Inchiesta sul caporalato, da Prada a Versace fino a Gucci e Dolce&Gabbana: tredici brand sotto la lente della Procura di Milano - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 08:47

Inchiesta sul caporalato, da Prada a Versace fino a Gucci e Dolce&Gabbana: tredici brand sotto la lente della Procura di Milano

Ecco i brand della moda di lusso che sono coinvolti a vario a titolo nelle inchieste della Procura di Milano sul caporalato lungo le filiere del made in Italy

di Salvatore Isola

Caporalato, la procura di Milano indaga su altri tredici brand 

Da Versace a Gucci, da Prada a Dolce&Gabbana: sono altri tredici i brand della moda di lusso coinvolti a vario a titolo nelle inchieste della Procura di Milano sul caporalato lungo le filiere del made in Italy.

Dall'alba fino alla sera di mercoledì il pubblico ministero Paolo Storari ha notificato con i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro 13 ordini di consegna documenti ad altrettante case di moda spuntate nei fascicoli sugli opifici cinesi clandestini nel ruolo di committenti che affidano la produzione ad appaltatori e subappaltatori che operano violando le leggi sul lavoro e la sicurezza: si tratta di Dolce & Gabbana, Prada, Versace, Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia, Off-White Operating.

In ogni atto la Procura indica i fornitori critici che sono già stati individuati dai militari nella filiera del brand, il numero di lavoratori rilevati in condizioni di sfruttamento e stato di bisogno e quali articoli del marchio siano stati trovati stoccati negli opifici, pronti per tornare alla casa madre ed essere immessi sul mercato. Allo stesso tempo gli inquirenti chiedono che siano le società di moda a fornire, per il momento spontaneamente, i propri modelli organizzativi di prevenzione e gli audit interni o commissionati ad advisor e consulenti e necessari, almeno sulla carta, a impedire la commissione dei reati.

Una formula 'light' per concedere il tempo ai marchi di eliminare i caporali dalle linee di produzione e ristrutturare appalti e subappalti senza incorrere nelle pesanti richieste di amministrazione giudiziaria, come avvenuto dal marzo 2024 in poi per Alviero Martini spa, Armani Operation, Manufacture Dior, Valentino Bags Lab, Loro Piana di Louis Vuitton, non indagate ma con l'ipotesi di aver agevolato colposamente e inconsapevolmente lo sfruttamento o, nelle ultime settimane, per Tod's spa nell'inchiesta che la vede indagata con l'accusa di aver agito invece nella piena consapevolezza propria e dei propri manager che certificano le linee di produzione degli appaltatori.

La mossa più 'morbida' sulle imprese della Procura segue le polemiche delle scorse settimane con Tod's e Diego Della Valle, che mercoledì davanti al gip Domenico Santoro per la richiesta di interdittiva pubblicitaria si sono detti invece disposti a collaborare con l'autorità giudiziaria per la "dignità" di tutti i lavoratori, ma potrebbe invece modificarsi con richieste di commissariamento e interdittive qualora i marchi non facessero nulla per modificare l'assetto attuale degli appalti e l'organizzazione del lavoro ritenuta illegale. 

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