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Culture
Arte, Sabrina Ravanelli e i suoi "(Im)personal portrait" a Milano

A quattro anni dalla sua ultima mostra, allo Spazio Aurum di Pescara, Sabrina Ravanelli, una delle autrici più interessanti della X generation, torna finalmente a esporre in pubblico i suoi lavori. E lo fa in grande stile. Con la personale “(Im)personal portrait” è infatti l'Artista del mese di Mondadori, che per quattro settimane, da oggi sino al 5 marzo, ospiterà i suoi lavori presso lo Spazio Eventi del suo più importante Megastore, quello di Piazza del Duomo a Milano.

Conosciuta nell'ambiente della contemporary art come Material's queen, la regina dei materiali, Ravanelli, trentina di nascita, ma milanese d'adozione, laureata all'Accademia di Belle Arti di Brera, ha infatti concentrato la propria ricerca sui materiali, che non rappresentano un semplice mezzo per dipingere, bensì diventano l'essenza stessa dell'opera. Ha iniziato, subito dopo l'accademia, a realizzare tele materiche, con colle, sabbie, resine, sperimentando anche reazioni chimiche.

E' poi passata al nastro adesivo. Le tele vengono coperte da nastro, che viene poi parzialmente dipinto utilizzando resine. Il nastro adesivo non è un semplice supporto su cui dipingere, ma viene strappato, piegato, lavorato, contribuendo in modo determinante alla realizzazione del soggetto finale.

ravanelli (4)
 

"Lo scotch (ndr. come viene comunemente chiamato il nastro adesivo, anche se in realtà è il nome commerciale di un prodotto 3M)", racconta Sabrina, "mi attrae per alcune sue caratteristiche: è trasparente, unisce, aggiusta quello che si rompe". Nella più recente fase del suo iter artistico, Sabrina va oltre:  si accanisce  sulla tela, squarciandola. Squarci  che vengono coperti dallo scotch, ormai protagonista assoluto dell'opera. Una ricerca unica nel panorama dell'arte contemporanea. "Mi piace la metafora della ferita rimarginata grazie allo scotch», aggiunge Sabrina, che nella mostra milanese presenta in anteprima questi ultimi lavori, «inoltre, ricoprendo tutto col nastro ottengo l'effetto del vuoto, là dove la tela non esiste più e del pieno, dove invece quel che resta della tela è coperta dallo scotch. I soggetti di questa esposizione sono tutti ritratti al femminile, che vengono declinati appunto in modo impersonale, la dove dominano le trasparenze e al tempo stesso personale, la dove la tela continua a esistere. Perché ogni persona tende a mostrare aspetti della sua personalità e a lasciarne in ombra altri".

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