"Riciclaggio, Merkel coinvolta". Su WhatsApp torna la fake sulla Cancelliera
Il fax di una banca svizzera che coinvolgerebbe la Cancelliera in un caso di riciclaggio ha ripreso a circolare
A rotta di collo su whatsapp e su applicazioni simili, ha ripreso a girare in questi giorni una fake riguardante Angela Merkel. La Cancelliera tedesca, uno dei 100 personaggi più influenti al mondo e che dal 22 novembre 2005 governa la Germania e determina le politiche europee, ha annunciato che non si ricandiderà alle prossime elezioni federali del 2021, dopo le quali lascerà l’attività politica e la guida del suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica
La fake riguarda una presunta lettera inviata via fax dalla Banca Julius Baer di Zurigo alla Cancelliera Merkel, dove si chiede alla signora di chiudere i suoi conti, il tutto in seguito a un inspiegabile trasferimento su un conto svizzero di 1.200.000 dollari statunitensi. Il presunto fax è datato 12 settembre 2007 ed era già circolato qualche anno fa. La Merkel al centro di un'azione di riciclaggio di denaro presso la banca svizzera Julius Baer? Il documento è accessibile sulla piattaforma di divulgazione Wikileaks da oltre 10 anni. Ma è un falso facilmente comprensibile. Il testo della lettera è scritto in un inglese estremamente scorretto e il file su cui è scritto presenta delle anomalie evidenti. La parte principale è trascritta leggermente inclinata in alto a destra, mentre la carta intestata e la firma sottostante del presunto firmatario appaiono dritte, a dimostrazione di una falsificazione non ben riuscita. La stessa banca Julius Baer ha confermato alla stampa tedesca che è un falso. Oltretutto quale banca del mondo, tanto meno svizzera, invierebbe via fax ad un capo di Stato una lettera del genere?
Anche alla prima apparizione il documento sembrò immediatamente un falso. L'ipotesi del fax e il documento in sé sono così grossolani da lasciare pochi dubbi. Ma il documento ha ripreso comunque a circolare in rete, confondendo i lettori.
Nel periodo successivo all'uscita del documento ci sarebbe stata una richiesta di approfondimenti dei legali di Wikileaks, l'organizzazione internazionale che riceve in anonimo documenti coperti da segreto e li pubblica sul proprio sito web. L'autore del falso sarebbe un soggetto condannato per falsificazione di atti.
Ma non è la prima volta che la Cancelliera tedesca è al centro di bufale clamorose. Il sito americano BuzzFeed News con un'inchiesta dei giornalisti Alberto Nardelli e Craig Silverman raccontarono tempo fa la rete di panzane scritte sulla Merkel. La più clamorosa fu forse la storia di un selfie che uno dei terroristi dell’attacco a Bruxelles, del marzo 2016, si sarebbe scattato proprio con Angela. La notizia era falsa ma pubblicata su un sito ottenne, tra condivisioni, commenti e “Mi piace”, ben 32.000 interazioni su Facebook, al contrario del servizio dell'emittente radio tv nazionale tedesca Deutsche Welle che smontò la notizia e ottenne solo 13.000 interazioni.
Altra vicenda riguardante sempre la Merkel è il suo accostamento alla polizia politica Stasi dell'ex DDR: si è sostenuto che la Cancelliera fosse una ex spia e si nascondesse dietro il nome in codice “Erika”. Ma non esistono documenti della Stasi che menzionino Angela Merkel come informatrice e/o agente. Sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung lo storico ed ex direttore del memoriale del carcere della Stasi di Hohenschoenhausen, Hubertus Knabe, lo ha spiegato ampiamente.
Knabe: “Ciò non significa che quei documenti non siano mai esistiti” e non siano stati distrutti.
Ma né queste vicende né i viaggi all'ovest della Merkel, quando viveva nella DDR, dimostrano che fosse una spia o quella che nella ex Germania dell'est consideravano una “informatrice informale”.
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