Cinema romeno d'autore/ "Il caso Kerenes" - Affaritaliani.it

Culture

Cinema romeno d'autore/ "Il caso Kerenes"

 di Stefania Pizzi

 

Il caso Kerenes

Romania oggi, famiglia benestante-arricchita di cultura medio-alta con amicizie influenti. Il giovane figlio unico Barbu compie un audace e scellerato sorpasso, causando la morte di un quattordicenne di famiglia povera. Da qui prende spunto Il caso Kerenes, Orso d'Oro alla Berlinale 2013.

L'incidente, il probabile pericolo di imputazione per omicidio in un processo che forse avverrà, la sofferenza dell'investitore e delle famiglie coinvolte che ne scaturisce non costituiscono oggetto della narrazione, se non in piccola e ultima parte. Il film infatti racconta Cornelia, madre del ragazzo, donna forte e fragile, determinata e volitiva corruttrice, manovratrice delle vite degli altri: e con la donna viene chirurgicamente mostrato il rapporto negativo madre-figlio, proprio mentre ella è impegnata con tutte le proprie forze emotive ed economiche ad evitare ad ogni costo la galera all'adorato figlio. Di qui colloqui con la Polizia, con il perito dell'auto incriminata, con l'unico testimone, e giri di telefonate: tutti movimenti accompagnati da soldi e scambi di favori volti a influenzare, a dir poco, a modificare il quadro probatorio dell'indagine. Gli uomini della vita di Cornelia, il figlio e il marito, sono burattini nelle sue mani, mani di fumatrice incallita, sempre elegante e impellicciata, lucida, ma tremendamente sola e disprezzata dal figlio che alla fine le chiede di non incontrarlo più.

Il regista rumeno Calin Peter Netzer, anche autore del soggetto e della sceneggiatura, utilizza la macchina da presa mobilissima, non usa mai la musica se non diegetica (predominanti le canzoni di Gianna Nannini), gira con stile asciutto (vengono in mente Ken Loach o i fratelli Dardenne che stanno addosso ai personaggi con le inquadrature) una storia triste e amara che si chiude con un commovente epilogo: la visita di cortesia e convenienza (magari allo scopo di far ritirare la denuncia) di Cornelia alla famiglia disperata e disagiata, durante la quale un lungo pianto della donna, di sincera e profonda commozione, mette a confronto due donne così lontane, eppur così vicine.