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Cronache
Contrabbando di sigarette: sviluppo e soluzioni di un fenomeno

Mercato illecito: la crescita degli anni ’70 e ’80 e l’evoluzione odierna

Il fenomeno del mercato illecito nel mondo del tabacco ebbe il suo boom in Italia negli anni ’70 e ’80, specialmente nelle coste del sud Italia e nei varchi che collegano il nostro Paese alle frontiere dell’Est.

A facilitare il fenomeno, allora, era la tolleranza sociale che si aveva del piccolo spaccio: per la maggior parte della popolazione, soprattutto nel dopoguerra, il contrabbando era visto come una sorta di risposta antieconomica, una specie di piccolo reddito di cittadinanza per il sostrato di popolo più povero.

In poco più di 10 anni, però, il fenomeno ebbe un’impennata economica importante, diventando un commercio plurimilionario alla fine degli anni ’80.

Negli ultimi anni il commercio illecito di prodotti del tabacco ha assunto una svolta criminale, estendendosi alla corruzione e allo spaccio di droga, armi, sostanze illecite, perfino alla tratta di esseri umani – tutte attività per le quali le grandi organizzazioni criminali traggono profitto in primis proprio dal contrabbando di sigarette, che rappresenta una “facile” forma di finanziamento.

Mercato illecito: i dati del report del KPMG

Oggi le sigarette sono tra le merci più trafficate illegalmente al mondo. Il mercato nero dei prodotti del tabacco è ampio e in crescita a livello globale e rappresenta una quota tra il 10 e il l 12% del consumo globale di tabacco, corrispondente a circa 400-460 miliardi di sigarette illecite.

In questo contesto però c’è una buona notizia che riguarda soprattutto l’operato delle nostre forze dell’ordine e delle Dogane. l’Italia infatti rappresenta una buona pratica a livello internazionale per l’efficacia degli sforzi adottati dalle autorità per contrastare il fenomeno: secondo il report KPMG relativo al 2019, in Italia la quota totale di prodotto illecito è pari al 3,9% del consumo totale nazionale, in calo rispetto al 5,5% del 2018, attestandosi al di sotto della media Ue del 7,9%. La quota di illecito corrisponde a circa 2,6 miliardi di sigarette, in calo rispetto ai 4 miliardi registrati nel 2018. Le illicit whites, le sigarette legali all’estero ma non autorizzate in Italia, sono aumentate del 35% nel mercato nazionale sebbene diminuite da 1,6 miliardi a 0,95 miliardi di sigarette.

Il rapporto denota la grande difficoltà di risalire al Paese d’origine sia del prodotto contraffatto, sia delle Illicit Whites. A livello europeo, difatti, le Forze dell’Ordine confermano un aumento dei sequestri delle fabbriche clandestine all’interno dell’UE, segno che le organizzazioni criminali hanno spostato la produzione all’interno dei confini per evitare i maggiori controlli alle frontiere. Ne è evidenza il sequestro di una fabbrica illegale avvenuto lo scorso Febbraio a Comiziano, vicino Napoli, segno che il fenomeno è arrivato anche nel nostro paese ma è stato prontamente individuato ed affrontato da parte della Guardia di Finanza. In Italia si conferma la tendenza registrata nel resto d’Europa: l’attività di contraffazione di sigarette è cresciuta di circa il 40% nel 2019 rispetto all’anno precedente. La Campania continua a confermarsi regione con il più alto tasso di consumo di prodotti illeciti con oltre il 35% del totale nazionale, mentre il Friuli Venezia Giulia mostra dati in peggioramento dovuti alla vicinanza con la Slovenia dove si registra il traffico principale in entrata (11% del totale) e prezzi notevolmente inferiori.

Che l’azione delle forze dell’ordine e delle dogane italiane sia particolarmente efficace si legge anche nei dati relativi alla lotta alla contraffazione: l’Italia si attesta al primo posto anche secondo il rapporto pubblicato dalla Commissione UE del 18 Dicembre 2020: Secondo il rapporto, nel 2019 nel nostro Paese è stato sequestrato circa il 68,7% di merci falsificate in Europa. Nel 2019 le autorità Europee hanno sequestrato alle frontiere 90mila prodotti illeciti per un valore di 760 milioni di euro, in aumento di circa 20 milioni di euro rispetto al 2018. Anche parlando di valore dei prodotti contraffatti è l’Italia il Paese leader europeo con il 66%, a dimostrazione dell’impegno Europeo e nazionale nella lotta al contrabbando come dichiarato dal commissario per l’economia Paolo Gentiloni: “La Commissione europea resta impegnata a combattere questa attività illegale e sostiene gli Stati membri nei loro sforzi per impedire l'ingresso di prodotti contraffatti nel mercato unico”.

Mercato illecito, l’influenza della pandemia sul fenomeno: i punti di vista emersi dal MED

Ma in che modo la pandemia ha influito su questo fenomeno? Se n’è parlato il 2 Dicembre 2020 nell'ambito della sesta edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues - promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana e ISPI - la tavola rotonda virtuale “From public to crime governance: how criminal organizations challenge the state in a time of pandemic”.

Nella conferenza si è messo in luce come la pandemia da Covid-19 abbia generato molte opportunità per la criminalità organizzata, andando a sfruttare la crisi finanziaria presentandosi agli imprenditori in difficoltà come risorsa per sollevare le varie attività con l’unico scopo però di rilevare le aziende. La diversificazione delle attività e le ingenti risorse economiche delle organizzazioni hanno mostrato la capacità di intervenire in vari settori con numerosi servizi, con il preoccupante rischio di aumentare il consenso sociale alle mafie e rinvigorire ulteriormente il potere della criminalità organizzata, sottolineando la forza del cosiddetto “welfare criminale”. Inoltre nel pieno della pandemia l’ampliamento delle reti criminali ha aumentato il forte rischio di utilizzare il profitto del traffico illegale del tabacco per il finanziamento del commercio di altri illeciti come droga, armi e addirittura il traffico di esseri umani. Marco Hannappel, Presidente e Amministratore Delegato di Philip Morris Italia, è intervenuto durante il MED sottolineando come “Ora è il momento di trasformare queste conversazioni e scoperte in strategie d'azione che possono rimodellare il futuro, ed è nostra responsabilità comune agire rapidamente. Negli ultimi anni, il lavoro sinergico a contrasto dell'illecito nel settore dei tabacchi svolto in Italia dalla Guardia di Finanza, dall'Agenzia Dogane e Monopoli e dai Tabacchi, ha consentito di mettere un argine al fenomeno” aggiungendo che “Soltanto attraverso un dialogo aperto, la collaborazione e la condivisione delle migliori pratiche tra i settori pubblico e privato, insieme alla società civile, possiamo migliorare e portare avanti i nostri sforzi contro il commercio illegale e le reti criminali che ne traggono vantaggio, e il nostro settore ne è un chiaro esempio”.

Tra i relatori della conferenza Angela Me, Responsabile dell'ufficio statistiche e studi dell'United Nations Office for Drug and Crime, ha confermato che “La pandemia ha generato molte opportunità per le organizzazioni criminali. C’è bisogno che la comunità internazionale definisca un recovery plan anche in questo ambito, assicurando che non si creino zone d’ombra che le organizzazioni criminali possano sfruttare”

Secondo il Generale Alessandro Barbera, comandante S.C.I.C.O. Guardia di Finanza, “La Guardia di Finanza ha rafforzato le proprie indagini sulle infiltrazioni di organizzazioni criminali nel tessuto economico. Queste organizzazioni sono in grado di diversificare le loro attività, hanno enormi quantità di capitali che possono essere utilizzati per fornire servizi, e possono facilmente intervenire in vari settori. Le organizzazioni criminali si presentano agli imprenditori in difficoltà come partner disposti a salvare le proprie attività, ma l'obiettivo è rilevare le loro aziende. Il rischio è quello di assistere a un aumento del consenso sociale per le mafie, questo può sembrare paradossale ma è un altro elemento che sottolinea il potere delle organizzazioni criminali, il cosiddetto ‘welfare criminale’”

Per Alfredo Durante Mangoni, Ministro Plenipotenziario, Coordinatore Attività Internazionali Anticorruzione, “gli strumenti che si sono dimostrati efficaci nella lotta alla criminalità organizzata si stanno rivelando utili nella lotta alla corruzione. Nel quadro del G20, proponiamo ai nostri partner di lavorare su politiche innovative per combattere la corruzione. Nella regione del Mediterraneo, vorremmo vedere più comunicazione, scambio di informazioni e condivisione di buone pratiche.”

Mercato illecito: la posizione di Philip Morris Italia

Philip Morris Italia ritiene che contrastare le attività illecite nel settore dei tabacchi lavorati deve costituire un presidio essenziale a tutela del mercato: il commercio illegale rappresenta un rischio per i consumatori, che vengono esposti all’utilizzo di materiale non certificato; per l’Erario, a causa delle mancate entrate annuali in termini di gettito da accisa ed IVA; per le istituzioni, le cui misure di prevenzione, soprattutto con riferimento al fumo minorile, rischiano di essere vanificate; per l’intera filiera che opera nei canali legali.

Il contrasto a questo fenomeno non può prescindere da un lavoro sinergico tra pubblico e privato e Philip Morris Italia è impegnata da anni in contrapposizione al fenomeno dell’illegalità, grazie all’adozione di diverse linee di azione che si aggiungono alle disposizioni previste dal decreto legislativo n. 6/2016 in materia di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti. In tal senso l’azienda auspica che sempre più Paesi aderiscano al protocollo Framework Convention on Tobacco Control (FCTC), nato come risposta per combattere efficacemente il commercio illecito di sigarette.
Philip Morris inoltre applica da tempo rigide regole ai partner commerciali e un’analisi dettagliata della domanda dei prodotti per evitare le pratiche illecite. La collaborazione con le Forze dell’Ordine è continua e costante, anche attraverso l’organizzazione di training finalizzati ad aumentare l’individuazione dei carichi sospetti.

Per migliorare ulteriormente l’azione di contrasto, l’azienda ha lanciato nel 2016 PMI IMPACT, un’iniziativa rivolta ad istituzioni pubbliche e private che finanzia lo sviluppo di soluzioni contro il commercio illecito ed i crimini ad esso connessi. I 60 progetti che hanno ad oggi beneficiato del finanziamento di oltre 48 milioni di euro non si limitano al commercio illecito di sigarette ma spaziano anche in altri settori quali farmaci, alcol e specie animali protette arrivando ad esplorarne i collegamenti con i crimini correlati quali il riciclaggio, il traffico di droga e di esseri umani. Proprio alla luce dell’Audizione pubblica tenutasi presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli l’11 luglio 2020, si possono delineare future linee d’azione a contrasto del fenomeno delle pratiche illecite come: un inasprimento delle regole sanzionatorie, a favore di un più rigido processo di pena che vada a rafforzare la capacità di contrastare il fenomeno in continua evoluzione; la possibilità di aumentare i controlli e attenzione sulla produzione di sigarette di contrabbando che ancora oggi garantisce un enorme guadagno per le mafie e costituisce un pericolo preoccupante per la salute pubblica.

 

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