Credito alle imprese, sì ma con la certificazione dell'organo di controllo - Affaritaliani.it

Cronache

Credito alle imprese, sì ma con la certificazione dell'organo di controllo

Eduardo Cagnazzi

Russo: "Eliminare quegli aspetti contenuti nel decreto Liquidità che potrebbero favorire interessi opachi e truffaldini". Attenersi alle relazioni dei revisori

Così com’è concepito, anche le imprese governate da interessi opachi e truffatori seriali potrebbero trarre benefici dai prestiti del Decreto Liquidità. Alcuni aspetti potrebbero addirittura  favorire indebiti erogazioni di denaro a malavitosi, oltre ad innescare processi di accumulazione patrimoniale tipici del crimine organizzato. Pertanto, in sede di conversione del provvedimento, così come hanno rilevato nei giorni scorsi i procuratori di Milano e di Napoli, l’esecutivo dovrebbe eliminare quei segnali di inadeguatezza che si riscontrano anche per non addossare -in caso di insolvenza da parte di imprese decotte- le perdite allo Stato e quindi alla collettività ed innestare elementi di verifica. Ne parla ad Affaritaliani l’imprenditore Salvatore Marone, amministratore delegato dell’industria conciaria Russo di Casandrino che da oltre cinquant’anni produce pelli di alta qualità per pelletteria, calzature e abbigliamento di alta fascia.

Imprese governate da interessi opachi e truffatori seriali, fiduciari di organizzazioni criminali potrebbero dunque essere tentate ad accedere a tali finanziamenti?  “L’hanno già rilevato i procuratori di Milano e Napoli. Da qui la necessità di porre in essere strumenti di controllo sui finanziamenti richiesti per poter evitare anche il definitivo “decesso” di piccole e medie imprese per il fatto che  non si deve sottostare a procedure non rigorose”.

Le banche potrebbero accollarsi la responsabilità a concedere ulteriore liquidità a soggetti che non presentano requisiti non chiari per poterne beneficiare?                                                                                     “Il rischio maggiore è determinato dal tempo necessario ad erogare il finanziamento in questa situazione di crisi, per cui ritengo opportuno una integrazione di certificazione di terzi -che attenui la responsabilità della banche-  idonea a soddisfare l’esigenza che la nuova finanza non sia concessa ad aggravare o ritardare stati di pre-crisi economica determinata dal virus. Com’ è noto, oggi l’articolo  2477 del codice civile prevede che anche le piccole società con un fatturato superiore a quattro milioni di euro devono provvedere a nominare  l’organo di controllo o un revisore e con l’entrata in vigore del Codice della crisi e dell’insolvenza il predetto organo ha l’obbligo di verificare con gli indicatori della crisi dell’impresa l’esistenza della continuità dell’azienda, ed analizzare gli indici patrimoniali, finanziari e reddituali per valutare la gestione della società nel presente e, soprattutto, nel futuro”.

Quale soluzione può essere adottata?                                                                                                                     “Si potrebbe integrare il provvedimento sulla liquidità con una specifica certificazione da parte dell’organo di controllo o del revisore che ponga tra le condizioni per l’erogazione del credito, l’acquisizione di una relazione finalizzata a garantire la continuità aziendale. L’organo di controllo potrà garantire la banca affinchè l’operazione garantita dallo Stato sia maggiormente idonea a soddisfare l’esigenza che la nuova finanza non sia concessa a ritardare o aggravare stati di  forte crisi. Sono certo che anche gli istituti di credito, con l’acquisizione della predetta documentazione da parte dell’organo di controllo, si sentano maggiormente garantiti da eventuali rischi di contestazioni per aver concesso ulteriore liquidità a soggetti che non presentano idonei requisiti. Tra l’altro all’organo di controllo è  attribuita la vigilanza sul rispetto delle previsioni di legge, per cui dovrà anche attivarsi per verificare il rispetto delle prescrizioni imposte dai Dpcm”.