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Lo sguardo libero
Incendio di Notre Dame? Simbolo disperazione dei Grandi Fratelli televisivi

Dell’ incendio della cattedrale di Notre Dame è stato detto di tutto. Giustamente che con esso si debba riflettere sulla cristianità e il dna culturale dell’Europa. E’ stato anche sostenuto che è successo in un momento di nichilismo dell’Occidente e che possa esserne  simbolo. Quasi nessuno si è però soffermato sulla differenza tra l’uomo di allora e quello di oggi.

Coloro che costruirono quell’opera e chi la frequentava erano esseri spirituali. Chi la realizzò - secondo arte (da cui la parola “artigiano”) -  possedeva una tecnica, una competenza. Sapeva ciò che andava fatto solo ed esattamente in quello modo, e da qui – spiritualmente -  nasceva la creatività… le loro opere erano tutte  diverse e al contempo uguali. Per questo Notre Dame aveva un senso per chi vi si recava: il popolo, in quanto anch'esso spirituale, vi trovava naturalmente il suo significato (ed entrava in contatto con Dio).

Esattamente l’opposto, con tutto il rispetto, dei partecipanti alle varie trasmissioni televisive popolari, i vari Pomeriggi  e Grandi fratelli. Queste sono frequentate da personaggi che – perlomeno quando sono ripresi dalle telecamere - non fanno nulla con arte, con competenza, ma boccacce, gli stupidi, e cose così prive di qualsiasi significato artistico (spirituale) che non si possono neppure descrivere. Fino all'avvento della televisione di massa, un giovane studiava per vivere con arte (il bancario, il medico, ma anche il falegname, il muratore), ora molti vi rinunciano perché non serve nessuna competenza per fare lo stupido in tv. Grazie a Dio - spiritualmente parlando - ciò non riguarda tutta la società, ma purtroppo tocca maggiormente le fasce popolari e percentualmente soprattutto quelle del Sud. Un rammarico, perché un uomo che non sa fare nulla, che non ha una competenza, è semplicemente un disperato.

Intanto la democrazia e la società recedono: quest'ultima è sempre più classista, con i borghesi colti che ridono della  ignoranza e della miseria del popolo ridotto a non avere conoscenze e competenze (si ripete: anche quelle del falegname e del muratore lo sono).  Per questo, come già disse Pier Paolo Pasolini, la televisione ha la responsabilità morale di aver distrutto la cultura e la memoria del popolo. E si può dire che l’incendio di Notre Dame rappresenti un avvertimento del lato spirituale del mondo.

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