Equitalia pignora la casa a un anziano malato di Alzheimer - Affaritaliani.it

Cronache

Equitalia pignora la casa a un anziano malato di Alzheimer


Tutto ebbe inizio nel 2012 quando M.P. un signore rimasto vedovo è deceduto. Da anni gli era stato diagnosticato l’Alzheimer e di conseguenza spesso si dimenticava di fare alcune cose. Una di queste era pagare le bollette.

Il figlio, avvocato, ha raccontato al Resto del Carlino la sua vicenda ” Anni fa, io e mia sorella gli abbiamo messo accanto una badante, ma la signora non ricorda di aver visto arrivare a casa cartelle di Equitalia. Nessuno ha mai preso quelle raccomandate di Equitalia, o forse mio padre le ha pure ritirate, ma poi si è dimenticato di averle. Chissà mai dove sono finite. E se ci sono mai state“.

Ma per Equitalia una malattia come l’Alzheimer, che ti fa dimenticare anche quali sono i tuoi figli, non è sufficiente a giustificare una dimenticanza. La pratica legale dell’uomo è risultata così inevasa, ma l’ente di riscossione non ha inviato alcun sollecito. Intanto il debito continuava a salire, con i rispettivi interessi tanto da raggiungere l’usura.

E così Equitalia gli ha prima ipotecato la casa e poi l’ha messa in vendita “come nuda proprietà – aggiunge l’avvocato – così quando mio padre è morto, il nuovo proprietario, a cui, insomma, Equitalia aveva venduto la casa senza dire nulla a nessuno, ha chiesto di entrare in possesso del bene; avevo appena sepolto mio padre e mi sono trovato questi gabellieri alla porta che mi chiedevano di sgomberare al più presto la casa. Non ci ho visto più”.

Ovviamente il figlio ha fatto causa ad Equitalia, ovviamente vincendo. Ma c’è da dire che di professione faceva l’avvocato penalista…e se avesse fatto il meccanico? Quitalia l’avrebbe passata liscia?

L’avvocato ha anche dichiarato al Resto del Carlino che “Qualche giorno fa, il nuovo proprietario della casa di Genova, un mio vecchio amico d’infanzia a cui ho venduto dopo essermela ripresa, mi ha avvertito che era arrivata una nuova cartella di Equitalia a nome di mio padre. Era di quasi 11mila euro, frutto di una sommatoria di cartelle, alcune risalenti anche al 1997. Con tanto d’intimazione al pagamento, pena il sequestro di una cantina che è ancora intestata a mio padre. Ovviamente, sono dovuto volare a Genova, dimostrare che quella roba lì era stata tutta ampiamente saldata e che loro non avevano più nulla da chiedere, né a me, né tantomeno ai morti. Non si sono neppure scusati“.

Ma perchè in Italia c’è sempre questa presunzione che il PRESUNTO debitore deve pagare e chi lo accusa ingiustamente mai?

da www.mafia-capitale.it