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Cronache
Papa Francesco: "La Chiesa non ha bisogno di parolai, ma preghiere"

Papa Francesco invita a "servire e stare zitti" i parolai che nella Chiesa operano distinguo e si affidano alle verbosità per non rendere testimonianza. "Oggi abbiamo bisogno di profezia, di profezia vera: non di parolai che promettono l’impossibile, ma di testimonianze che il Vangelo è possibile", ha detto nel corso dell'omelia per la festa dei Santi Pietro e Paolo.

"Non servono manifestazioni miracolose, ma vite che manifestano il miracolo dell’amore di Dio. Non potenza, ma coerenza. Non parole, ma preghiera. Non proclami, ma servizio. Non teoria, ma testimonianza", ha proseguito, "Non abbiamo bisogno di essere ricchi, ma di amare i poveri; non di guadagnare per noi, ma di spenderci per gli altri; non del consenso del mondo, ma della gioia per il mondo che verrà; non di progetti pastorali efficienti, ma di pastori che offrono la vita: di innamorati di Dio".

Quindi il pontefice ha aggiunto: "Mi fa dolore quando sento proclamare 'vogliamo una Chiesa profetica' ... Ma cosa fai per una Chiesa profetica? Vuoi una Chiesa profetica: inizia a servire, e stai zitto". Infatti "non c'è bisogno di progetti pastorali" efficienti ed apparentemente perfetti, ma "di pastori che offrono la vita da innamorati di Dio".

Governanti, Papa Francesco: "Siamo abituati ad insultare i responsabili"

Persino ai tempi di Erode la Chiesa non insultava i governanti, ma si pregava per loro. Questo l'esempio che Papa Francesco indica ai fedeli nel loro rapporto con chi ha responsabilità pubbliche. Nel corso dell'omelia per la festa dei Santi Pietro e Paolo, Francesco si è soffermato sulla situazione della Chiesa nei primi tempi: perseguitata dalle autorità ebraiche, oppressa dall'arresto di San Pietro. "Nessuno insulta Erode", sottolinea, "eppure noi siamo tanto abituati ad insultare i responsabili" della cosa pubblica.

Nessuna recriminazione: la lamentela "è la seconda porta chiusa allo Spirito Santo. La prima è il narcisismo, la seconda lo scoraggiamento che induce alla lamentela, la terza il pessimismo che induce al buio, all'oscuro". "Non dirò qui gli aggettivi" di solilto riservati ai governanti, ha aggiunto, "li giudichi Dio, ma noi preghiamo per loro. Hanno bisogno delle nostre preghiere".

Papa: un messaggio "all'amato fratello" Bartolemeo

Papa Francesco ha colto l'occasione della celebrazione della festa dei Santi Pietro e Paolo per dedicare un pensiero all'"amato fratello" Bartolomeo, patriarca ecumenico di Costantinopoli.

Una lunga prassi vuole che la festa dei due patroni di Roma veda la presenza nella Basilica Vaticana di una delegazione del patriarcato ortodosso, così come una delegazione cattolica partecipa ogni anno alle celebrazioni ortodosse per la festività dedicata a Sant'Andrea. Quest'anno il coronavirus ha impedito lo scambio di visite.

"Quando sono sceso a pregare sulle spoglie di Pietro", ha voluto dire Bergoglio nel corso dell'omelia di oggi, "ho sentito nel mio cuore il mio amato fratello Bartolomeo".

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