Famiglia sterminata, il sociologo: "Debolezze maschili poco indagate"
“Quando è una madre ad uccidere si fa in fretta a richiamare motivazioni di ordine psichico per tentare di offrire una lettura, ma quando l’assassino è un padre si fatica ad accettare che anche i maschi sono preda di debolezze al limite del patologico poco indagate”: questo il commento del sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, alla tragedia familiare di Motta Visconti.
“Ciò che all’evidenza dei fatti appare innegabile, al momento, è l’aspetto sociale del reato. Il maschio contemporaneo – spiega il sociologo – ricorre alla violenza per scongiurare la debolezza nei confronti della donna, per vendicarsi dei soprusi femminili e per riconfermare il proprio predominio, specialmente in casa. Ma, questa lettura risulterebbe parziale se non si aggiungesse anche l’incidenza della cultura contemporanea orientata a sminuire il valore intrinseco della famiglia, della quale ci si può disfare prima possibile, come previsto dal divorzio breve da poco approvato dalla Camera dei Deputati”.
Per Marziale, infine, "desta impressione la foto della torta che Carlo Lissi ha postato sul proprio profilo Facebook il 25 agosto dello scorso anno con 'tanti auguri alla mia piccola stellina che oggi compie 4 anni...'. Accanirsi contro la piccolina dopo nemmeno un anno da quel pensiero mediale rimane, in qualsiasi modo la si voglia pensare, un crimine ingiustificabile”.