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Cronache
Venezia, Calatrava condannato a pagare per il ponte: ribaltata la sentenza
Foto LaPresse

I veneziani lo sanno bene che nella loro bella città c’è il ponte dei Sospiri ma pure quello delle cadute. Il geniale progetto del famoso architetto spagnolo Santiago Calatrava. Una storia complessa e contestata quella del ponte che da pochi giorni ha avuto un epilogo giudiziario che condanna il progettista.

 

Forse in Italia la notizia è passata inosservata ma in Spagna proprio no. Uno tra i più importanti quotidiani spagnoli ‘El Pais’ ha riportato con una certa enfasi la notizia che il 68 enne architetto di Valenza, Santiago Calatrava, è stato condannato a pagare quasi 80 000 euro dal Tribunale italiano (sentenza del 6 agosto) per gli errori fatti nella costruzione del famoso ponte sul Canal Grande a Venezia.

Il ponte dell'architetto Calatrava a Venezia

Un ponte che venne inaugurato con grande clamore e fanfara al seguito, forse per dimenticare che il budget previsto era di 7 milioni di euro mentre il conto finale, come spesso accade dalle nostre parti, era lievitato a quasi 12 milioni di euro.

 

A ben guardare l’opera aveva avuto commenti non del tutto favorevoli, e non solo per i costi astronomici e non preventivati, e nemmeno per i ritardi ma pure per il disegno ritenuto non proprio un’opera d’arte

Infatti già all’inizio non tutti furono d’accordo nel ritenerla un’opera d’arte, ed anzi i pareri si concentrarono su alcune impreviste ma notevoli inefficienze.

 

Tutti i veneziani cominciarono a sognare di notte il pavimento di cristallo della struttura come un incubo che li faceva scivolare e cadere spesso con il freddo , il ghiaccio e la pioggia. Ben presto l’incubo divenne realtà per molti.

 

Per i pochi che ancora non l’avessero vista la struttura del ponte sul Canale si presenta leggera e flessibile e con un po’ di immaginazione e da una particolare angolatura potrebbe sembrare pure l’ala di un uccello.

Altra particolarità è che è stato anche il primo ponte costruito nella città da 125 anni. Nato per collegare la stazione ferroviaria di Santa Lucia con Piazza Roma.

94 metri di larghezza e una larghezza che varia dai 5.5 metri fino ad arrivare ad oltre 9 metri.

Il ponte dell'architetto Calatrava a Venezia

Aldilà di queste particolarità tecniche i giudici italiani hanno confermato le ‘ macroscopiche negligenze’ nell’intero progetto.

E la sentenza è sembrata ancora più grave considerato il fatto che l’incarico non è stato conferito ad un architetto qualsiasi ma ad uno stimatissimo professionista di livello mondiale oltre che di elevatissima competenza, soprattutto nella costruzione di ponti .

 

E comunque avere la possibilità di costruire nella città dei Dogi avrebbe potuto essere un privilegio di non poco conto anche per un architetto di valore come Calatrava e quindi forse una certa attenzione supplementare avrebbe dovuto essere messa in conto.

L’intero progetto già da subito cominciò ad essere avvolto da una serie di problemi, polemiche e ritardi.

Costi elevati, ritardi nella costruzione e continue cadute della gente sopra il pavimento di cristallo che, gioco forza , dovette essere modificato .

 

Senza contare la mancanza di accessibilità per le persone in carrozzella . Una carenza grande che obbligò a costruire successivamente una piattaforma per evitare la barriera architettonica non prevista.

un costo aggiuntivo di circa 2 milioni di euro.

 

L’ultima sentenza ha ribaltato l’assoluzione del 2015.

A vedere la storia del super architetto spagnolo le contestazioni alle sue opere per eccessi di budget e ritardi non mancano.

In Oviedo, a Gerusalemme, a Malmoe in Svezia per il grattacielo Turning Torso premiato a più riprese sono alcuni dei progetti contestati.

 

Ma la difesa di Calatrava è stata presa da un altro famoso architetto di indubbia fama, Daniel Libenskind.

’Cercano Calatrava per costruire pietre miliari e non opere funzionali’ conferma Libenskind .

E chi lo può’ contestare?

Ed allora cari veneziani non lamentatevi. Avete una pietra miliare, e se su questa pietra ci scivolate prendetevela con voi stessi e non con i grandi disegnatori. E magari pure con i vostri amministratori che non sono riusciti né a contenere i costi e nemmeno a capire i notevoli errori riscontrati dai giudici.

 

 

 

 

 

 

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