Vatileaks, Bergoglio "amareggiato" ma va avanti "con determinazione" - Affaritaliani.it

Cronache

Vatileaks, Bergoglio "amareggiato" ma va avanti "con determinazione"

"Ho appena visto il Papa. Sue parole andiamo avanti con serenita' e determinazione". Lo scrive il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Giovanni Becciu sul suo account Twitter. Anche se chi ha potuto parlare con il Pontefice dopo gli arresti lo ha sentito "sconfortato e dispiaciuto". I Corvi rischiano fino a 8 anni di carcere per la fuga di documenti riservati della Santa Sede. Ma si parla anche di intercettazioni ai massimi livelli, forse anche il Papa in persona...

La notizia era nell'aria da qualche giorno, ma non si immaginava che l'indagine della magistratura vaticana per la fuga di documenti riservati avrebbe portato all' arresto anche della signora Francesca Immacolata Chaoqui, lobbista ed esperta di comunicazione molto nota ed affermata. La donna, cittadina italiana si e' sostanzialmente consegnata da sola alla Gendarmeria vaticana recandosi nel piccolo Stato per essere interrogata dal promotore di giustizia Milano. Anche per questo e' stata rilasciata.

La sera prima era stato arrestato, ed e' tuttora in stato di detenzione, monsignor Vallejo Balda, seguace ma non membro dell'Opus Dei, che ha subito preso le distanze esprimendo "sconcerto e dolore". Il prelato spagnolo aveva ricoperto le funzioni di segretario della Commissione istituita da Papa Francesco, a pochi mesi dalla sua elezione, per studiare la riorganizzazione dei dicasteri vaticani e della loro gestione finaziaria (la cosiddetta Cosea) e proprio lui aveva proposto al Papa di inserire nell'organismo la signora Chaouqui, ritenuta dai magistrati vaticani sua complice nella sottrazione e diffusione ai giornalisti Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi autori rispettivamente dei volumi "Via Crucis" e "Avarizia". Anche a questi ultimi il comunicato vaticano sugli arresti promette sanzioni, ma non si sa quanto realisticamente, "ricorrendo, se del caso, alla cooperazione internazionale". Nel 2013 analoghe parole non portarono ad alcun risultato. Il comunicato diffuso oggi pero' mette bene in chiaro che la diffusione di documenti riservati e' un reato e certo non e' d'aiuto al Papa e alla sua riforma. Tutto questo rievoca inevitabilmente il periodo buio di Vatileaks, quando fu arrestato e processato Paolo Gabriele, l'aiutante di camera di Papa Ratzinger, al quale erano stati sottratti documenti, alcuni oggetti e un assegno (per la verita' mai incassato e probabilmente inesigibile).

Anche allora, in effetti, i documenti furono pubblicati in un libro ("Sua Santita'", sempre di Nuzzi). Ma la situazione e' oggi molto diversa, nel senso che l'attuale Pontefice sta procedendo speditamente sulla strada di una Riforma della Chiesa la cui portata va ben oltre il riassetto dei dicasteri vaticani e se anche c'e' un'opposizione apparentemente irriducibile, al Sinodo c'e' stata una "conta" che attribuisce a questa posizione non piu' di un terzo dell'episcopato, mentre risulta evidente che tra i fedeli la Riforma di Francesco gode praticamente di un consenso unanime. Dunque, presumibilmente, i contraccolpi non saranno violenti come lo furono nel 2012: alcuni attribuiscono alla vicenda di Vatileaks le stesse dimissioni annunciate da Benedetto XVI l'11 febbraio 2013 in quanto nelle motivazioni il Pontefice oggi Emerito accenno' al venir meno delle forza fisiche ma anche spirituali.

C'era stata allora, parallelamente all'istruttoria e al processo del Tribunale Vaticano presieduto da Giuseppe Dalla Torre, anche un'inchiesta riservata affidata ai cardinali Tomko, Erranz e De Giorgi, i cui risultati non sono stati finora resi pubblici, ma che Ratzinger consegno' a Papa Francesco nel loro primo incontro dopo l'elezione di quest'ultimo, a Castel Gandolfo. Del contenuto di quella cassetta bianca con certezza si sa soltanto che vi erano anche decine di deposizioni che fotografavano una larga "zona grigia" di infedelta' piu' o meno gravi compiute dai collaboratori del Papa e della Santa Sede, e delle relative coperture loro garantite. Una realta' non emersa al processo. Stavolta invece l'ipotesi che i documenti provengano dall'archivio della Cosea rende questo caso meno inquietante e drammatico. Nei giorni scorsi tuttavia era circolata la notizia (mai ufficialmente confermata) di una violazione del computer del Revisore generale della Santa Sede, Libero Milone al quale il Pontefice ha affidato il compito di revisione dei dicasteri della Curia Romana e delle istituzioni a essa collegate e alle amministrazioni che fanno capo al Governatorato della Citta' del Vaticano, ruolo fino ad ora assegnato alla Prefettura degli Affari Economici oggi in via di estinzione: il suo presidente, cardinale Giuseppe Versaldi, e' oggi prefetto dell'Educazione Cattolica, e il segretario e' lo stesso monsignor Balda. I due rischiano fino a 8 anni di carcere.

L'INTERCETTAZIONE DEL PAPA - Una registrazione clandestina di Francesco tra gli elementi più gravi che emergerebbero da questo nuovo scandalo in vaticano. Lo scrive il Corriere della Sera: "È il 3 luglio 2013 e il Santo Padre è stato messo in allarme da una lettera ricevuta dai revisori contabili della Prefettura. Lettera che segnalava la 'quasi totale assenza di trasparenza nei bilanci sia della Santa Sede sia del Governatorato'. Conseguenza: 'È impossibile fornire una stima eloquente della reale posizione finanziaria'. Di più: 'I costi sono fuori controllo'. Di più ancora: viene lasciato 'troppo spazio alla discrezione degli amministratori'.