La seconda ondata di Covid e le nuove misure messe in campo per contrastarla pesano sulla fiducia nelle famiglie italiane: il 70,6% è sempre più preoccupato di non poter ricevere cure adeguate in caso di malattia, il 61,7% di non poter mantenere il proprio reddito e i risparmi (59,8%) intesi anche come assicurazione sul futuro dei figli, valori ritenuti essenziali in questo periodo di emergenza. A evidenziarlo lo studio 'Termometro Italia', realizzato da Innovation Team, società del gruppo Cerved; secondo il report "un capofamiglia su 5, all’incirca come nel lockdown, prevede di dover fare rinunce molto importanti nei prossimi mesi in ambiti primari come la salute e l’istruzione, mentre a settembre era il 14% a temerlo".
Il 45% dei nuclei familiari è più pessimista rispetto a un mese fa (quando lo era “solo” il 30,2%) sull’impatto che il Covid19 avrà sulla nostra vita, percentuale che sale a 59,2% nelle metropoli e supera il 50% tra le fasce più a rischio - imprenditori, coppie con figli piccoli e chi guadagna meno di 20.000 euro netti l’anno - mentre gli ottimisti sono crollati al 10,8% dal 34,7% di settembre. Il peggioramento del sentiment arriva dopo un periodo già difficile: il 62,8% dei rispondenti ha subìto un impatto pesante sul reddito, nel 17,3% addirittura drammatico (era il 12,4% appena un mese fa). Come conseguenza, oltre metà delle famiglie sono costrette a intaccare i risparmi (54,4%, ma si raggiungono punte del 70% tra i lavoratori autonomi e gli abitanti delle grandi città) e negli ultimi mesi sono aumentate anche quelle che devono farlo in modo consistente: dal 18,6% di aprile al 26,9% di ottobre. Un’analisi specifica è stata dedicata ai lavoratori autonomi, che stima "un impatto pesante o molto pesante (58,4%, contro il 40,3% di settembre) dell’emergenza sulla propria attività, ancora bloccata (9,8% dei casi) o soggetta a forti limitazioni (48,6%, ma un mese fa la percentuale era scesa al 31%)". Anche la percentuale di chi sperava in una ripresa del business entro fine anno è nuovamente scesa al 35,6%, più o meno come a luglio (37,3%), mentre a settembre era salito a quasi il 51%. "Le previsioni sul fatturato risentono ovviamente del rischio di ulteriori chiusure: il 22,7% si aspetta una riduzione fortissima di oltre il 50% a fine anno, il doppio di chi lo temeva un mese fa (11,3%). Fortunatamente quasi il 55% pensa di poter riuscire a mantenere le entrate stabili o di contenere le perdite entro il 20%", conclude lo studio.
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