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Cronache
Giustizia, guerra totale:pm di tutta Italia con Storari. I dubbi sull'indagine
Paolo Storari (Lapresse)

Arriva anche da fuori Milano sostegno al pm Paolo Storari, sottoposto a procedimento disciplinare dal pg della Cassazione Giovanni Salvi per il suo coinvolgimento nella vicenda sui verbali resi dall'avvocato siciliano Piero Amara sulla presunta esistenza di una loggia massonica denominata "Ungheria". Almeno dieci magistrati di altri uffici giudiziari di tutta Italia hanno aderito al documento di solidarieta' firmata oltre 120 tra pm (59 sui 64 in pianta organica) e giudici (26 dell'ufficio gip/gup e i restanti del Tribunale) del capoluogo lombardo.

"Ci associamo all'auspicio di chiarezza, celerità e serenità nell'accertamento dei fatti, nel rispetto del diritto al pieno contraddittorio dei soggetti coinvolti nella vicenda specifica, e alla parita' d'iniziativa e di trattamento in fattispecie identiche, nell'interesse alla tutela delle prerogative di tutti i colleghi interessati, e alla certezza e trasparenza delle procedure disciplinari dell'intera magistratura italiana", si legge nella dichiarazione sottoscritta da alcuni consiglieri di Corte di appello, giudici e pm di ruolo a Napoli, Salerno e Bologna, Roma Taranto, Latina, Verona e Udine. 

Le diverse versioni sull'avvio delle indagini della Procura di Milano

Ma intanto ci si chiede quando davvero si diede il via alle indagini sul caso Amara. Si chiede Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera: "Ha ragione ora il procuratore aggiunto Laura Pedio, che nella relazione del 6 maggio scorso — assunta dal pg di Cassazione Giovanni Salvi per chiedere al Csm di trasferire d’urgenza il pm Paolo Storari — assicura «facilmente dimostrabile quante e quali attività istruttorie» siano state fatte all’epoca? Oppure, come sostiene invece il contitolare pm Storari, le verifiche su Ungheria per separare il vero dal falso non furono nemmeno iniziate per 4 mesi dai vertici della Procura di Milano sino a maggio-giugno 2021? Cioè sino a dopo che in aprile, per aggirare questa asserita inerzia investigativa, Storari consegnò copie word dei verbali segretati di Amara all’allora consigliere Csm Piercamillo Davigo, che fuori da procedure formali ne riferì al vicepresidente Csm David Ermini, a molti altri consiglieri Csm, e al pg di Cassazione Salvi, la cui telefonata al procuratore Francesco Greco determinò a Milano il 12 maggio 2021 la prima iscrizione della notizia di reato?"

Sempre Ferrarella sul Corriere cita in proposito una mail di Pedio allegata agli atti nella quale il 17 aprile 2020 scriveva a Storari: "Dovremmo parlarne con Francesco (Greco, ndr). Ha perplessità sull’opportunità di cominciare un’indagine sulla quale ci sono dubbi di competenza. Qualche perplessità ce l’ho pure io, anche perché dobbiamo definire il procedimento Eni con priorità assoluta. Temo che l’avvio dell’altra indagine ci possa impegnare eccessivamente e portare a un risultato dubbio".

Secondo Ferrarella, questo significa che se si discuteva di "cominciare" vuol dire che "quantomeno a quella data nessuna effettiva indagine era stata avviata sui verbali resi da Amara su Ungheria da dicembre 2019. Secondo: che l’esame dei presupposti di legge per iscrivere o meno una notizia di reato sarebbe invece stato fatto dipendere da un’altra "priorità assoluta". Terzo: che questa priorità era "il procedimento Eni", col timore che verifiche sull’attendibilità di Amara sulla loggia Ungheria comportassero un "risultato dubbio".

Una prospettiva diversa rispetto a quella che Pedio propone, scrive sempre il Corriere della Sera, "nella relazione del 6 maggio in cui ribadisce che Storari non formalizzò mai insanabili dissensi al di là di fisiologiche dialettiche tra colleghi, e gli attribuisce invece «la volontà di inquinare l’attività investigativa, o di favorire chi in quelle vicende era coinvolto», o (se riteneva false le dichiarazioni di Amara) «di accrescerne la portata diffamatoria»".

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