Cronache
Matrimonio prete a Reggio Emilia
Il Movimento Internazionale dei sacerdoti lavoratori sposati plaude al coraggio di trasparenza del sacerdote reggiano. Ora Mons. Camisasca, in passato durissimo con i preti sposati, tanto da sospenderli dall'insegnamento nella sua diocesi con l'aiuto del vicario don Daniele Moretto, ha un altro problema.
La notizia apparsa sul quotidiano il Resto del Carlino è un nuovo caso passato agli onori della cronaca di un fenomeno ormai diffuso in ogni parte del mondo. Il Vaticano e il Papa presto dovranno rivedere la normativa sul celibato dei preti e sulla riammissione al ministero dei preti sposati. In particolare la diocesi di Reggio Emilia, con il Vescovo Camisasca, e la linea tradizionalista di Comunione e Liberazione, aveva in passato deliberato di sospendere ed allontare dall'insegnamento su indicazione della Curia di Roma, i preti sposati che svolgevano nel territorio un prezioso servizio nella scuola e nelle comunità parrocchiali.
Don Moretto, giovane monsignore, teologo e Vicario Responsabile per gli insegnanti di Religione aveva discriminato un prete sposato con la sua famiglia senza l'intervento del Vescovo e del Vicario Nicelli che avevano lasciato agire senza intervenire don Moretto, già resosi responsabile di contrasti all'interno del clero con un sacerdote anziano e di dimissioni da parte di alcuni docenti dell'Istituto Teologico a Reggio Emilia, in contrasto con la gestione assolutistica dello Studio Teologico del quale Moretto era responsabile.
La lettera di Don Melegari pubblicata su "Il Resto del Carlino" ed. Bologna:
"A questo punto potrei lamentarmi della poca sensibilità che nell’ambiente clericale si presta al confratello in crisi, ma io stesso con qualche altro sacerdote nelle mie condizioni attuali non feci niente di meglio. Evidentemente siamo bravi a predicare e fare la carità verso i «bisognosi» ma siamo poveri di amicizia e di lealtà. E’ stato in questo tempo di nuova ricerca di un senso che andasse oltre, che il cuore mi ha portato a fare la scelta, non compatibile con l’abito sacerdotale, di amare una donna. Avrei potuto continuare a stare all’altare la domenica e nei giorni feriali vivere more uxorio, come qualcuno fa, ma ho preferito chiedere al vescovo di essere sospeso dal ministero e percorrere senza sotterfugi il cammino necessario a vivere come Dio comanda (di ACHILLE MELEGARI, ex parroco della Diocesi di Reggio).
Reggio Emilia, Don Achille Melegari si sposa
Stavolta a dire sì sarà lui. Da sacerdote a sposo. Don Achille Melegari, 58 anni il prossimo 20 febbraio – fino a qualche mese fa parroco dell’unità pastorale di Cella, Cadè e Gaida in città, lascia la Chiesa. E si unirà in matrimonio con Gerardina Bellassai, 56 anni, originaria di Salerno. «Dina» è conosciuta a Reggio per aver ricoperto il ruolo di coordinatrice dei City Angels, i volontari di strada d’emergenza dal casco blu e dalla giubba rossa che aiutano senzatetto, migranti, tossicodipendenti e prostitute. E che effettuarono anche le prime «ronde» di contrasto alla criminalità. Era lei la leader della sede reggiana che poi nel 2010 ha cessato l’attività per una serie di vicissitudini. A dare l’annuncio – che immancabilmente scuoterà la Diocesi – è la stessa coppia. Nell’albo pretorio del Comune di Reggio infatti è comparso l’atto di pubblicazione del matrimonio siglato dall’ufficiale di Stato Civile. Si scambieranno le fedi nuziali nel Comune parmense di Tizzano Val Parma, dove si dice abiterebbero, lontani da sguardi indiscreti.
La data delle nozze ancora non l’hanno decisa. «Abbiamo tre mesi di tempo», dicono timidamente al telefono. Il loro riserbo è comprensibile. La notizia farà rumore negli ambienti ecclesiastici, la gente mormora e i giudizi si sprecheranno. Chiedono rispetto. Ma l’ormai ex prete ci tiene a precisare un aspetto: «Ho presentato le dimissioni al vescovo Camisasca il 31 maggio. La motivazione? Crisi pastorale. Dettata anche da un percorso che era cominciato già da tempo. Ma quando ho rassegnato l’abito talare, la storia con la mia attuale compagna non esisteva ancora». Insomma, Don Achille non ha lasciato la chiesa per sposarsi. Si è semplicemente innamorato di una donna come conseguenza di un ministero di Fede che non sentiva più totalmente suo.
Melegari fino ad agosto ha comunque continuano ad esercitare il sacerdozio visti i tempi tecnici (ma anche per consentire eventuali ripensamenti) per lasciare. A giugno – forse l’ultimo tentativo di farlo tornare sui suoi passi – era stato assegnato dal Vescovo anche nella parrocchia di Toano a celebrare la messa durante le festività come ausilio. Poi nell’unità pastorale di Cella gli è subentrato Don Giuseppe Davoli.
Cella – dov’è stato negli ultimi tre anni – è stata l’ultima tappa di una carriera cominciata in modo brillante per Don Achille, originario di San Prospero Strinati, ordinato prete nel ’91. Ha studiato a Roma fino al ’94 ed è stato anche per un anno il vice direttore dell’ufficio diocesano reggiano. Poi ha svolto un incarico per la pastorale giovanile a Baragalla-Coviolo fino al 2002. Per 12 anni è stato parroco a Canali e per 9 ha diretto l’ufficio catechistico diocesano. Ha pure insegnato studio teologico interdiocesano nell’istituto di scienze religiose per dieci anni. Di matrimoni ne ha celebrati tanti. Ora però sarà dall’altra parte e senza tunica.
fonte Il Resto del Carlino