Tripudio del Congresso Usa per il Papa: “Abolire la pena di morte” - Affaritaliani.it

Cronache

Tripudio del Congresso Usa per il Papa: “Abolire la pena di morte”

Un applauso prolungato, accompagnato da ovazioni quasi da stadio, ha salutato l'ingresso di Papa Francesco nell'aula del Congresso Usa.  Il tema della libertà e dei diritti umani, compresa la richiesta d’abolizione della pena di morte, è stato il cuore del discorso. Vediamone i dettagli

"Se la politica dev'essere veramente al servizio della persona umana, ne consegue che non puo' essere sottomessa al servizio dell'economia e della finanza". Lo ha affermato Papa Francesco nel discorso al Congresso Usa. "Politica - ha scandito - e', invece, espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unita', per poter costruire uniti il piu' grande bene comune: quello di una comunita' che sacrifichi gli interessi particolari per poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la sua vita sociale". "Non sottovaluto - ha aggiunto Bergoglio rivolto ai parlamentari americani - le difficolta' che questo comporta, ma vi incoraggio in questo sforzo".

"Proteggere, con gli strumenti della legge, l'immagine e la somiglianza modellate da Dio su ogni volto umano". Questo il ruolo del Parlamento secondo Papa Francesco. "Come membri del Congresso il vostro compito - ha detto il Pontefice nella storica aula parlamentare di Capitol Hill - e' di permettere a questo Paese, grazie alla vostra attivita' legislativa, di crescere come nazione. Voi - scandito - siete il volto di questo popolo, i suoi rappresentanti. Voi siete chiamati a salvaguardare e a garantire la dignita' dei vostri concittadini nell'instancabile ed esigente perseguimento del bene comune, che e' il fine di ogni politica".
   Secondo Bergoglio, "una societa' politica dura nel tempo quando si sforza, come vocazione, di soddisfare i bisogni comuni stimolando la crescita di tutti i suoi membri, specialmente quelli in situazione di maggiore vulnerabilita' o rischio". "L'attivita' legislativa - ha ricordato ai parlamentari americani - e' sempre basata sulla cura delle persone. A questo siete stati invitati, chiamati e convocati da coloro che vi hanno eletto".

"Nessuna religione e' immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico". Lo ha affermato Papa Francesco, capo della Chiesa Cattolica, nel suo discorso al Congrsso Usa. "Questo significa - ha spiegato il Pontefice - che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere.Il nostro mondo e' sempre piu' un luogo di violenti conflitti, odi e brutali atrocita', commesse perfino in nome di Dio e della religione". Secondo Bergoglio, "e' necessario un delicato equilibrio per combattere la violenza perpetrata nel nome di una religione, di un'ideologia o di un sistema economico, mentre si salvaguarda allo stesso tempo la liberta' religiosa, la liberta' intellettuale e le liberta' individuali".

"In un mondo sviluppato - ha osservato il Pontefice - gli effetti di strutture e azioni ingiuste sono fin troppo evidenti". Dunque, "i nostri sforzi devono puntare a restaurare la pace, rimediare agli errori, mantenere gli impegni, e cosi' promuovere il benessere degli individui e dei popoli. Dobbiamo andare avanti insieme, come uno solo, in uno spirito rinnovato di fraternita' e di solidarieta'". Per Francesco, poi, "c'e' un'altra tentazione da cui dobbiamo guardarci: il semplicistico riduzionismo che vede solo bene o male, o, se preferite, giusti e peccatori. Il mondo contemporaneo, con le sue ferite aperte che toccano tanti dei nostri fratelli e sorelle, richiede che affrontiamo ogni forma di polarizzazione che potrebbe dividerlo tra questi due campi". La via che Bergoglio ha voluto indicare oggi con il suo discorso e' quella dei negoziati perseguiti con tenacia, contro ogni delusione e fallimento. "Le sfide che oggi affrontiamo, richiedono - ha spiegato - un rinnovamento di questo spirito di collaborazione, che ha procurato tanto bene nella storia degli Stati Uniti. La complessita', la gravita' e l'urgenza di queste sfide esigono che noi impieghiamo le nostre risorse e i nostri talenti, e che ci decidiamo a sostenerci vicendevolmente, con rispetto per le nostre differenze e per le nostre convinzioni di coscienza".

 "Il nostro mondo sta fronteggiando una crisi di rifugiati di proporzioni tali che non si vedevano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale" e questo "pone davanti grandi sfide e molte dure decisioni". Lo ha affermato Papa Francesco al Congresso di Washington, sottolineando che gli Stati Uniti sono chiamati ad un ruolo analogo a quello che ebbero nel dopo guerra per risanare le ferite dell'Europa e dell'Asia. Anche nel Continente Americano, ha rilevato, oggi, "migliaia di persone sono spinte a viaggiare verso il Nord in cerca di migliori opportunita'". "Non e' - ha domandato ai deputati - cio' che volevamo per i nostri figli?". "Non dobbiamo - ha scandito - lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni".

 L'invito del Papa davanti all'ondata migratoria e' dunque a "rispondere in un modo che sia sempre umano, giusto e fraterno". "Noi americani - ha scandito - non abbiamo paura degli stranieri, perche' molti di noi una volta eravamo stranieri". "Quando lo straniero in mezzo a noi ci interpella, non dobbiamo ripetere i peccati e gli errori del passato. Dobbiamo decidere ora di vivere il piu' nobilmente e giustamente possibile, cosi' come educhiamo le nuove generazioni a non voltare le spalle al loro 'prossimo' e a tutto quanto ci circonda", ha esortato Francesco. "Costruire una nazione - ha concluso - ci chiede di riconoscere che dobbiamo costantemente relazionarci agli altri, rifiutando una mentalita' di ostilita' per poterne adottare una di reciproca sussidiarieta', in uno sforzo costante di fare del nostro meglio. Ho fiducia che possiamo farlo".