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Stress da rientro: come ripartire con il piede giusto

Secondo uno studio pubblicato su Bottle, 1 italiano su 2 soffre della Sindrome di stress da rientro.

È quella fastidiosa sensazione che ti fa sentire uno straccio ogni volta che finiscono le vacanze.

Come affrontare il primo giorno di lavoro dopo le ferie? Cosa posso fare per rendere il trauma da rientro dalle vacanze più leggero? Ne parliamo in questo post

Stress da rientro dalle ferie: non è solo un’impressione

“Ricaricare le batterie e andare in vacanza è necessario per il corpo e per la mente. Ma il rientro può essere duro e il rischio, in alcuni casi, è lo stress da rientro, appunto” dice Alessandro Pesce, psicologo e psicoterapeuta. “I ritmi e gli impegni sociali e lavorativi sono sempre più pressanti, al servizio della performance e delle responsabilità, tant’è che sempre più persone lamentano il fatto che i periodi che precedono e susseguono le vacanze sono i peggiori come carico di lavoro, proprio per compensare l’assenza. Questo maggior carico comporta un notevole aumento di stress che può compromettere non solo la qualità della vita al rientro dalla vacanza (stress o sindrome da rientro), ma in alcuni casi anche la vacanza stessa.“

"La sindrome da rientro non è una vera e propria patologia”, continua il Dott. Pesce, “ma la possiamo catalogare nei disturbi dell’adattamento e si manifesta con un insieme (sindrome) di sintomi quali: irritabilità, ansia, disturbi del sonno, apatia, spossatezza, disturbi gastrointestinali depressione lieve. E’ possibile che il rientro al lavoro venga vissuto con sentimenti di sconforto o impotenza, difficoltà di concentrazione o sensazione di perdita delle competenze".

I numeri dello stress da rientro dalle ferie

Secondo uno studio pubblicato su Bottle, 1 italiano su 2 soffre della Sindrome di stress da rientro.

Secondo lo studio, al rientro dalle vacanze potresti provare:

1) ansia, sofferta dal 23 % delle persone che hanno partecipato all’esperimento;

2) preoccupazioni: “Come faccio a ritrovare la concentrazione e tornare ai frenetici ritmi di prima?

3) depressione, soprattutto quando la situazione lavorativa da affrontare non è esattamente delle migliori, per i più disparati motivi.

Ma c’è di più…

Oltre alla malinconia verso il dolce far niente, potresti arrivare anche a soffrire di problemi di salute.

Lo psicologo Dr. Andrea Epifani, dell’università di Urbino, conferma che potresti andare incontro anche a mal di testa, problemi gastrointestinali e insonnia.

Mentre lo psicologo del comportamentismo B.K Skinner ha dimostrato come i periodi di pausa e l’alterazione delle abitudini quotidiane porti a un lavaggio del cervello e ad una cancellazione di dati nella memoria.

Ecco perché si dice: staccare la spina.

La stacchi per divertirti, ma poi quando la riattacchi hai perso qualche dato importante nel database del tuo cervello.

La sindrome del rientro è una vera peste nera, che ti colpisce anche quando non vai in vacanza fisicamente, ma stacchi mentalmente.

Addirittura l’attimo in cui prendi in mano il telefono per rispondere a un messaggio proprio mentre stai studiando è sufficiente a farti cadere nel loop della sindrome del rientro.

Non per niente, il sintomo principale della sindrome da rientro è la difficoltà a ritrovare la concentrazione.

Come fare quindi per ridurre al minimo gli effetti collaterali delle pause più o meno lunghe di cui, comunque e a ragione, abbiamo bisogno?

Ci sono ovviamente degli accorgimenti di buon senso, in realtà validi sempre, che sono sicuramente d’aiuto.

Ad esempio tenersi qualche ora o giorno di “cuscinetto” fra la fine del periodo di pausa e il ritorno all’attività lavorativa. Uno spazio in cui rifocalizzarti sui tuoi obiettivi e fare ritorno alla realtà. E naturalmente prendersi cura del proprio corpo: dal riposo all’alimentazione passando per una sana attività fisica, anche solo una buona passeggiata all’aria aperta.

Ma ci sono poi anche degli accorgimenti più specifici che si possono adottare per ritrovare la concentrazione più in fretta. Durante i nostri corsi dedicati a studenti e professionisti che vogliono capire come ottimizzare le caratteristiche del proprio cervello per avere prestazioni di studio e di apprendimento migliori, dedichiamo molta attenzione a questa abilità critica per il successo.

Molti credono infatti che la concentrazione sia una specie di dote: o ce l’hai o non ce l’hai. Ma non c’è niente di meno vero. La concentrazione è un’abilità che va sviluppata, con la giusta strategia e le giuste tecniche.

La prima cosa da fare in questa direzione?

Un consiglio semplice da mettere in pratica, eppure di grande utilità (e troppo spesso dimenticato) è avere un sistema che ti permetta di riconnetterti velocemente con i tuoi obiettivi e soprattutto con i tuoi perché.

Lavorare o studiare richiede impegno. E ogni essere umano preferisce rilassarsi e oziare, piuttosto che impegnarsi. È nella natura delle cose. Ma noi umani, a differenza di ogni altro animale, abbiamo la possibilità di risvegliare la nostra motivazione interna semplicemente riconnettendoci al motivo profondo per cui abbiamo scelto di intraprendere un certo lavoro, un nuovo progetto o acquisire una nuova abilità, che si tratti di una nuova lingua straniera, di un master o di un corso di aggiornamento.

Un semplice foglio degli obiettivi, una vision board o anche una delle tante app che puoi trovare online, sono tutte alternative possibili e rapide per aiutarti a rinnovare la tua scelta e risvegliare in te la scintilla di motivazione capaci di farti destare dal torpore melanconico del rientro dalle vacanze.

Buon lavoro e buona ripresa!

Massimo De Donno 
Ideatore del Metodo Genio in 21 Giorni

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