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Cronache
Vigevano criminale, maxi operazione dei carabinieri contro la malavita

Di Mariangela Maritato

Un romanzo criminale tipo “Gomorra” con tanto di video rap su youtube per farsi pubblicità e affermare il comando sul territorio. E’ partita all’alba del 7 luglio in una Vigevano (Pavia) “città aperta” sorvolata da elicotteri e una cinquantina mezzi blindati l’operazione condotta da 160 carabinieri guidati dal capitano Rocco Papaleo coordinati dai sostituti procuratori della Repubblica di Pavia Mario Venditti e Roberto Valli e dal pubblico ministero Mario Andrigo che ha portato all’arresto di 24 persone – 7 dei quali arrestati in flagranza di reato  - e a 56 denunce a piede libero a chiusura di un’ordinanza di 364 pagine.  Non è stato contestato il 416 bis ma l’operazione ha portato alla luce, oltre a una struttura verticistica molto ben radicata sul territorio che stava tentando un salto di qualità attraverso un’accurata attività di proselitismo, un vero e proprio arsenale fatto di almeno 27 tra pistole, fucili a canne mozze, fucili a pompa, alcuni rubati, altri con la matricola abrasa,  bombe artigianali, migliaia di munizioni e chicche varie come la penna-pistola da «007». Infinito l’elenco dei reati contestati: 14 episodi di traffico di armi; 5 estorsioni; 21 incendi dolosi tra cui 4 per fini estorsivi, 14 per danneggiamento e 3 per truffare le assicurazioni; altri 6 danneggiamenti di altro tipo sempre per estorsione; 17 tra furti e rapine in case e negozi; innumerevoli falsi incidenti; spaccio di droga a volontà con mini-piantagioni di marijuana e cocaina (mezzo kg quella sequestrata).

Una sceneggiatura surreale da “talent show” per aspiranti boss e proseliti diffusa da un’organizzazione a delinquere locale dedita al traffico di armi e droga, all’estorsione  nei confronti di esercizi commerciali e assicurazioni, incendi e attentati dinamitardi, rapine e reati contro il patrimonio che andavano avanti da almeno due anni operante in Lomellina con ramificazioni nel milanese (Buccinasco). Un sogno mediatico finito in manette e nelle celle dei carceri di Pavia, Vigevano, Voghera e San Vittore che non ha risparmiato nemmeno una giudice di pace fino a qualche anno fa convivente di Massimo Merlin (52 anni), considerato dagli investigatori uno dei due uomini a capo del clan, che aveva suscitato su di lei un fascino alla “Steve Seagal”(come emerge dalle intercettazioni) con tanto di fucile a pompa e bombe carta. Al vertice anche Salvatore Todaro (53 anni) residente a Garlasco.

Un gradino sotto, quelli che i carabinieri hanno individuato come “organizzatori” dei colpi, coinvolti in quasi tutti i casi accertati: Jonathan Peragine, trentenne  considerato “motore” dell’organizzazione; Antonio Canale (39 anni) e Andrea Merlin (27 anni).  Secondo le indagini, i malavitosi si vantavano dei loro misfatti con le amanti e con i figli che conducevano sui luoghi dove avevano commesso i reati per indottrinarli. Tra le dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia Carlo Pasta ha disposto anche l’arresto per il primo marito di Emanuela Preceruti, la donna di 44 anni uccisa la scorsa settimana a Dorno (Pavia) da quello che per un anno era stato il suo compagno. Altre 11 persone sono state poste agli arresti domiciliari mentre per altre tre è stato disposto l’obbligo di dimora. Secondo i carabinieri e gli inquirenti, tutti i componenti dell’associazione facevano riferimento a un modello delinquenziale tipico della malavita organizzata perché, attraverso una forte penetrazione nel tessuto sociale e commerciale, puntavano al controllo del territorio con aderenze in alcuni settori della pubblica amministrazione che ne hanno amplificato la pericolosità.  

 

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