A- A+
Cronache
Tangenti Nigeria, le richieste di condanna del pm. Eni: "Prive di fondamento"

Eni, tangenti Nigeria: le richieste di condanna del pm

Il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale ha chiesto la condanna a otto anni di reclusione per Claudio Descalzi, all'epoca dei fatti direttore generale della divisione Exploration & Production e ora amministratore delegato di Eni. Descalzi e' accusato di corruzione internazionale nel processo sul presunto pagamento nel 2011 di una tangente da 1,092 miliardi di dollari da parte della societa' italiana e di Shell, al fine di ottenere la licenza del giacimento Opl-245 in Nigeria. Sono in tutto 11, piu' le sanzioni pecuniarie per le due societa', le condanne sollecitate al termine della requisitoria di De Pasquale durata oltre nove ore, che ha proseguito l'intervento svolto dal pm Sergio Spadaro nell'udienza precedente. Anche per l'ex ad di Eni, Paolo Scaroni, la Procura ha chiesto ai giudici della settima sezione penale del Tribunale di Milano una condanna a otto anni, sempre per corruzione internazionale. Reato contestato anche all'ex direttore generale della divisione Exploration & Production di Shell, Malcom Brinded, per il quale la pena richiesta e' di sette anni e quattro mesi. Per tutti loro e' stata chiesta l'aggravante della transnazionalita'. La condanna piu' alta, dieci anni di carcere, e' stata invocata per l'ex ministro del Petrolio nigeriano, Dan Etete.

Nel corso della requisitoria del processo sulle presunte tangenti in Nigeria, il procuratore aggiunto De Pasquale ha chiesto anche la confisca per equivalente per Eni, Shell e per gli 11 imputati di 1,092 miliardi di dollari, somma ritenuta il profitto del reato. Le due multinazionali rispondono della violazione della legge 231 del 2001 sulla responsabilita' delle societa' per i reati commessi dai propri dipendenti. In relazione a questa presunta violazione, per ciascuna delle due e' stata chiesta una sanzione pecuniaria di 900 mila euro. I magistrati della pubblica accusa hanno chiesto inoltre la condanna a 4 anni e sei mesi per il diplomatico russo Ednan Agaev, per l'intermediario Luigi Bisignani, per i dirigenti di Shell John Copleston, Guy Jonathan Colegate e Peter Robinson, per l'ex manager di Eni Vincenzo Armanna e per Ciro Antonio Pagano e Luigi Casula, all'epoca dei fatti dirigenti di Eni che operavano in Africa, e per il console onorario Gianfranco Falcioni. Solo per Bisignani ed Etete e' stata chiesta l'aggravante della 'cattiva condotta di vita' in relazione ai loro precedenti giudiziari.

ENI: SOCIETA' SU PROCESSO NIGERIA, 'RICHIESTE CONDANNA PRIVE DI FONDAMENTO'

Eni considera "prive di qualsiasi fondamento" le richieste di condanna avanzate dal Pubblico Ministero nell'ambito del processo Nigeria ai danni della societa', dei suoi attuale ed ex Amministratori delegati, e dei manager coinvolti nel procedimento. Nel corso della requisitoria, "il PM, in assenza di qualsivoglia prova o richiamo concreto ai contenuti della istruttoria dibattimentale, ha ribadito la stessa narrativa della fase di indagini, basata su suggestioni e deduzioni, ignorando che sia i testimoni, sia la documentazione emersa hanno smentito, in due anni di processo e oltre quaranta udienze, le tesi accusatorie". E' quanto si legge in una nota della societa'.

Nella nota, si legge inoltre che "le Difese dimostreranno al Tribunale che Eni e il suo management operarono in modo assolutamente corretto nell'ambito dell'operazione Opl245. Si ricorda che Eni e Shell corrisposero per la licenza un prezzo d'acquisto congruo e ragionevole direttamente al Governo nigeriano, come contrattualmente previsto attraverso modalita' chiare, lineari e trasparenti; Eni, inoltre, non conosceva, ne' era tenuta a conoscere, l'eventuale destinazione dei fondi successivamente versati a Malabu dal Governo nigeriano, pagamento che peraltro avvenne dopo un'istruttoria dell'Autorita' Anticorruzione della Gran Bretagna (SOCA)". "Non esistono quindi tangenti Eni in Nigeria e non esiste uno scandalo Eni" prosegue la nota della societa' aggiungendo che "Eni ricorda i provvedimenti del Dipartimento di Giustizia e dalla Sec americani, che hanno chiuso le proprie indagini senza intraprendere alcuna azione nei confronti della societa'. Le molteplici indagini interne affidate a soggetti terzi internazionali da parte degli organi di controllo della societa' avevano gia' da tempo evidenziato l'assenza di condotte illecite. Eni confida che la verita' potra' finalmente essere ristabilita ad esito delle argomentazioni difensive che saranno svolte alla fine di settembre in attesa della sentenza del Tribunale" conclude la nota.

Commenti
    Tags:
    enidescalziscaronitangenti nigeria enipetrolio
    Iscriviti al nostro canale WhatsApp





    in evidenza
    Affari in rete

    Guarda il video

    Affari in rete

    
    in vetrina
    La serie A fischia una svolta storica: tre donne arbitro per Inter-Torino

    La serie A fischia una svolta storica: tre donne arbitro per Inter-Torino





    motori
    MINI Aceman: innovazione e stile nel nuovo crossover elettrico

    MINI Aceman: innovazione e stile nel nuovo crossover elettrico

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.