"Città Italia", la tavola si rivoluziona con l’Amazon del buon cibo italiano
Al via la piattaforma on line per vendere i prodotti locali made in Italy
La Patata dell’Aspromonte? Chi la conosce? Tutto facile, se la illustre patata sarà munita di marchio PIT , ovvero Prodotto Identitario Territoriale.
Nel portale online Città Italia, il consumatore potrà sapere tutta la storia del tubero commestibile. Da dove viene la mozzarella di bufala? Da quale comune? Da quale azienda? Il latte è veramente italiano? Sì, certifica il PIT: perché fornisce una dichiaraziine del comune di origine rilasciata direttamente dal sindaco con approvazione della giunta comunale. Ovvero, prodotti d’eccellenza a km.0 di piccoli produttori, che ora Città Italia vuole vendere in tutto il mondo.
Un Bio supermercato on line, dunque. Ma non bastava il marchio Dop? chiederà qualche consumatore.
“Prendiamo il cosiddetto Made in Italy - spiega Giuseppe Ariobazzani, esperto di marketing e anima del PIT - Ma la materia prima da dove viene? Una aranciata è made in Italy, ma le arance magari vengono dalla Spagna. Il PIT è il marchio di tracciabilità di un prodotto. Noi vogliamo salvaguardare le piccole imprese che a causa della grande distribuzione hanno delle serie difficoltà a sopravvivere. E’ una vera carta di identità, il marchio PIT: il consumatore sa dove viene il prodotto, dove viene lavorato, da dove vengono le materie prime, conosce tutta la filiera produttiva. Il PIT è il certificato di nascita di un prodotto”.
Ariobazzini prosegue:
“Io mi compro una marmellata di bergamotto. La acquisto negli Usa. Voglio saperne di più: l’azienda agricola di dov’’è ? e la lavorazione? Un italiano in America che la compra con il marchio PIT saprà che quella marmellata viene dal comune di Locri, dalla azienda tal dei tali. Prendiamo la patata dell’Aspromonte… il formaggio particolare, la castagna che ha una storia di tradizione e di cultura...”
PIT e Città Italia nascono davanti al bel mare della Magna Grecia, tra gli olivi, a Reggio Calabria, ma il debutto sarà a settembre in Emilia Romagna, con il lancio ufficiale della piattaforma alimentare online “Città Italia”. Una sorta di Amazon del buon cibo antico, dunque, che garantisce l’autenticità di ogni prodotto alimentare. Prodotti come la pastiera napoletana, il bergamotto, la piadina, il panzerotto, la mozzarella di bufala, l’olio d’oliva, il pomodoro, il ragù, la patata saranno venduti online , con certificazione PIT.
L’idea del PIT e della piattaforma online Città Italia è nata a Reggio Calabria, dall’esperienza di un funzionario comunale esperto di marketing, Giuseppe “ Pino” Ariobazzani. Dal suo think thank “Accademie delle Imprese di area Europea” si è sviluppata nel tempo l’idea di promuovere adeguatamente dei prodotti eno-agroalimentari italiani, partendo dalla cooperazione fra produttori, istituzioni e consumatori, per la valorizzazione dei prodotti autoctoni . “L’unico modo per difenderci dai falsi, dai pomodori italiani made in Cina, dalla marmellate italiane con arance spangnole” ci spiega..E chiede:
“Lei sa che nel novembre 2010 la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità?“
“Per rendere la dieta mediterranea più commerciabile ma anche più sicura dalle contraffazioni, continua Ariobazzani - occorre la verifica e la tracciabilità della filiera produttiva “dall’origine alla tavola”, riconoscendo ed assegnando il PIT a tutela del prodotto e del territorio, ed a garanzia del produttore e del consumatore, avvalendosi di un specifico brand, Città Italia”.
“Ma stiamo lavorando anche con i ristoranti di Città Italia, dall’ Italia al Kazakistan. Con menu tracciato” continua Giuseppe Ariobazzani.
Insomma i piccoli agricoltori faranno rete per far conoscere al mondo cosa mangia l’Italiano Vero, come canta Cotugno. E proprio sui palcoscenici del Kazakistan, dove Cotugno è un re, debutta Città Italia.
Ecco Basilio, paninaro siculo-milanese, esperto di cibo di strada. Un paninaro, si direbbe a Milano.
A Milano l’Ape di Basilio è molto popolare: si chiama Bedda, e gira le sagre e i luoghi di culto della movida per vendere panini nelle notti di sciambola. Ma che ci fa in Kazakistan la Bedda? Ce la manda in video Grand’Italia, la tv associata al progetto Pit.
Il Kazakistan , centro del mercato euro asiatico, tra la Russia e la Cina, potrà apprendere in un silenzio ammirativo la lezione di Basilio, chef di strada. Al Macaroni i rappresentanti di centinaia di ristoratori locali potranno ascoltare questo nuovo e insolito Ambasciatore di Città Italia. Sono cuochi, chef e manager euro asiatici, fan della cucina italiana.
“Pochi conoscono i kazaki, il cui reddito pro capite è tra i più alti nel mondo, adorano le delizie italiane e più la tracciabilità di un prodotto è certa e più il prodotto è ambito. Si aspettano prodotti italiani certi, nella qualità e provenienza certificati, e, cosa c'è di più certo di un marchio approvato e confermato da una delibera comunale del territorio di provenienza?” ci spiega Umberto Napolitano, esperto di marketing, che sostiene Basilio nel suo tour culinario.
Di Napolitano è il motto: un contadino deve essere laureato. Vale a dire, spiega, “bisogna avere la testa nel marketing per potenziare la agricoltura italiana nel mondo”.
“Mi chiamu Basilio, ma me matri mà sempri chiamatu Basiluzzu, come u nomu du scogghiu ca c’è tra Panarea e Stromboli”. Basiluzzu, ammalia i kazaki nel ristorante Borgo Antico nel lontano Kazakistan con il suo intraducibile dialetto. Ecco la sua lezione.
“La nostra specialità principale è il pane cunzato, fatto nel modo più classico, con pomodori, formaggio e acciughe, spaziando ad altre ricette tipiche, come quello con la caponata, la ricotta infornata e foglia di menta, o quello con la salsiccia con finocchietto selvatico, patè di olive nere di Castelvetrano, scorza d’arancia di Ribera grattugiata, o quello con la porchetta delle Madonie, e provola dei Nebrodi. Ogni tanto sull’ape portiamo anche gli arancini e i cannoli. Ma il cuore della nostra proposta rimane il pane cunzato, che poi è quello che viene apprezzato di più perché ogni volta ci inventiamo una ricetta nuova, come ad esempio l’ultimo Stromboli, con crema di peperoncino che rappresenta il fuoco del vulcano, il patè di olive nere che rappresenta il nero delle spiagge dell’isola, la ricotta fresca che con il suo colore bianco ricorda il colore delle facciate delle case oliane, le acciughe a portare i sapori del mare e i capperi per i profumi dell’isola. I nostri pani cunzati sono anche contati, ogni pane ha una storia e io da buon bookjocke ma anche un po’ da cuntastorie le racconto, e questo viene molto apprezzato dai clienti, siamo esseri umani, siamo fatti di corpo e spirito e dobbiamo alimentarli entrambi. “
Spiega Napolitano: “ sul tavolo di Borgo Antico potremo trovare esposti i tanti prodotti di Città Italia: pochi sanno che il bergamotto, che cresce solo in una ristretta fascia calabrese e mai potrà essere coltivato dalla Spagna o dal Pakistan, ha virtù terapeutiche quasi taumaturgiche, ad esempio anti Covid”.
Lo studio è della la D.ssa Giuseppina Longo, farmacista ricercatrice associata a Città Italia ( SPECIALIZZATA IN FITOTERAPIA, AROMATERAPIA E MEDICINA NATURALE Direttore Tecnico Scientifico della FARMALABORATORIO srl e della ACCADEMIA DELLE IMPRESE di area EUROPEA” come recita il suo biglietto da visita) . Insomma, ecco ancora il genio della Magna Grecia che fa giro del mondo.
Ecco i prodotti sconosciuti della piattaforma online Città Italia , tesoretti del buon cibo poco conosciuto: le CARNI MINUTA CHI PATATI di SUPRA E SUTTA , il FORMAGGIO PICCANTE DI LATTE MISTO, i SALAMI ‘NFUMICATA e I CARDITU. il FORMAGGIO DI LATTE MISTO
“Dopo il Kazakistan, che è solo un esperimento per promuovere il cibo italiano nei ristoranti locali, passeremo ai ritrovi di Russia, Cina e Usa” promette Umberto Napolitano.
Annuncia Ariobazzani : fioccano intanto le adesioni dai produttori locali di carne e nocciole del Piemonte. L’Amazon del km.0, del buon cibo dell’italiano vero, sta per debuttare sulle tavole di tutto il mondo. E’ rivoluzione sulla tavola del buongustaio. Que viva el PIT, siempre.
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