Garlasco, la clamorosa denuncia dell’avvocato Gallo: “Io e Lovati minacciati. Ci vogliono far tacere” - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:36

Garlasco, la clamorosa denuncia dell’avvocato Gallo: “Io e Lovati minacciati. Ci vogliono far tacere”

Nel caso Garlasco emerge una lettera anonima con tono minatorio indirizzata all’avvocato Gallo e a Massimo Lovati. «Vogliono farci tacere»

Il caso Garlasco si arricchisce di un nuovo elemento, questa volta non legato agli atti d’indagine ma alla sicurezza personale dei protagonisti coinvolti. Durante la puntata di Mattino Cinque andata in onda su Canale 5, l’avvocato Fabrizio Gallo, legale di Massimo Lovati, ha rivelato di aver ricevuto una lettera anonima dal tono chiaramente intimidatorio. Il biglietto, composto con ritagli di giornale e accompagnato da una croce, conteneva una frase in dialetto: «L’emei che ra sta cui», ovvero «È meglio che ti stia zitto».

Secondo Gallo, la lettera sarebbe arrivata pochi giorni dopo una comunicazione formale inviata alla procura, con cui lui e Lovati chiedevano di essere ascoltati nuovamente sul caso. «Dal momento che riteniamo che qualcuno non abbia detto la verità, consideriamo questo un atto di intimidazione», ha dichiarato l’avvocato.

Il racconto in diretta ha assunto toni ancora più preoccupanti quando Gallo ha aggiunto un episodio avvenuto poco tempo prima: «Un uomo mi si è avvicinato vicino alle poste. Mi ha detto: “Avvocato, l’ho vista in tv, complimenti. Ma stia attento, rischia di prendere due botte”. Forse sono stato anche seguito in macchina».

La vicenda apre un nuovo fronte all’interno di una storia giudiziaria già particolarmente complessa e controversa. La possibilità che qualcuno stia cercando di condizionare testimonianze, pressioni mediatiche o ricostruzioni difensive non è passata inosservata. Non ci sono, al momento, indagini formali su questa specifica minaccia, ma l’episodio alimenta il clima di tensione che da anni circonda il caso Garlasco.

La trasmissione non ha fornito ulteriori dettagli sulla provenienza del messaggio, né sono stati mostrati sviluppi ufficiali. Tuttavia, la circostanza ha rinnovato l’attenzione pubblica sulla vicenda, trasformando quella che era una battaglia legale in una questione che riguarda anche sicurezza e libertà di parola.