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Culture
E' morto il premio Nobel Dario Fo. Domani i funerali laici in piazza Duomo

Dario Fo è morto ieri all'età di 90 anni. Era ricoverato da giorni in ospedale. Domani i funerali laici 

Drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Questo e molto altro era Dario Fo, di cui oggi il mondo piange la scomparsa. Fo, l'eterno giullare che merito' il Nobel, 90 anni compiuti lo scorso 24 marzo, era ricoverato da una quindicina di giorni all'ospedale Sacco di Milano e le sue condizioni di salute erano peggiorate nelle ultime ore. Da domani sara' allestita la camera ardente nel foyer del Piccolo Teatro Strehler di Milano, che apri' le sue sale anche per quella della moglie di Fo, Franca Rame, nel maggio del 2013. Sabato - giorno di lutto cittadino proclamato dal sindaco di Milano Giuseppe Sala - si svolgera' una cerimonia laica in piazza Duomo. Tocca al suo medico curante, Delfino Luigi Legnani, direttore del reparto di pneumatologia dell'ospedale Sacco, illustrare i motivi del ricovero, le cause della morte, ma anche svelare il modo in cui Fo ha affrontato gli ultimi istanti della sua vita. "Fo e' morto intorno alle 8 di questa mattina per un'insufficienza respiratoria causata da una patologia polmonare di cui era sofferente da anni - spiega il medico - Nelle ultime fasi che hanno preceduto il decesso abbiamo contribuito a un miglior decorso possibile, rimuovendo al massimo la componente dolorosa. Le sue condizioni sono precipitate nelle ultime ore, non si poteva fare di piu'. Fo aveva una capacita' respiratoria incredibile in presenza di una patologia polmonare complicata come la sua". I dettagli rivelati dal medico confermano la tempra del Nobel: "E' stato presente, lucido e collaborativo fino a ieri. Ha voluto tenersi aggiornato e informato sui temi di attualita' fino agli ultimi istanti della sua vita: si faceva leggere i giornali dai suoi collaboratori perche' aveva problemi alla vista. Prima di aggravarsi Fo aveva cantato per ore una cosa incomprensibile". La notizia della scomparsa di Fo, morto per una singolare coincidenza nel giorno in cui il premio Nobel per la Letteratura e' stato assegnato a un altro 'irregolare', Bob Dylan, fa il giro del mondo e conquista immediatamente l'attenzione dei quotidiani internazionali. In Italia grande commozione si legge nei messaggi di cordoglio, numerosissimi, provenienti dalla politica e dalla cultura. "La sua testimonianza, che ricordiamo sempre unita in un sodalizio indistruttibile a quella di Franca Rame, e' offerta alle giovani generazioni con quel sorriso e quella voglia di allegria che ha manifestato e che non deve mai abbandonare, anche davanti a momenti difficili", scrive il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

"Con Dario Fo - afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi - l'Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attivita' artistica restano l'eredita' di un grande italiano nel mondo". Affida il suo ricordo a Facebook il presidente del Senato Pietro Grasso: "Un giullare fuori dagli schemi: a Dario Fo, insieme alla sua inseparabile Franca, dobbiamo risate, lacrime, riflessioni. Grazie per l'arte che ci ha regalato, immensa e bellissima tanto da essere diventata simbolo dell'Italia nel mondo. Grazie per la sua voce irriverente e impegnata". "Con Dario Fo e' morta una grande figura della cultura italiana che ha saputo fare della satira sul potere uno stimolo alla politica", scrive su Twitter la presidente della Camera, Laura Boldrini. Il leader M5S Beppe Grillo ricorda l'intervento di Fo "dal palco di piazza Duomo il 19 febbraio 2013, quando ci disse con la sua potente voce 'Fatelo voi!'. Sarai sempre con noi". E aggiunge: "Dario e' morto dipingendo con la mente il grigiore dei protocolli di un ospedale, sorridendo". Dedica un lungo articolo alla scomparsa di Dario Fo l'Osservatore Romano: "Nel corso della sua vasta, sterminata e appassionata produzione - si legge in un passaggio - l'ateo Fo ha recuperato tradizioni popolari in cui non mancano tracce di religiosita'". Interviene anche lo scrittore Roberto Saviano, che si dice "riconoscente verso un genio della vita": "Non c'e' intellettuale, poeta, scrittore, drammaturgo, attore cui io sia piu' legato che a Dario Fo. Gli sono debitore per l'appoggio e la protezione. Dario Fo e Franca Rame non mi hanno mai fatto mancare il loro sostegno e la loro vicinanza". "E' una grande perdita la morte di Dario Fo. Un autore straordinario, innovativo, inimitabile. Un orgoglio del nostro Paese. Tutti gli dobbiamo qualcosa", dichiara Roberto Benigni. Fuori dal coro Renato Brunetta, capogruppo FI alla Camera: "Quando muore una persona, ovviamente, cordoglio. Pero', nessuna ipocrisia. Dario Fo non mi era mai piaciuto, l'ho considerato sempre un uomo violentemente di parte, un uomo che violentemente ha diviso il Paese. Nei miei confronti si e' espresso in maniera razzista, facendo riferimento - rammenta - alla mia altezza, per esempio. E questo lo dico con grande amarezza e con grande dolore". Della morte di Fo come "un gran finale" parla il figlio Jacopo: "L'unica cosa sensata che mi sento di dire e' che ha resistito e continuato a lavorare 8, 9, 10 ore al giorno fino a quando e' stato ricoverato. Bisognerebbe metterlo nei prontuari medici. Servono l'arte, la passione, perche' questo da' qualita' alla vita".

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