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Coronavirus
Covid, Antonella Viola e il ragazzo salvato dal tampone troppo generico. "Ora cambiare". Dibattito su Affari

Preparata, equilibrata, comprensibile. È Antonella Viola, volto ormai noto della televisione italiana. Col suo viso dolce e la erre moscia, ma soprattutto con la sua grande competenza, conquista i telespettatori e buca il video tanto che i talk se la contendono. Autorevole e mai stucchevole, guida un gruppo di ricerca e insegna Patologia Generale all’Università di Padova. Tarantina trapiantata in Veneto, in questi mesi di emergenza sanitaria non ha mai preso posizioni radicali, distanziandosi dall’allarmismo e dal riduzionismo di altri suoi colleghi.

Affaritaliani ha scritto un suo ritratto (clicca qui per leggerlo) e ha raccontato la vicenda di un ragazzo rimasto "ostaggio" di un tampone che continuava a risultare positivo dopo 45 giorni di isolamento, nonostante non presentasse più sintomi da settimane. Una vicenda risolta dalla Viola, che ha scoperto che il virus era presente ma inerte. "Mi scrivono tante persone sequestrate in casa da mesi che continuano a fare il tampone e il tampone continua a risultare positivo. Ma dopo 15 giorni solo in meno del 6% delle persone si trova del virus vivo e in quantità così basse che non sono assolutamente contagiose. Noi stiamo bloccando persone in casa per mesi, con l’impatto che questo ha sull’economia e sulla salute mentale di queste persone, e poi continuiamo a fare tamponi che non servono a niente", ha raccontato la Viola a Radio 24 (clicca qui per ascoltarla).

Insomma, i tamponi sono troppo generici e la proposta è quella di renderli quantitativi. E il dibattito sul tema inizia su Affaritaliani, con la lettera che pubblichiamo qui sotto di Lucia Argentiero, medico, e la risposta del direttore Angelo Maria Perrino.

Angelo Perrino, buongiorno carissimo Direttore!! Ho molta stima della Dr.ssa Viola e approvo tutto quanto da lei dichiarato! Con il nuovo DPCM hanno ridotto i tempi di isolamento dei soggetti asintomatici quindi questi disagi non si dovrebbero più vivere, tuttavia a tal proposito mi chiedo se sia reale ciò che ha spaventato fin dall'inizio questa vicenda: gli asintomatici contagiano?? Per rispondere a questa domanda il tampone dovrebbe fornirci delle informazioni anche di tipo quantitativo e non solo qualitativo, a dimostrazione di ciò ci sono già diversi studi! Per quanto riguarda la collettività, abbiamo ampiamente dimostrato questa estate di non essere capaci di autogestirci, di avere bisogno dei controlli, dei DPCM, delle limitazioni! Purtroppo lasciare libertà di azione al singolo inevitabilmente coinvolge l'intera comunità, da qui l'opinione personale sulla necessità di chiudere le scuole.

Un caro saluto

Lucia Argentiero

La risposta del direttore di Affaritaliani Angelo Maria Perrino

Lucia Argentiero infatti, ci vogliono tamponi quantitativi; l'episodio raccontato dalla dottoressa Viola dimostra che c'è positivo e positivo e non ha senso ed è altamente deleterio e sbagliato chiudere in casa o peggio in ospedale positivi blandi e non più attivi. Si fanno gravi danni a causa di questa genericità e approssimazione diagnostica. E si creano insicurezza e panico ingiustificati.

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