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Culture
Europei, Abravanel: "Azzurri un’eccezione, in Italia non si premia il merito"

“Domenica abbiamo vinto gli Europei, perché i nostri ragazzi non si sono accontentati. Cercavano la vittoria, l’eccellenza, perché sapevano che la competizione sarebbe stata leale e ci hanno creduto. Purtroppo in Italia questo raramente accade: il merito è ridotto al minimo sindacale, prevalgono familismo, logiche clientelari e corruzione, le regole spesso sono truccate e quindi non c’è la spinta a eccellere”. Lo ha detto Roger Abravanel, direttore emerito di McKinsey, saggista e presidente dell’Insead Council Italia, nella sua lectio magistralis durante il Festival “Maestri Fuori Classe - AttraversaMenti” a Vasto, in Abruzzo.

Mancini è stato scelto a guidare questa nazionale non per eredità o per cognome – ha proseguito il guru della consulenza aziendale, autore di ‘Aristocrazia 2.0, la classe dirigente che serve all’Italia’ – ma ha superato una dura selezione. Noi invece abbiamo un’economia privata in mano a una aristocrazia che tramanda le aziende di padre in figlio. Manca una élite selezionata per merito. Ma di fronte all’economia dell’Ict e della conoscenza, rischiamo di rimanere fermi. Non basterà il Recovery plan, che pure è importante. Questi 200 miliardi non saranno sufficienti se le imprese non investono, non creano eccellenza, non hanno le persone giuste”. Abravanel poi ha concluso: “Dobbiamo sfruttare l’occasione del Pnrr per attrarre i capitali internazionali che ci aiutino a far crescere le aziende migliori. Poi serve far emergere due o tre atenei di eccellenza nella ricerca e infine bisogna rendere più trasparente la performance della nostra magistratura”.

L’antropologo Adriano Favole, nell’altra lectio magistralis di giornata in seno alla rassegna, ha invece riflettuto sulla cultura come “orizzonte simbolico che ci unisce agli altri”. E nel suo intervento, partendo da racconti di viaggio ed esperienze etnografiche, ha spiegato come “sia nella nostra sia in altre società esistano molte modalità di uscita dalla propria cultura. Dai riti di iniziazione al teatro, dall’ironia al gioco, dal viaggio alle crisi ambientali (come la pandemia in corso), molte strade permettono all’essere umano di sfruttare la porosità dei confini culturali”.

 

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