Cronache

Il Miauseo di Teheran, museo del gatto con 30 felini fortunati

 

Roma, 1 giu. (askanews) - Quando al museo del gatto fra quadri e statue e collezioni di francobolli ci sono anche i gatti veri: succede a Teheran e in verità i visitatori vengono più a giocare coi felini che a guardare gli oggetti esposti. Ce ne sono trenta di gatti al Miauseo in un palazzetto del centro della capitale, e come spiega il direttore Hossein Hamleh Dari, un po' di tutte le razze: persiano, turco, americano, siamese; tutti però randagi rigorosamente salvati e adottati. La popolarità dei gatti in Iran ha radice antiche, aggiunge:"Per esempio sono rappresentati in molte opere d'arte, soprattutto miniature persiane, e Nassereddine Shah della dinastia Qajar, che regnò dal 1848 al 1896, aveva un gatto famoso che si chiamava Babri Khan".Come molte grandi città, la capitale iraniana è piena di gatti randagi e non tutti li apprezzano."Ma quando vengono qui e imparano a conoscerli cambiano idea. Per esempio quando vengono e incontrano Farrokh, eccolo. Farrokh è nato cieco ma è molto agile. Allora la gente prende coscienza che anche i gatti sono cittadini di Teheran e possono convivere con gli umani".E come tutti, i visitatori si innamorano dei gatti. Magari ricordando la fiaba persiana "Il gatto e il topo" del poeta Obeid Zakani, una satira politica del 14esimo secolo.