Cronache
Tutti stretti attorno alla Cleprin, azienda anti camorra

Dove una volta c'erano gli uffici, la sala riunione, la zona produzione e il reparto imbottigliamento ora c'è il vuoto e travi bruciate, ringhiere carbonizzate, legno incenerito, serbatoi e miscelatori incendiati. Il tour alla Cleprin, in quella che fino a poche settimane fa era una struttura avveniristica, si trasforma nella conta dei danni: pompa per la miscelazione verticale, costo 56 mila euro, nastro per l'imbottigliamento 160 mila... Per un totale 2,5 milioni. È il bilancio dell’incendio di origine dolosa (dinamiche e responsabili ancora da accertare) avvenuto il 23 luglio in questa fabbrica di detersivi ecocompatibili nota per essere in prima linea contro il racket. Indagini ancora in corso, ma inevitabile supporre la matrice camorristica.
Otto anni fa c’era stata la prima ingerenza da parte del clan Esposito, operante nel centro casertano e detto “dei Muzzoni”: provarono ad imporre l’assunzione del fratello di Gaetano Di Lorenzo (elemento di spicco del clan, oggi detenuto in regime di 41 bis per altri fatti); al rifiuto seguirono minacce, intimidazioni e delazione. Nel 2010 lo sversamento notturno di percolato davanti all'ingresso dell'azienda si protrarrà per un mese, fino a un arresto in flagranza di reato. Ma se nel 2007 la società civile era stata la grande assente – due sole telefonate di sostegno, una del direttivo di Confindustria Caserta e l’altra di un noto giornalista locale, nessuna autorità locale – questa volta, a otto anni di distanza: gente comune, sindaco, assessori, caposettori, parroci e vescovi erano al sit-in di mobilitazione o erano in azienda nei giorni successivi all’incendio. In quindici giorni è arrivato il dissequestro, il caposettore ambiente del comune ha lavorato anche se in ferie. E il 5 agosto il viceministro alle politiche agricole, Andrea Olivero, ha presentato qui il nuovo piano sull'agricoltura sociale. Una “rivoluzione copernicana”, secondo Antonio Picascia, uno dei soci dell’azienda. I giovani di Libera e delle associazioni antiraket sono scesi in campo, dando una mano concreta nel ripulire.
Ora, terminata la conta dei danni, né Antonio, né l’altro socio Franco Beneduce, né i 33 dipendenti si sono dati per vinti. Ieri e l’altro ieri sono stati i primi due giorni di ferie dopo 26 di lavoro instancabile. Tutti fanno tutto, la fabbrica è un cantiere a cielo aperto: hanno lavorato anche a ferragosto. “Abbiamo appena terminato le operazioni di ripristino dello stato di sicurezza della zona. Le istituzioni – ha sottolineato Picascia – ci sono state vicino fin dal primo momento. Il dissequestro di una parte dell'azienda è arrivato subito, anche per cercare di ridurre l'impatto ambientale del disastro. Ci sono tensioattivi e materiali che andavano messi in sicurezza”. Nell’azienda la produzione di detergenti è ripresa già nei giorni immediatamente successivi. Ma se prima c’erano diciassette miscelatori ora ce ne sono tre, ed è tutto più difficile. Nel reparto magazzino (risparmiato dalle fiamme) si fa tutto: produzione, imbottigliamento e spedizione; e il laboratorio si è trasformato in direzione ed amministrazione. In attesa degli indennizzi assicurativi serve un milione di euro per ottemperare agli impegni con i creditori. Ma Picascia parla, in primo luogo, di progetti per il futuro. “Realizzare detergenti e detersivi che permettano l'abbattimento delle cariche pericolose attraverso enzimi non patogeni, con attivatori biologici, che favoriscano l'antagonismo alimentare. Sa che nel Sarno è stato individuato un batterio che disgrega i nitrati? E una giovane ricercatrice di Salerno ha selezionato ceppi batterici che scompongono i grassi? La svolta è nella biologia.” Dal 6 al 13 settembre la Cleprin con RES-Rete Economia Sociale e Nco-Nuovo Commercio Organizzato, saranno all’Expo, nel padiglione Onu, Kip-International School, per presentare “Pacco alla camorra” un progetto in rete di 16 imprese che lavorano sui beni confiscati o hanno denunciato il racket. Intanto lunedì si ricomincia. (Irma Marano)
fonte: www.redattoresociale.it