Cesare Viel, il mondo della sua memoria. In mostra a Milano - Affaritaliani.it

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Cesare Viel, il mondo della sua memoria. In mostra a Milano

Assenza, memoria, passato, identità, emozioni ... poi parole, silenzi e vuoti sono i temi che ricorrono nei lavori di Cesare Viel

Simonetta M. Rodinò

Assenza, memoria, passato, identità, emozioni ... poi parole, silenzi e vuoti sono i temi che ricorrono nei lavori di Cesare Viel, protagonista della mostra “Più nessuno da nessuna parte”, ospitata al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano.

Nonostante il titolo desolante e un po’ pessimista della rassegna - citazione di Roland Barthes, tratta dall’opera “Alluvioni universali”(2010), dedicata dall’autore francese al lutto per la perdita della madre - la solitudine evocata non è poi così negativa.

Viel lavora sul linguaggio, lo prende come oggetto di analisi, entrando fin nel dettaglio delle parole, della loro forza evocatrice. La dimensione comunicativa è la scelta artistica del 54enne artista. Che

attraverso prosa, performance, video, fotografia e disegni desidera coinvolgere lo spettatore dentro il proprio spazio di ricordi.

Assenza e presenza sono il fil rouge dell’esposizione che propone una selezione di lavori passati e recenti, la riproposizione di alcune precedenti performance e la nuova installazione “Il giardino di mio padre. Gli oggetti sotterrati” (2019), dedicata alla scomparsa del padre. Un lavoro sul silenzio, “sulle tante parole non dette in una relazione tra padre e figlio non sempre facile”, chiarisce Viel. Ecco quindi che sotto un’ampia distesa di terra battuta sono sotterrati 28 oggetti di uso quotidiano, una sorta di reperti tardivi di un rapporto tra due uomini. La performance prevede che l’autore perlustri lo pseudo-giardino e smuovendo la terra li riporti alla luce.

Percorrendo i vari ambienti del Padiglione ci si trova di fronte a una serie di messe in scena di alcune dimensioni emotive - “l’emozione è deposito del mio lavoro”, afferma – dove oltre al vissuto personale assumono importanza anche il corpo e la soggettività dell’artista.  La relazione che il corpo di Viel stabilisce con se stesso non è una relazione che lo lega a un’identità, ma si costituisce in essa in quanto corpo altro.

Un rincorrersi tra opposti che s’intrecciano convivono nei lavori: il bene e il male, la vita e la morte, la luce e il buio sembrano quasi sfiorare un disordine emotivo. Ma si viene riportati alla realtà.

Tra le opere, due sono dedicate a Emily Dickinson: “Accendere una lampada e sparire” (2003), è una performance dove l’artista, seduto su un grande foglio bianco, legge una lettera idealmente inviata alla poetessa americana e la aggiorna su quello che è accaduto dopo gli attacchi alle Twin Towers. Il secondo è una raccolta che si intitola Thank you Emily (2002): “Un dialogo con lei a distanza, una relazione tra la sua forza visionaria e i nostri traumi collettivi”, spiega.

La mostra, curata da Diego Sileo, si inaugura in occasione della Quindicesima Giornata del Contemporaneo, dedicata all’arte italiana.

“Più nessuno da nessuna parte”

PAC Padiglione d’Arte Contemporanea - via Palestro 14 - Milano

12 Ottobre - 1 Dicembre 2019

Orari: mercoledì, venerdì, sabato e domenica 9:30-19:30; martedì e giovedì 9:30-19:30

Ingressi: intero € 8, ridotto € 6,50,

Infoline: 02 884 46359

http://www.pacmilano.it