. "Noi non voteremo si', perche' questa delibera rimane piena di limiti. Ma non voteremo nemmeno contro, perche' significherebbe condannare Milano e i milanesi. Scegliamo di restare coerenti con i nostri valori: non ideologici, ma pragmatici, concreti, orientati al bene della citta'. Se ci saranno dei distinguo, saranno dovuti a comprensibili battaglie territoriali che rispettiamo", aveva dichiarato il coordinatore di Forza Italia in Lombardia, Alessandro Sorte a pochi minuti dall'inizio della seduta. "Qualcuno potrà dire che la non partecipazione dei nostri consiglieri potrebbe favorire l'approvazione della delibera, aiutando questa amministrazione. Ma questo poco importa. Noi scegliamo di tutelare la città di Milano. Noi non vogliamo demolire le opportunità di crescita, bloccare gli investimenti, infliggere un danno ai milioni di tifosi e ai cittadini. Al contrario, vogliamo favorire lo sviluppo della città, il lavoro, la rigenerazione urbana". 

Letizia Moratti: "Forza Italia consentirà l'approvazione della vendita"

Anche la presidente della Consulta Nazionale di Forza Italia, europarlamentare del Partito Popolare Europeo ed ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, si era detta certa che il gruppo consiliare di Forza Italia in Consiglio comunale avrebbe adottato una posizione in grado di consentire l'approvazione della delibera. Lo scrive in una nota mentre è in corso nell'aula di Palazzo Marino la discussione del provvedimento. Una eventuale astensione del suo partito consentirebbe il via libera nonostante la contrarietà di alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra. "Non possiamo certo ignorare i limiti di questo provvedimento, né tantomeno condividerne pienamente i contenuti - ha affermato Moratti - ma la nostra responsabilità verso la città ci impone una scelta chiara: evitare che Milano venga paralizzata da contrapposizioni ideologiche o da calcoli politici."

A smarcarsi dalla posizione del gruppo consiliare di Forza Italia c'è stato tuttavia Alessandro De Chirico, che come anticipato nell'intervista ad Affaritaliani.it Milano ha spiegato:  "Il mio voto sulla delibera della GFU San Siro sarà convintamente negativo. Sicuramente un NO diverso rispetto a quello degli eco-talebani anche perché sono sempre stato convinto che l'investimento privato sia una grande opportunità per la rigenerazione urbana di un quartiere fortemente depresso e degradato come San Siro. Il mio è un NO sul metodo e sul merito"

Le critiche di Lega e FdI: "Forza Italia, scelta che spiace doppiamente"

La mossa di Forza Italia ha suscitato malumori negli alleati di centrodestra. Il segretario milanese della Lega Samuele Piscina ha commentato così la decisione degli azzurri: "Oggi la sorpresa: Forza Italia, che fino all’altro giorno aveva chiaramente dichiarato che avrebbe votato contro, cambia improvvisamente idea e sceglie di uscire dall’aula, offrendo un aiuto determinante al Sindaco e alla sua maggioranza divisa. Una scelta che spiace doppiamente, perché non solo tradisce la compattezza dell’opposizione, ma regala ossigeno a una maggioranza già spaccata, con almeno sette consiglieri contrari alla linea di Sala. La Lega continuerà a difendere gli interessi dei cittadini e con coerenza e compattezza non faremo mai da stampella al PD e alla sinistra. La realtà è sotto gli occhi di tutti: il sindaco non ha più la maggioranza uscita dalle urne e dovrà cercare i voti di volta in volta tra altri banchi. Sala smetta di vivacchiare cercando di tirare a campare e, per una volta, pensi davvero all’interesse dei milanesi facendosi da parte”. E anche Silvia Sardone, in consiglio, non ha risparmiato critiche: "Neanche nei miei incubi peggiori avrei pensato che la delibera sarebbe passata con il sostegno di Forza Italia". 

Critiche anche da Fratelli d'Italia. Così il capogruppo in aula Riccardo Truppo: "La posizione annunciata da Forza Italia indebolisce il ruolo del centrodestra in questa vicenda e così non può più essere praticata dal gruppo di Fratelli d'Italia, che l'aveva per primo ipotizzata come soluzione possibile ma non preconcetta". "Tenuto anche conto che la Lega, in questa situazione, voterà no alla delibera, se gli emendamenti non saranno approvati Fratelli d'Italia voterà no alla delibera", aggiunge Truppo. 

 

San Siro, Monica Romano a favore della delibera. Fumagalli: "Non voto sì"

“Dico sì alla delibera di San Siro. Ho presentato un emendamento per i diritti civili, l’inclusione, l’equità e le pari opportunità”. Lo ha scritto in una nota la consigliera del Partito Democratico Monica Romano, vicepresidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili e della Commissione contro il linguaggio d’odio, una delle due consigliere che non aveva sciolto le riserve sul voto sulla delibera per la vendita dello stadio San Siro. L'altro indeciso della vigilia, Marco Fumagalli della lista Sala, aveva fatto sapere ai cronisti che non avrebbe votato sì.

 

Legalità e white list negli appalti

La vicesindaco Anna Scavuzzo, con delega alla Rigenerazione urbana, ha lavorato sino all'ultimo per mediare su alcuni emendamenti, in particolare quello che introduce una “white list” delle imprese autorizzate a lavorare nell’area di San Siro. La proposta recepisce le preoccupazioni del Comitato Legalità di Nando Dalla Chiesa sui rischi di infiltrazioni mafiose negli appalti e sulla trasparenza dei titolari effettivi delle società coinvolte.

Gli scenari dopo il voto

I lavori per il nuovo stadio prenderanno il via nel 2027 e l’impianto dovrebbe essere pronto tra il 2030 e il 2031. Successivamente partirà la seconda fase, con la demolizione parziale e la rifunzionalizzazione del Meazza. 


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