Cronache
Salah: "Bene che sia finita, non ne potevo più". Caccia ad altri jihadisti

"Sono contento che sia finita, non ne potevo piu'": queste le prime parole pronunciate da Salah Abdeslam, catturato venerdi' scorso a Molenbeek. Secondo quanto riferisce il giornale fiammingo Het Nieuwsblad, il terrorista islamico avrebbe prima tentato la fuga dal retro ma, visto l'impressionante schieramento di forze, si sarebbe precipitato fuori dalla porta principale, finendo colpito alla gamba da un poliziotto.
Le procure di Francia e Belgio proseguono le indagini sugli attentati dello scorso novembre a Parigi cosi' come su quelli precedenti (Charlie Hebdo nel gennaio 2015, il fallito attacco sul treno Thalys Amsterdam-Bruxelles nel mese di agosto) e, dopo l'arresto di Salah Abdeslam, sono ancora alla ricerca di altre persone. Lo hanno confermato in una conferenza stampa congiunta a Bruxelles Frederic Van Leeuw et Francois Molins. "Oggi abbiamo fatto un punto, ma l'inchiesta e' ben lontana dall'essere conclusa - ha detto Van Leeuw - ci sono altre persone da trovare".
Il fenomeno della "radicalizzazione" di giovani belgi e francesi che si avviano verso la strada del terrorismo conosce un "aumento preoccupante": lo hanno constatato i magistrati francese e belga a capo delle indagini sugli attentati del 13 novembre a Parigi durante una conferenza stampa. "Stiamo lavorando su un'enormita' di dossier, oltre a quello sulla strage di Parigi - ha detto il procuratore federale Frederic Van Leeuw - nel 2015 si sono aperti 315 nuovi dossier e 60 solo dall'inizio del 2016". "Anche in Francia il fenomeno conosce la stessa dinamica - ha confermato il procuratore capo di Parigi Francois Molins - abbiamo 244 affari in corso che riguardano 672 individui".
Proprio a causa della dimensione del fenomeno della radicalizzazione e della quantita' di indagini in corso sul terrorismo, i magistrati non hanno potuto precisare il numero di persone che stanno ancora ricercando nel quadro dell'inchiesta sugli attacchi del 13 novembre a Parigi. "Non lavoriamo solo su questo - ha ribadito Van Leeuw - siamo di fronte a una minaccia generale che occupa da mesi tutti i servizi di informazioni, quelli di sicurezza e la giustizia di tutta Europa. Il numero di dossier terrorismo a cui lavoriamo dimostra l'ampiezza del fenomeno. La radicalizzazione e' sempre piu' preoccupante quanto piu' incline a commettere violenze". Per questo motivo, ha aggiunto, e' impossibile dare i numeri precisi di ogni indagine, e in particolare di questa che sta evolvendo di ora in ora. "Non possiamo darvi ulteriori informazioni, se riteniamo che la pubblicazione di altri elementi possa danneggiare l'inchiesta avvantaggiando i sospetti", hanno spiegato i due magistrati giustificando cosi' le mancate risposte ad alcune delle domande poste dai giornalisti durante la conferenza stampa congiunta.
Dopo l'arresto di Salah Abdeslam e la scoperta della vera identita' di un complice della strage di Parigi, gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire la filiera jihadista. Il procuratore di Parigi, Francois Molins, e' in visita a Bruxelles per coordinare con i colleghi della procura federale belga le indagini e insieme al collega belga, Frederic Van Leeuw, terra' una conferenza stampa nel primo pomeriggio. Stamattina, la procura ha annunciato un nuovo passo avanti delle indagini, l'identificazione di uno dei complici dei terroristi di Parigi, conosciuto finora sotto la falsa identita' di Soufiane Kayal e ricercato dal 4 dicembre. Si tratta in realta' di Najim Laachraoui, 25enne partito per la Siria nel febbraio di 3 anni fa: a suo nome era affittata una casa perquisita in Vallonia lo scorso 26 novembre e utilizzata come base logistica per gli attentati la sera del 13 novembre.
A questo sviluppo si e' giunti dopo l'arresto e il ferimento, venerdi' scorso a Molenbeek, dopo una fuga durata oltre 4 mesi, di Salah Abdeslam, l'unico degli esecutori materiali delle stragi di Parigi ancora vivo. Negli ultimi 3 giorni, le informazioni che riguardano le indagini ancora in corso si sono alternate alle polemiche che continuano a opporre Francia e Belgio. In particolare, il blitz di venerdi' pomeriggio e' stato anticipato rispetto al programma iniziale in seguito a una fuga di notizie sulla stampa francese. La polizia belga ha duramente criticato la scelta del settimanale Obs di pubblicare la notizia sulle impronte digitali di Salah trovate nel corso della perquisizione dell'appartamento di Forest, un altro quartiere di Bruxelles, avvenuta tre giorni prima. Molto vicino alla cantina di Molenbeek in cui si nascondeva Abdeslam si trova infatti una scuola elementare, e per ragioni di sicurezza la polizia avrebbe voluto evitare di intervenire durante l'orario delle lezioni. Per questo il blitz era stato programmato per la mattina successiva, un sabato.
Oggi il settimanale francese ha pubblicato un comunicato in cui si giustifica, sottolineando che non diffondere la notizia avrebbe esposto Obs all'accusa di complicita' nel caso di un nuovo attentato. Circola infatti negli ambienti investigativi l'indiscrezione che Salah stesse programmando un nuovo attacco, questa volta a Bruxelles. Un'altra polemica riguarda le dichiarazioni dello stesso procuratore francese, su quanto avrebbe ammesso lo stesso Salah dopo l'arresto, ovvero che avrebbe dovuto farsi esplodere allo Stade de France prima di cambiare idea. L'avvocato del terrorista, Sven Mary, ha denunciato il magistrato francese e ha preannunciato che il suo assistito si opporra' all'estradizione. A quanto pare, pero', questo potra' servire solo ad allungarne i tempi. Intanto, sempre oggi pomeriggio a Parigi il presidente francese Francois Hollande riceve all'Eliseo i parenti delle vittime del 13 novembre.
