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Coronavirus
Covid, la solitudine di chi si ammala e finisce in ospedale: il caso. VIDEO

Virus, cresce il contagio. Le file interminabili davanti le farmacie

In un sondaggio del 13 dicembre di BiDimedia il 44% degli italiani ha dichiarato che hanno poca o nessuna fiducia nel governo Draghi (sono sfavorevoli). Se istituzioni e media descrivono l’Italia come un Paese fatto di soldatini in fila per combattere il Covid, il Paese reale sembra più scoraggiato e perplesso.

Le restrizioni più severe del mondo fatte con il Green Pass e il Super Green Pass, associate alla perdita del lavoro se non ci si vaccina, non hanno fermato la diffusione invernale del virus, come era molto prevedibile. Il bollettino del governo di oggi 28 dicembre è di 78.313 nuovi casi e 202 morti. Il 28 ottobre era di 4.866 nuovi casi e 50 decessi

Il coronavirus è molto diffuso anche tra vaccinati che si contagiano e finiscono in ospedale (vedi la tabella dell'ISS a pagine 19 che segnala nell’ultimo mese 1033 vaccinati morti per covid. I deceduti non vaccinati invece sono in tutto 722). Una media, viste le proporzioni dei vaccinati, favorevoli a chi si vaccina. Ma non è vero che non si contagiano e non muoiono. 


Durante le vacanze natalizie c’è stata la corsa alle farmacie per fare i tamponi. Il governo valutava se imporlo ai vaccinati, visto il quadro. Le persone sono confuse e non sanno più cosa pensare. Crescono i positivi ma positivo non vuol dire essere malato. Però prima i tamponi erano inutili ora dovrebbero farli anche i vaccinati; prima chi si vaccinava non contagiava poi si è scoperto che contagiava (era noto dagli studi delle principali riviste scientifiche di settore); prima chi si vaccinava non finiva in terapia intensiva poi si è scoperto che ci finiva (anche questo era noto, dalle evidenze dei dati del governo UK), prima chi si vaccinava non rischiava la morte ora si sa che può morire (anche questo era noto). Come résumé basti rileggere la tabella dell'ISS, in particolare a pagina 19.

Il governo chiede di abbracciare le sue tesi ma in realtà ha una gestione tanto incerta e approssimativa quanto impositiva e condita di affermazioni apodittiche. Ne sono un sintomo le file interminabili davanti le farmacie, diventate anche senza grandi mezzi ultimo presidio medico sul territorio, i medici di base subissati di richieste di intervento, la medicina di prossimità o domiciliare mai creata anche a distanza di 2 anni dall’inizio della pandemia e gli ospedali rimasti sotto organico e ultima meta quando non l’unica.

Virus,  Video, la testimonianza di Andrea, non vaccinato salvo. La compagna vaccinata invece in ospedale 

Sono tanti malati a scriverci, a raccontare le stesse condizioni di isolamento, gli stessi dubbi, le stesse perplessità, la stessa confusione quotidiana.

Tra i tanti Andrea A. da Reggio Emilia che ha voluto inviarci il suo disappunto in video. E’ solo un esempio, e vale come testimonianza per coloro che non hanno avuto coraggio o la forza o la possibilità di esporsi, di quanto si muove nella pancia del Paese.

GUARDA IL VIDEO

Una storia emblematica. Andrea lavora nel settore sicurezza, la compagna nel settore pulizie. Sono di mezza età. Andrea non è vaccinato ma rispetta i protocolli di protezioni, fa i tamponi ogni due giorni, protegge i parenti e i contatti occasionali mantenendo sempre le distanze. La è più a contatto con le persone ed ha una figlia. Le due donne sono vaccinate con due dosi. Si sentono protette e più tranquille.

A inizio dicembre però risultano tutti e tre positivi. Finiscono in isolamento. Sotto consiglio medico si curano a casa. La cura sembra funzionare. Andrea sta meglio. Ma il 23 la compagna finisce addirittura in ospedale.

Andrea resta in auto per ore ad aspettarla, senza sapere cosa fare. Siamo in provincia di Reggio Emilia. Sono le 14 quando ci scrive e gira un video, lì tutto solo in auto, senza chiarezza su quanto accadrà. E’ servito vaccinarsi? Non è servito? Si chiede il senso si questo modo di procedere? Non si era detto alle persone che il vaccino dava un basso rischio di contrarre la malattia? Ora lui si trova fuori dalla malattia, e non è vaccinato, mentre lei vaccinata è addirittura finita in ospedale. Per fortuna in seguito la donna è stata dimessa dall’ospedale ed è tornata a casa.

Covid, muore chi resta solo, chi è povero e gli anziani


La realtà è che continuano a morire di Covid soprattutto chi ha meno mezzi, chi è più povero e gli anziani. Muore chi resta solo, chi rimane in attesa, chi non viene visitato in tempo per ricevere una diagnosi dai medici ed è abbandonato a sé stesso, chi non ha denaro, chi non ha una rete sociale di protezione. E’ una tendenza generale che valica il territorio e il tempo ma che nel nostro sistema Italia sembra esaltarsi.

Ce l’ha mostrato l’Istat: “Nel marzo 2020… nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia… si osservano maggiori incrementi dei tassi di mortalità... nelle fasce di popolazione più svantaggiate”. A luglio del 2020 l’ha spiegato il New York Times ed è successo con tutte le epidemie, anche con l’influenza H1N1 in UK o la cosiddetta “Spagnola” del 1918-19. A distanza di 100 anni poco è cambiato. In Italia i cittadini devono pagarsi i tamponi, se stanno male cercarsi un medico che ha difficoltà a visitarli o lo fa al telefono (progressi della scienza!), bene che vada devono farsi inoculare dei vaccini sperimentali che funzionano relativamente, quando anche non sono ricattati a doverlo fare, sorbendosi gli effetti di possibili reazioni avverse che se si scatenano non si sa come curare.

Di fatto chi ha meno mezzi continua a correre più rischi che potrebbero essere limitati da una medicina di prossimità, attenta alle specificità del singolo.

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