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Covid, in arrivo nuovi farmaci. Pregliasco: "Serve la terza dose per i medici"

Covid: il punto sui nuovi farmaci e sulle dosi di vaccino. Pregliasco: "Serve la terza dose per i medici"


Nuove terapie anti-Covid potrebbero arrivare in Ue entro fine 2021. Lo ha spiegato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell'Agenzia europea del farmaco Ema, durante un briefing per la stampa. 

"L'Ema - ha sottolineato, in riferimento una comunicazione diffusa ieri dall'ente regolatorio Ue - ha iniziato a valutare una domanda di autorizzazione all'immissione in commercio per l'anticorpo monoclonale "Regkirona (regdanvimab), nel trattamento di adulti con Covid-19 che non richiedono ossigenoterapia aggiuntiva e che sono a maggior rischio di progredire verso Covid grave. Nel frattempo - ha aggiunto - continuiamo il nostro lavoro sul processo di revisione continua (rolling review) per altri 4 anticorpi monoclonali antivirali, in linea con la strategia terapeutica della Commissione europea. Il suo obiettivo - ha ricordato - è autorizzare nuovi trattamenti per Covid-19 entro la fine dell'anno". 

Per il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, è opportuno affiancare monoclonali e antivirali: "I monoclonali non vanno assolutamente in pensione, sono elementi complementari anche perché i farmaci hanno superato la fase 3 ma devono ancora essere validati. Più armi abbiamo, più abbiamo un menu di opzioni e meglio sarà", ha detto ad Adnkronos Salute. 

“Alla fine magari si consoliderà una terapia però in questa fase più cartucce di tipo diverso abbiamo, meglio è perché il virus rimarrà tra noi endemico. Ciò che la vaccinazione riuscirà a fare sarà determinante, però - avverte - terapie più efficienti sono e saranno necessarie anche nel futuro". 

Quindi "si va avanti anche sulla strada dei monoclonali a intramuscolo, somministrabili con maggiore facilità anche fuori dall'ospedale, poi vincerà il migliore ma siamo ancora i nastri di partenza. Però è bello - afferma il medico - che ci siano una serie di competitor che possano rasserenarci rispetto a una gestione del futuro. Anche perché poi - spiega - i parametri sono diversi a seconda dell'utilizzo. Andrà probabilmente stilato un protocollo per capire quando e con quali indicazioni" usare questo o quel farmaco "perché per esempio gli immunostimolanti come l'anakinra e il tocilizumab, un po' come il remdesivir, vanno usati in soggetti un po' più stressati dalla malattia mentre i monoclonali nella prima fase" post contagio.

Nelle prossime settimane Ema deciderà sul richiamo del vaccino Johnson&Johnson: "Siamo in contatto con l'azienda per capire quando ci sarà un pacchetto di dati clinici che possa supportare una potenziale autorizzazione di una seconda dose" del suo vaccino monodose anti-Covid. 

"Sono recentemente stati diffusi" da J&J "i dati di un ampio studio su sicurezza ed efficacia delle due dosi, ma con un intervallo di 2 mesi" l'una dall'altra. "Quello che discuteremo è anche quale sia l'intervallo utile per la seconda dose. E noi potremmo decidere nelle prossime settimane cosa fare su questo", ha detto Cavaleri.

Rispetto alla terza dose per i sanitari, Pregliasco aggiunge: "Vale la pena di accelerare sulle vaccinazioni dei sanitari per rasserenare il clima. Questa fase in cui ci si sente un po' meno coperti può diventare elemento di tensione e mancata serenità. I colleghi che vedono calare i loro anticorpi si sentono più vulnerabili". 

"E' vero che nonostante calino gli anticorpi una capacità residua di protezione c'è grazie all'immunità cellulare, come avevamo visto anche per altri vaccini, ma è chiaro - conclude - che in una situazione di elevata esposizione, come si fa per l'epatite, è necessaria una dose di rinforzo". 
 

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