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Crisostomo (Enel): “La pandemia ha ridefinito i nostri progetti di sostegno”

 

“Il rapporto fra Enel Cuore e la città di Milano è sugellato con l’iniziativa di oggi, che non è la prima e non sarà l’ultima”, ha dichiarato Michele Crisostomo, Presidente di Enel ed Enel Cuore, ai microfoni di affaritaliani.it in occasione dell'inaugurazione del nuovo centro di accoglienza “Bassanini e Tremontani” di Milano.  “Milano è una città a cui guardiamo con grande attenzione. Sappiamo quanto rappresenti un laboratorio, in cui soluzioni nell’ambito del Terzo settore possono essere sperimentate grazie alla recettività del tessuto sociale, delle associazioni e delle istituzioni, per essere poi portate anche nel resto del Paese. Sotto questo profilo, il legame con Milano è forte, guardiamo a questa città come un esempio da cui trarre ispirazione per portare poi il nostro contributo anche in altre parti d’Italia”.

“Stiamo ritarando e ricalibrando i nostri progetti in funzione dell’esperienza che abbiamo vissuto”, ha continuato Crisostomo, riferendosi al modo in cui la pandemia ha impattato sui progetti a sostegno della comunità. “Abbiamo, per esempio, avviato la ricerca di luoghi di integrazione per i bambini, per cercare di intervenire su situazioni di marginalità e di disagio. Con la pandemia abbiamo ridefinito questi progetti, cercando di capire come l’integrazione, che non è stata possibile in senso fisico, potesse essere declinata attraverso esperienze digitali. Sotto questo profilo la pandemia ha cambiato il modo di intendere i nostri progetti nel Terzo settore, aggiungendo considerazioni nuove. Anche dove c’è disaggregazione sociale, abbiamo sperimentato la centralità di ripristinare e consentire una comunità e una socialità anche utilizzando degli strumenti tecnologici. Da questo punto di vista la pandemia è stata una fonte di idee ulteriore rispetto a quello su cui già stavamo sperimentando da molto tempo, e certamente alcune delle nuove tematiche che abbiamo visto nascere le trascineremo nella progettualità futura”.

“Siamo molto presenti in tutta Italia”, conclude. “Abbiamo da poco annunciato una ridefinizione di un progetto in cui cerchiamo di fare scuola. Degli spazi in cui si possa supportare ragazzi con disagi nell’apprendimento attraverso un aiuto specifico, in uno spazio che sia bello. Come detto anche dall’Arcivescovo, dobbiamo riuscire a intervenire in situazioni di potenziale ‘squallore’, facendo in modo che la linea della dignità arretri e riesca a fissarsi prima che si sconfini nel malessere. I nostri progetti verso sul fare scuola sono certamente orientati in questa direzione”.

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