Cronache
Libera Masseria di Cisliano, dalla mafia al sociale. LA STORIA





Libera Masseria di Cisliano, da quartier generale della 'ndrangheta lombarda a campo di volontariato e accoglienza
Di Mariangela Maritato
Da quartier generale della 'ndrangheta lombarda dei clan Valle e Lampada a campo di volontariato e accoglienza, luogo di promozione della giustizia sociale e del diritto all'asilo, alla casa e al lavoro. Ex stalle diventate camere. Interi saloni di un immenso ristorante adibiti a mensa e lavori di ristrutturazione e manutenzione ancora in corso che diventano, in vista della bella stagione, un campo di volontariato aperto a chiunque voglia fare esperienza o prestare le proprie competenze alla Comunità. Nuclei familiari con sfratto esecutivo, minori non accompagnati provenienti da situazioni di guerra o povertà estrema, padri e madri separati che hanno visto crollare, insieme ai loro legami, la loro situazione economica.
Sono tante le persone che hanno trovato accoglienza nella Masseria di Cisliano, diecimila metri quadri di verde e terreno con piscina nell'hinterland milanese che registra con una presenza attiva di mille persone l'anno , tra ospiti e volontari, nata dalla sinergia operativa del Comune, di Libera, della Caritas Ambrosiana ed altre associazioni e cooperative che partecipano al sogno di un'oasi felice di accoglienza, educazione alla legalità e condivisione.
Sequestrata alla 'ndrangheta nel 2010 a seguito di un blitz notturno delle forze dell'ordine (conclusosi con l'arresto dei componenti del clan locale), la confisca definitiva risale all'ottobre 2014. Nei cinque anni di tempo tra il sequestro e la destinazione, atti vandalici ed episodi di distruzione sistematica della struttura hanno reso necessario garantire una sorveglianza costante, partita nel 2015 con un presidio permanente del comune (gestore provvisorio per mandato dell'Agenzia Nazionale per la gestione dei beni confiscati, ANBSC), Libera e Caritas Zona 6 che hanno invitato le realtà associative e i singoli cittadini a tutelare attivamente un luogo che oggi appartiene all'intera comunità. Per la gestione amministrativo-burocratica è stato costituito nel febbraio 2016 il "Comitato di sostegno bene confiscato La Masseria" intorno alla figura di Don Massimo Mapelli. Sacerdote, leader di una cooperativa di giovani avviati al lavoro e di una ventina di minori non accompagnati a Zinasco (Pv), Mapelli è un religioso che vive la fede negli atti concreti di integrazione sociale e di opportunità, di asilo e accoglienza dovuta oltre che di conquista progressiva della propria autonomia e della propria libertà. Tutore e garante per i diritti e per la privacy di persone e minori che per dignità mantengono riserbo con una pagina facebook molto attiva (U.c.a.p.te Una casa anche per te - Onlus), don Massimo è attivo in tutti i settori per dare risposte e direttive concrete a chi è in difficoltà. Un impegno che gli è valso importanti riconoscimenti e nel 2013 un Ambrogino d'Oro per la benemerenza civica.
"Di fronte alla grande emergenza sfratti che ha visto interi nuclei familiari composti da 4-5 persone ritrovarsi da un momento all'altro senza un tetto sulla propria testa, nel 2000 è nata "Una casa anche per te" - racconta Elena Simeti, volontaria di Libera e collaboratrice di Don Massimo - per trovare alloggio anche provvisorio a queste persone . All'inizio è stato offerto un servizio di doposcuola extrascolastico, di soggiorni di risanamento per minori provenienti dalla zona contaminata dalla nube di Chernobyl e di progetti di sostegno alla genitorialità". Del progetto fanno parte "Casa Homer" (per minori non accompagnati), "Casa Ombretta" (per donne maltrattate), "IES" (cooperativa di lavoro per ripristino bancali in legno con vendita diretta) e "Madre Terra" (progetto di agricoltura sociale).
"Per la Masseria di Cisliano - continua Simeti - stiamo lanciando un campo che darà l'opportunità di partecipare attivamente al recupero del bene confiscato, conoscendo realtà e testimoni che quotidianamente sono impegnati in percorsi di giustizia. Il campo sarà animato non solo dai soci e dai volontari della associazione ma anche dalle diverse realtà del territorio che, in questi anni di attività, hanno costruito legami e realizzato sinergie dando la possibilità all'intera struttura di stare in piedi, anche economicamente".
"L'esempio più virtuoso del territorio sia per i tempi (veloce passaggio dal sequestro all'assegnazione) che per l'efficienza della gestione" dichiara Davide Salluzzo, responsabile uscente di Libera Lombardia. "Ci sono già tre appartamenti ristrutturati e utilizzabili nonostante il Comune non abbia ancora un'assegnazione definitiva ma solo un presidio. In assenza di un atto di proprietà diventa difficile per qualsiasi associazione o ente gestire la risorsa dal punto di vista economico quindi i progressi fatti fino ad oggi sono esemplari - continua Libera Lombardia - soprattutto se pensiamo che l'intera regione conta più di 700 beni confiscati non ancora utilizzati".
Se le statistiche parlano chiaro (un bene confiscato ogni mille abitanti), questo piccolo tesoro rischia di diventare un'occasione sprecata se non addirittura un peso per la società se nessuno se ne prende cura. Da qui l'invito alla società civile all'impegno e alla partecipazione con campi di volontariato e formazione sui beni confiscati alle mafie per l'estate 2016 accessibile a tutti, dai 14 anni in su.
Per info: Libera Lombardia - Davide Salluzzo, e-mail : unacasaancheperte@gmail.com