Scuola, Renzi apre alla minoranza Pd: " Riforma migliorabile" - Affaritaliani.it

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Scuola, Renzi apre alla minoranza Pd: " Riforma migliorabile"

"Sulla scuola stiamo discutendo. Dopo anni finalmente c'è un investimento nuovo sull'edilizia scolastica, 100 mila precari che vengono assunti...". Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi arrivando al Nazareno per la segreteria del Pd. "E poi si puo' sempre discutere e migliorare ma la cosa vera e' che questo paese si e' rimesso in moto", ha aggiunto: "Le cose si fanno, le leggi vengono approvate e poi naturalmente le discussioni, le valutazioni diverse ma sono molto fiducioso".

Soddisfatto e orgoglioso, si dice Matteo Renzi. Il risultato ottenuto alla Camera sulla Buona Scuola e', per il presidente del Consiglio, da incorniciare. Lo dice ai suoi e lo scrive a chiare lettere nel messaggino inviato al capogruppo vicario del Pd alla Camera Ettore Rosato che, a sua volta, lo inoltra a tutti i deputati e le deputate del Pd: "Sono orgoglioso di voi", scrive tra l'altro il premier, che avete trasformato le lunghe riunioni al Nazareno e le idee che ne sono emerse in "una buona legge".

I numeri, tuttavia, collocano quella della Buona Scuola in fondo alla classifica dei provvedimenti piu' votati dell'era Renzi, appena un gradino sopra al Jobs Act: 316 i si' e 137 i contrari. Ma quello che fa discutere dentro il Partito Democratico e' soprattutto il numero di quanti non hanno partecipato alla votazione. Quaranta in tutto, una cifra che fa scattare l'allarme: erano stati 38 i 'dissidenti' a far mancare il voto sull'Italicum. Nella maggioranza Pd i conti sembrano tornare. "Se si escludono gli assenti 'giustificati', i dissidenti sono solo 28", spiegano. "Un miglioramento", aggiungono, rispetto a quanto avvenuto sulla fiducia all'Italicum, "quando a non votare il provvedimento furono 38 deputati dem". Tra gli assenti, infatti, erano tanti gli 'assenti giustificati'. Almeno 12 e, tra questi, Matteo Mauri, la cui assenza in Aula non era passata inosservata: "E' vero, oggi non ero in Aula. Ma solo perche' sono bloccato a casa con un piede rotto. Se avessi potuto partecipare al voto, avrei votato si' alla riforma della scuola", ha spiegato il deputato. "Abbiamo lavorato a lungo perche' venisse stralciato l'articolo riguardante il cinque per mille", ha aggiunto Mauri, "perche' riteniamo si possa ottenere di piu' con il confronto con il governo che non con lo scontro. Grazie a questo principio", conclude, "oggi sono state approvate alcune modifiche importanti, tre ordini del giorno presentati da noi.
 

Una attivita' riformista che voglio rivendicare". E anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, puo' dichiarare di sentirsi tranquilla e fiduciosa rispetto ai prossimi appuntamenti a Palazzo Madama. "Abbiamo ottenuto un risultato che va oltre la maggioranza assoluta. E' stato un passaggio importante". Fiducia per i passaggi al Senato? "Assolutamente si'". Una fiducia che non viene scalfita nemmeno dalla lettera dei 47 deputati della minoranza, tra cui Pierluigi Bersani e Rosy Bindi, inviata ai senatori dem. Nella lettera si chiede di ascoltare la voce "di una parte larga di insegnanti, studenti, famiglie che vivono la riforma come una ferita ai propri interessi e diritti". La maggioranza puo' contare al Senato su 174 voti, 112 dei quali del Pd. Senza i 24 senatori dem che non votarono l'Italicum a Palazzo Madama, tuttavia, i numeri del governo si fermerebbero a 137 contro i 144 senatori che, almeno sulla carta, fanno parte dell'opposizione e dovrebbero, quindi, votare 'no' alla riforma. Un rebus che potrebbe essere risolto con l'intervento di pezzi del Gal o del gruppo Misto. Oppure con una riedizione aggiornata di quel 'soccorso azzurro' che permise di licenziare l'Italicum prima versione.